Roma, Teatro dell’Angelo. Dal
3 al 20 ottobre 2013
Quando finisce uno
spettacolo come quello andato in scena stasera al Teatro dell’Angelo di Roma,
con Gianfranco D’Angelo protagonista e come titolo “Io e Roma”, ti domandi a
cosa hai assistito. Operazione nostalgia? Omaggio ad una città e ai suoi
artisti che non ci sono più? Rimpianto di tempi passati e ormai svaniti? O
piuttosto ironico dipinto di un popolo, di un orgoglio disincantato, che
nasconde un graffio in ogni sorriso, di un modo di essere che nonostante tutto
riemerge qua e là, ammantando di una poetica popolare anche le brutture e le
alienazioni odierne? “Io e Roma”, con la regia di Giacomo Zito e un Gianfranco
D’Angelo in grande spolvero, si destreggia abilmente tra queste due letture.
Uno spettacolo sobrio, costruito e recitato con grazia, sul filo di una
comicità forse a tratti un po’ datata ma che si insinua tra le poltrone della
platea con delicatezza, in maniera “sorniona” come recitano le note di regia.
Una vera e propria “passeggiata” in un secolo di cultura popolare romana, con i
monologhi accompagnati dalla musica dal vivo del M.o Maurizio Francisci e gli
aneddoti gustosissimi raccontati da D’Angelo. Dagli antichi detti romaneschi,
alle tradizioni culinarie, dalle “chicche” sui grandi protagonisti del cinema
come Nino Manfredi e le sue barzellette, Sergio Leone e la sua flemma, Federico
Fellini e le sue promesse non mantenute. E via, tra un sonetto del Belli ed una
poesia di Trilussa, sapientemente miscelate a bellissime canzoni romane
interpretate da due bravissime ragazze. Col passare dei minuti, si riesce ad
entrare in un mondo che abbiamo conosciuto solo per sentito dire o visto sugli
schermi del cinema, si crea un clima intimo tra protagonista e pubblico, si
ride e si pensa che forse non è tutto passato, forse un briciolo di saggezza è
ancora vivo in questa città violentata e deturpata. Ce lo conferma D’Angelo con
i racconti sull’ironia e il sarcasmo ancora vivi nelle nostre strade, in mezzo
al traffico infernale, una battuta raccolta su un autobus o da un finestrino
aperto di un’auto. Quasi una chiacchierata tra amici questo spettacolo, che
ridipinge e forse risarcisce l’umorismo romano, depurandolo dalle volgarità a
cui troppo spesso siamo costretti da una certa comicità moderna. Forse l’unica
pecca di questa pièce è la scenografia, assente. E in un teatro come questo si
nota. Apre quindi con una performance molto graziosa la nuova stagione del
prestigioso Teatro diretto da Antonello Avallone e nel segno della tradizione
popolare romana.
Paolo Leone
“Io e Roma”
di Borrelli e Delle Donne
Regia di Giacomo Zito
Con Gianfranco D’Angelo e il
Gruppo di Musica Popolare del M.o Maurizio Francisci
Grazie al Direttore! Sono onorato di collaborare col corriere dello spettacolo!
RispondiEliminaPaolo, le tue recensioni sono vive, non smetterò mai di leggerti e grazie a te conoscere grandi artisti e grandi spettacoli.
RispondiEliminaCinzia
Leggere recensioni così ti viene proprio la voglia di andare a Teatro, quello con la T maiuscola. Grazie.
RispondiEliminaGrazie a te Paolo! Non chiamarmi direttore! Sennò mi viene da ridere! ;-)
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