Roma,
Globe Theatre. Dal 12 al 22 settembre ore 20.45, lunedì riposo
A conclusione della
bella stagione estiva svoltasi presso il Globe Theatre di Roma ritroviamo un Re
Lear a firma del giovane Daniele Salvo che ha condotto anche un laboratorio sul
noto testo shakespeariano.
Certo il clima
meteorologico, settembre inoltrato, non collima con la scelta registica di una
versione quasi integrale del testo e alla fine delle tre ore circa della durata
dello spettacolo il pubblico è parecchio provato dal freddo e dall’umidità, ma
il fascino e l’incantesimo del posto sopperisce a tutto quanto.
La storia/leggenda di
Re Lear è nota, un vecchio padre, per concludere sapientemente la sua esistenza,
decide di dividere il suo regno, le sue sostanze, in tre parti uguali donandone
l’usufrutto alle tre sue amate figliole, ma ognuna di loro in cambio dovrà
dimostrare al genitore quanto bene gli vuole; due di esse, Goneril e
Regan, accettano di buon grado e si
sperticano in elogi e generosità di affetto, mentre la terza, Cordelia, non
accetta la provocazione del genitore poiché il bene non lo si può descrivere a
parole. Da questo antefatto il Bardo ci racconta con la sua immensa ed infinita
poesia quanto l’animo umano possa essere contorto e perverso, soprattutto se in
gioco ci sono potere e soldi, e non contento specularmente ed intersecandone il
plot drammaturgico vi sovrappone la vicenda di Gloucester ed i suoi figli Edgar
ed Edmund, anch’essi speculari alle eroine dell’altro sesso, uno buono ed un
altro malvagio.
Daniele Salvo
utilizzando a tutto tondo lo spazio del Globe, porte aperte, con ingressi degli
attori direttamente da Villa Borghese ed
un palcoscenico nudo - solo pochissimi elementi ed un velatino su cui spesso
proietta anche delle immagini di repertorio- , annulla, cancella la sia pur
aerea struttura del teatro per farci entrare nel vivo della vicenda e quasi ci
interpella come giudici, accusatori e, non solo, come semplici spettatori della
vicenda; veste i suoi interpreti di cappottini bordati di pellicce ed
abbottonati da alamari come a sottolineare l’aspetto folkloristico britannico.
Accentua ed evidenzia, con i pochi i tagli che fa, un preciso taglio
drammaturgico fra le due vicende dei due vecchi protagonisti della storia: Lear
e Gloucester. Fin dall’inizio è chiaro che Lear con la sua decisione è pronto
ad andare al patibolo e a perdere tutto con quel trono sollevato in piazza a mo’
di gogna sottoponendosi al nostro giudizio popolare, con tanto di boia
mascherati alle sue spalle.
E Graziano Piazza,
interprete di Lear, scompone la sua interpretazione del personaggio, da un
parte i movimenti sono rallentati e rarefatti, dall’altra vocalmente ha una
grinta ed una forza che tradisce la sua giovinezza, ma nel finale con
l’apparente o reale follia tutto si ricongiunge in una perfetta armonia, “E’
faticoso scivolare verso la morte…” dice, ed incarna su di sé tutta la fatica
di un’esistenza… spogliati gli abiti regali finalmente è un uomo come gli altri
con le sue debolezze ed i suoi errori,
le sue “spalle di vecchio” ora finalmente possono riposare insieme alla
sua amata figlia Cordelia e riparare al male che le è stato inflitto.
Gli è da contorno una
ottima Compagnia di attori, che, sia pur giovanissimi ma tutti all’altezza del
loro ruolo, si fanno notare, poiché, per ovvie ragioni di teatro all’aperto,
sono tutti microfonati; si fanno notare per l’ottimo uso che fanno del mezzo
tecnico con variazioni e modulazioni tonali Marco Imparato nel ruolo di Edmund
ed Elio D’Alessandro nel ruolo di Kent; una menzione particolare, ed anche il
pubblico a fine spettacolo lo attesta, va a Selene Gandini che, da poco smessi
gli abiti di antagonista Bianca, corteggiatissima, de La Bisbetica Domata,
vista al Napoli Teatro Festival 2013 con la regia di Andrej Konchalvskj, la
ritroviamo sotto tutt’altro registro marionettistico, acrobatico e canterino
nel ruolo assolutamente congeniale del Fool, dove leggermente balbuziente
commuove e guida responsabilmente lo spettacolo verso un’ottima e riuscitissima
edizione.
Mario Di Calo
Re
Lear
laboratorio
e regia di Daniele Salvo
traduzione
di Emilio Tadini
FRANCESCO
BISCIONE, MARCO BONADEI, MIMOSA CAMPIRONI, SIMONE CIAMPI, ELIO D’ ALESSANDRO
PASQUALE
DI FILIPPO, DIEGO FACCIOTTI
MARCELLA
FAVILLA, SELENE GANDINI
ALESSIO
GENCHI, MARCO IMPARATO
MATTEO
PROSPERI, GRAZIANO PIAZZA
SILVIA
PIETTA, MATTEO MILANI
GIULIANO
SCARPINATO
SCENE
E COSTUMI Silvia Aymonino
MUSICHE
Marco Podda
IMMAGINI
VIDEO
Indyca
Prodotto
da Politeama Srl
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