Prima dello Specchio
è il titolo di una raccolta di testi teatrali realizzata dal grande Enzo
Antonio Cicchino, artista coinvolto nel campo cinematografico e televisivo,
regista di documentari e autore di libri di storia, romanzi e, come dimostra il
suo ultimo lavoro, anche di testi teatrali.
È una trilogia per
teatro che va ad accomunare generi teatrali diversi, la tragedia, la commedia e
il monologo, tutti e tre caratterizzati, come ho potuto notare dalla lettura,
da una ricerca sull'uomo e sul male, caratteristica
presente purtroppo ancora oggi, come in epoca passata, e quindi strettamente
collegata al contesto sociale. Sono tre
storie completamente differenti ambientate in epoche diverse anche se il
richiamo al nazismo e alla seconda guerra mondiale si sente e non poco,
principalmente nel primo lavoro. Ciò che accomuna il tutto è però una
riflessione sull'uomo, infelice per sua natura a causa del male e
dell'ignoranza che vige nel sistema di ieri e in quello di oggi.
La tragedia che ci
viene presentata è Gli ombrelli, i cui protagonisti sono degli ombrelli
posseduti da una coppia di coniugi. Oggetti prigionieri si direbbe dal
cartellino appeso al loro manico con su scritto un numero di matricola a cinque
cifre, un codice che fa pensare, così come fa pensare il labirinto di specchi
costruito da Franco e così come fanno pensare i continui richiami a parole
quali razza, inferiorità, fumo, cenere. Tutti termini che fanno riflettere il
lettore-spettatore e che lo portano ad una conclusione, cioè l'Olocausto nazista.
Chi sono in realtà questi ombrelli? Che crimine hanno commesso? Qual è il
segreto a cui si fa riferimento in tutto il testo?
Cicchino utilizza
l'ombrello come metafora. È un oggetto da distruggere secondo Franco, così
com'erano oggetti gli ebrei per i nazisti. Non a caso in seguito verranno a
galla i legami di Franco con il nazismo e l'appartenenza di questi ombrelli ai
poveri ebrei uccisi quarant'anni prima nei campi di sterminio. L'ennesimo
richiamo è l'esplosione finale in cui rimane ucciso anche Franco, un'esplosione
seguita dallo spegnimento dello schermo di un computer, inserito come sfondo
alla tragedia. Finale drammatico il cui scopo è quello di far riflettere.
Il secondo testo
presentato da Cicchino è la commedia Pugilatori che narra la storia del pugile
Buck, il cui scopo è quello di vincere sul ring contro Roger. Uno scopo ormai
diventato ossessione anche a causa delle continue pressioni da parte del suo
allenatore Smith, ossessione che lo porterà a perdere la moglie Mary, stanca di
aspettarlo. La scenografia ideata da Cicchino è un ring che si trasforma in
cucina e in camera da letto a seconda delle situazioni, modo assolutamente
intuitivo per descrivere la situazione di Buck, in cui la boxe e quindi la
vittoria sono la priorità più assoluta, qualcosa che va al di là di tutto e di
tutti.
Anche in questo testo
grande importanza hanno gli oggetti, oggetti che ci portano indietro nel tempo
e che ci parlano dell'infanzia di Buck e quindi della perdita di un fratello
ancora bambino a causa della guerra - fratello che poi si rivelerà essere
ancora vivo ed essere il suo peggior nemico, Roger - e del suo legame con la
boxe già in collegio quando tirava pugni al materasso per allenarsi a
difendersi dalle violenze dei preti. In questo testo emerge la volontà di
cambiare, ognuno infatti prenderà la propria strada, una strada intrapresa
tristemente, ma una decisione necessaria.
Cicchino infine ci
presenta un monologo, Sentenza, la cui protagonista è Penelope, perito settore
di trentacinque anni, intenta ad analizzare davanti alla Corte di un tribunale
il corpo senza vita di una donna morta suicida e responsabile della morte di
altre persone avvenuta a causa di un'esplosione avviata da lei. Durante
l'analisi Penelope si renderà conto che la donna che si trova davanti è sua
madre, la quale aveva abbandonato lei e suo padre molti anni prima a causa dei
suoi problemi mentali. Alla fine del testo molto toccante e forse un po'
inquietante è la voce registrata di questa donna la quale esprime il suo amore
per la figlia, un amore che non le ha mai manifestato ma che in realtà c'è
sempre stato.
Cosa si nasconde
quindi prima dello specchio? Io credo che ci sia il dolore, la sofferenza degli
ombrelli-ebrei la cui vita è in mano a un pazzo assassino, Franco-Hitler, di un
uomo che per la vittoria ha perso quella che in realtà era la felicità, cioè
l'amore di una moglie che non tornerà mai più indietro e infine quella di
Penelope, una sofferenza presente da sempre a causa dell'abbandono di una
madre.
Dietro ognuno di noi
si nasconde un dolore, ma abbiamo la tendenza di non farlo vedere, di tenercelo
dentro e credo che Cicchino abbia voluto esprimere tutto ciò in questa
splendida trilogia.
Maria Pettinato
Enzo
Antonio Cicchino lavora e vive a Roma, è stato assistente alla regia di Paolo
Taviani e di Valentino Orsini per vari film quali Il Prato, La notte di San
Lorenzo, Uomini e no e Figlio mio. È regista di documentari e inchieste
storiche per Mixer della Rai. Attualmente lavora per la Grande Storia. È autore
di saggi storici e romanzi come La grande guerra dei piccoli uomini (con
Roberto Oligo), Centocelle di nani, Il Duce attraverso il Luce e La fonte di
Mazzacane. Quanno ri tideschi ammazzarono all'intrasatta.
Prima
dello Specchio è edito da La Rondine Edizioni (anno pubblicazione:2013),
Catanzaro.
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