Roma, Teatro Golden. Dal 22
ottobre al 10 novembre 2013
“Ditemi
la verità, vi prego, sull’amore
Alcuni
dicono che l’amore è un bambino
e
alcuni che è un uccello
alcuni
dicono che fa girare il mondo
e
altri che è solo un’assurdità…” (W. H. Auden)
Scomodiamo
Auden perché questi versi ci venivano in mente mentre assistevamo a “Sette ore
per farti innamorare”, la commedia in scena al teatro Golden di Roma. Scritta e
interpretata da Giampaolo Morelli, a quattro mani con Gianluca Ansanelli che ne
cura anche la regia e tratta dall’omonimo romanzo, affronta in qualche modo gli
interrogativi posti dal poeta, con esiti, a tratti, incerti. Amore, tradimento,
seduzione, opportunità di una seconda possibilità dopo il disastro. Questi gli
ingredienti della pièce, conditi con spunti di comicità non sempre convincente,
che ci trasporta nelle disavventure di Paolo De Martino (Morelli), un
giornalista in piena ascesa professionale e sentimentale che vede crollare le sue
certezze dopo aver scoperto il tradimento della sua donna (Chiara Ricci) con il
direttore del giornale per cui lavora.
Licenziatosi, affronta per necessità e grazie all’interessamento di un suo amico (un brillante Stefano Fresi), un nuovo incarico nella redazione di una rivista di attualità “leggera” per il pubblico maschile. Lavorando con poco entusiasmo e molto scetticismo, grazie ad un’inchiesta commissionatagli, segue un corso di seduzione tenuto, con sua sorpresa, dalla bella Valeria (Carolina Crescentini). Il finale, pur tra gradevoli episodi, appare scontato sin dall’inizio ma gli interpreti riescono comunque ad essere divertenti, diretti da una regia dinamica che, se da una parte utilizza ausili video e audio, dall’altra ci sembra frammentare la storia in numerosi “quadri” a discapito dell’armonia d’insieme. Apprezzabile, d’altro canto, la capacità di trasformare l’unico ambiente, di scena in scena, da abitazione ad ufficio, ad aula, ad aeroporto, a strada.
Licenziatosi, affronta per necessità e grazie all’interessamento di un suo amico (un brillante Stefano Fresi), un nuovo incarico nella redazione di una rivista di attualità “leggera” per il pubblico maschile. Lavorando con poco entusiasmo e molto scetticismo, grazie ad un’inchiesta commissionatagli, segue un corso di seduzione tenuto, con sua sorpresa, dalla bella Valeria (Carolina Crescentini). Il finale, pur tra gradevoli episodi, appare scontato sin dall’inizio ma gli interpreti riescono comunque ad essere divertenti, diretti da una regia dinamica che, se da una parte utilizza ausili video e audio, dall’altra ci sembra frammentare la storia in numerosi “quadri” a discapito dell’armonia d’insieme. Apprezzabile, d’altro canto, la capacità di trasformare l’unico ambiente, di scena in scena, da abitazione ad ufficio, ad aula, ad aeroporto, a strada.
“Sette
ore per farti innamorare” è una commedia molto leggera, che se non altro ha il
merito di affrontare un argomento come quello della seduzione, dei meccanismi
degli stimoli primitivi tra uomo e donna e di distinguere, come afferma
“l’insegnante” Valeria, tra il “rimorchio” fine a sé stesso ed il vero amore.
Davanti a quest’ultimo trema e vacilla anche lei.
“La
verità, vi prego, sull’amore…” non la sapremo mai.
Una
prima tra luci ed ombre, che ci conferma la difficoltà di trasformare un libro
divertente in un testo teatrale.
Paolo
Leone
Giampaolo Morelli e Carolina
Crescentini in:
Sette ore per farti
innamorare
con Chiara Ricci e Stefano
Fresi
scritto da Gianluca
Ansanelli e Giampaolo Morelli
tratto dall’omonimo romanzo
di Giampaolo Morelli
regia di Gianluca Ansanelli
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