Parigi, Comédie-Française,
Théâtre du Vieux-Colombier. Dal
18 settembre al 24 ottobre 2013
Sulla scena la
riproduzione di una sala cucina bene illuminata. Un tavolo, le sedie, un
divano… sono pochi gli elementi che servono a ricreare l’ambiente scenico. Poi
è presente anche un’apertura sulla destra: una scala che ci conduce al
corridoio delle camere da letto disposto al piano superiore della casa – e
visibile in penombra al pubblico. In questo contesto si muovono i personaggi
del dramma: Meg (Cécile Brune) e Peter Boles (Nicolas Lormeau), una coppia in
possesso di una pensione, e Stanley (Jérémy Lopez), il loro unico cliente.
Quest’ultimo è un personaggio ambiguo, nevrotico… un pianista caduto in
fallimento e che fa una vita in solitudine. Stanley ha una relazione molto
particolare con Meg, una donna – convivente con un marito che la tratta con una
certa indifferenza - che ha preso a cuore il giovane in un atteggiamento che ha
un ché di materno e un ché della donna innamorata (D’altra parte quando Stanley
la bacerà lei non sembrerà prendersela e non se la prenderà molto neanche,
addirittura, in occasione della prossima festa di compleanno, dove in questo caso
Stanley si approfitterà di lei con la forza).
Alla pensione arrivano
altri due personaggi ambigui e dalle intenzioni misteriose e pericolose. Si
tratta di Nat Goldberg (Éric Génovèse) e di Seamus McCann (Nâzim Boudjenah),
due figure che sembrano fare della provocazione e dell’aggressività
ingiustificata la loro caratteristica principale. Adesso abbiamo quasi tutti i
personaggi, manca solo Lulu (Marion Malenfant), il nome lascia tutto dire,
un’amica di Meg, che arriva al momento del compleanno di Stanley. Ecco,
appunto, “Il Compleanno”, titolo del
dramma e atto irrinunciabile e punto cruciale della rappresentazione. Il giorno
dell’arrivo di Nat e Seamus è anche il giorno del compleanno di Stanley e Meg organizza
una festa per il suo amico e cliente. Stanley in realtà, nella sua melanconia,
non vorrebbe festeggiare, ma viene obbligato a farlo con la forza dai due
personaggi arrivati il giorno stesso. Meg ha regalato a Stanley un tamburino
per bambini e il giovane lo suona con frustrazione, più per atto maniaco che
per piacere – in questo c’è anche un gusto sadico e ironico. D’altra parte
questo “gusto per mania” è racchiuso anche in altri personaggi pinteriani,
sopra a tutti in Seamus – che ha la mania di ritagliare trafiletti di giornale
e di metterli ordinati l’uno accanto all’altro.
Si arriva infine alla
festa di compleanno, una vera e propria “Sex,
Drugs, Rockn'rol”, a cui partecipano Meg, Nat, Seamus, Lulu e Stanley, che
se ne sta in disparte per tutto il tempo, mentre gli altri, mandati fuori di
testa dall’alcool, danno vita ad atteggiamenti sessuali spinti – soprattutto sono
intense le effusioni tra Lulu e Nat. All’improvviso un imprevisto: la luce se
ne va via e Stanley ne approfitta per avere un atto sessuale con Meg, in uno
stupro che sembra in parte desiderato e in parte rifiutato dalla donna.
Si arriva alla
mattina e, come era accaduto all’inizio del dramma, troviamo Meg e Peter (che
non era alla festa) a fare colazione. Gli altri personaggi sono tutti nelle
camere da letto del secondo piano e così a turno cominciano a scendere. Scende
Goldberg, pronto alla partenza; scende Lulu, che scappa via infuriata nei suoi
confronti perché si è sentita usata; alla fine scende McCann che supporta con
le braccia Stanley – che è stato sicuramente malmenato dai due – e lo sta portando
giù perché i due uomini lo vogliono portare via con loro. In effetti questo
accade e Stanley viene portato via, ferito e stremato, sotto gli occhi
increduli di Peter, raffigurato come il classico uomo borghese non molto
interessato a battersi per gl’interessi altrui. I tre se ne vanno e in quel
momento torna Meg, che era uscita, che chiede se il suo Stanley è finalmente
sceso per fare colazione.
“Teatro dell’Assurdo”, “Teatro
della Minaccia”, In questa Pièce Pinter mescola queste due realtà. Da una
parte l’assurdità delle vicende rappresentate, supportate dal senso del non
senso; da volute ripetizioni di frasi e di parole inutili, che si caricano
proprio del significato dell’insignificanza; da azioni che non portano altro
senso che quello del compiere quell’azione stessa (non a caso si parla di
assenza di psicanalisi pinteriana). Dall’altra parte troviamo, accanto e
collegata a questa dimensione dell’Assurdo, quella della Minaccia ingiustificata,
incarnata in Nat e Seamus, i due carnefici il cui unico scopo è quello di
rendere vittima Stanley e, all’occorrenza, tutto il resto dei personaggi che girano
loro intorno.
La scena (di Yves
Bernard), come si è detto, è rappresentata da una riproduzione di una semplice
sala cucina di una pensione moderna. Molto interessante è il gioco tra il sopra
e il sotto della scena, che crea poi un altro gioco, quello tra luce e
penombra.
C’è un altro elemento
dell’arredamento scenico che non è da sottovalutare e che fa parte da vicino di
quelli che potremmo definire come gli “Oggetti
dell’Assurdo”: una Cyclette che però non è una cyclette, ma una vera e
propria bicicletta su cui si può pedalare ma che rimane ferma, usata dai
diversi personaggi della scena “senza
senso”.
I costumi (di Lucie
Guillement) sono quelli che potrebbe usare qualunque cittadino nostro
contemporaneo, ma in questo loco sono anche indice delle personalità dei
personaggi: vestiti disordinati per Stanley; precisi e “maniacali” per Nat e
Seamus; un vestitino sensuale per Lulu; vestiti casalinghi per Meg e Peter
(quest’ultimo sempre in ciabatte, quello che noi chiamiamo il “ciabattaio di casa”).
Gli attori sono tutti
artefici di una grande prova attoriale, abili a muoversi in scena, abili a
interagire tra di loro, riuscendo a dare un’ottima interpretazione di un testo
molto complicato da interpretare e lo fanno in modo “misterioso”, tenendo a
tratti il pubblico in suspense, anche grazie alle sonorità di sottofondo un po’
hitchcockiane di Roman Dymny. Per me è molto difficile dare uno scettro a uno
degli attori, proprio perché a mio parere sono tutti meritosi di un prestigioso
elogio comune.
Sicuramente intanto
uno scettro lo do di certo a Claude Mouriéras (assistito alla regia da Renaud
Durville), per la sua grande prova di regia e d’interpretazione davanti a
quest’opera enigmatica: “Il Compleanno”
di Harold Pinter.
Stefano Duranti
Poccetti
L’Anniversaire
Harold
Pinter
traduction
Éric Kahane
mise
en scène Claude Mouriéras
Avec
Cécile
Brune, Meg Boles
Éric
Génovèse, Nat Goldberg
Nicolas
Lormeau, Peter Boles
Nâzim
Boudjenah, Seamus McCann
Jérémy
Lopez, Stanley Webber
Marion
Malenfant, Lulu
Scénographie
et lumières, Yves Bernard
Costumes,
Coralie Sanvoisin
Son,
Roman Dymny
Assistant
mise en scène, Renaud Durville
Pour la première fois à la
Comédie-Française
L’Arche
est agent théâtral du texte représenté
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