Napoli, Sala Assoli. In
scena dal 22 al 27 ottobre 2013
Giuliano Longone |
Tre ambienti sono gli
spazi in cui l’attore Renato Carpentieri svolge la sua nuova creazione scenica:
l’uscio della porta di casa, un bar-ristorante e un bagno pubblico.
Accompagnato dagli interpreti Valeria Luchetti e Stefano Patti, Carpentieri
inaugura la stagione teatrale della Sala Assoli di Napoli con “Fuori”, opera
ispirata al romanzo À la porte di
Vincent Delecroix. Un vecchio bisbetico Professore
e scrittore di testi di filosofia resta accidentalmente fuori la porta di casa
verso l’ora di pranzo di una domenica, ovvero quando tutti, o quasi, sono
irreperibili. Solo il vicino, il portiere e sua sorella posseggono il duplicato
delle chiavi, ma non sono disponibili, o forse non vogliono esserlo. Senza
perdersi d’animo decide di andare a pranzo in un ristorante, ove abitualmente
consuma. Inizia così il suo lungo viaggio nei ricordi: un flusso di coscienza
e, allo stesso tempo, il bisogno di riflettere su quel che oggi la realtà e la
società offrono.
Giuliano Longone |
<Un giorno il mondo perirà per questa indifferenza.
Sciagura per chi verrà a chiedere aiuto e anche solo per chi verrà a
parlare>, è questa una delle battute della prima parte del copione; ed è
attraverso questa frase che si inizia a comprendere il senso reale e intriso di
quel che il Professore conserva e cova dentro di sé: una profonda amarezza e
un’immensa difficoltà comunicazionale. Un’epoca manieristica in cui si convive
con ipocrisia e ignoranza; dove denaro e mezzi tecnologici sono gli unici reali
interessi , che ruolo ha un anziano signore dedito a studiare il pensiero degli
antichi? Decontestualizzato ed espulso dal suo mondo e da se stesso, si è smarrito
in un momento storico in cui si è incapaci di vedere e di sentire; dove
l’umanità si è trasformata in bestialità e l’uomo è divenuto un oggetto
esteticamente splendente, atto a recitare continuamente una sua parte con il
fine di avere la coscienza pulita. Ma, in realtà, vi è solo il vuoto più
totale: la persona è ormai priva di essenza e spessore culturale, umano e
sociale. Critica giornalisti e medici, in quanto i primi mediatori culturali di
un’abissale superficialità e i secondi poiché parcheggiano nella malattia
mentre fingono gesti benevoli; critica la piccola e media borghesia ed ogni
uomo che, testualmente, definisce “inghiottito da una irrimediabile stupidità”.
Giuliano Longone |
C’è tutto questo a fare da contorno, mentre vagabonda nei meandri della sua
mente e, scavando a fondo, incontra suo padre e poi i suoi figli, morti in un
incidente stradale. <Nessuno ha capito che la fine del mondo cominciava in
quel preciso istante ed era ineluttabile>. Parla e si confronta con loro: gli
tengono stretta la mano in questo lungo percorso pregno di solitudine e poco
più; perché si sa, si nasce e muore soli e talvolta solo aggrappandosi al
passato si trova il senso di una vita e risposte a domande retoriche, quali, ad
esempio < Che cosa posso fare io?>. Lo spazio circoscritto e ristretto ha
dato la possibilità al pubblico di interagire con gli attori e di sentirsi
parte integrante di una storia che ha la firma e l’impronta di un grande
regista. La profondità, l’eleganza e il linguaggio forbito del testo, lo
spessore attoriale e la filosofia si sposano splendidamente, lasciando che i
piccolissimi sbagli durante la recitazione risultino irrisori.
Francesca Saveria
Cimmino
“Fuori”: dal romanzo À la
porte di Vincent Delecroix edizioni Gallimard per l’opera originale; traduzione:
Valeria Cipolloni. Interpreti: Renato Carpentieri, Valeria Lucchetti e Stefano
Patti. Costumi: Anna Maria Morelli; disegno luci: Cesare Accetta; realizzazione
scena: Antonio Franco, Anna Verde, Sissi Farina. Foto di scena: Giuliano
Longone; direzione tecnica: Amedeo Carpentieri; assistente alla regia: Antonio
Conforti; regia: Renato Carpentieri. Produzione: Fondazione Salerno
Contemporanea Teatro Stabile d’Innovazione.
Nessun commento:
Posta un commento