Parigi, Théâtre de la Ville.
Sabato 19 ottobre 2013
Una storia di Amore
intensa e commovente, un “Romeo e
Giulietta” giapponese dove è forte il binomio Eros/Thanatos. È questo “Sugimoto Bunraku Sonezaki Shinjû. Double
suicide à Sonezaki”, un classico del teatro delle marionette, marionette
che assumono in sé un così alto valore vitale da poter chiamare questa messa in
scena Teatro e non Teatro delle marionette. In effetti i personaggi della
scena, animati dai loro “padri” marionettisti, che muovono letteralmente le
loro diverse parti del corpo, non potrebbero esprimersi in modo più intenso ed
emotivo. Guardando lo spettacolo ci dimentichiamo di essere davanti a dei pupi…
tutto ci sembra così emozionante e reale.
La storia è quella di
Tokubei e della prostituta O-Hatsu. Tra loro è nato un Amore tra i più
passionali, che però viene ostacolato da vari problemi. Tokubei infatti non
possiede la dote necessaria per dare luogo a un possibile matrimonio con la sua
amata e così spera di riavere da un “amico” i soldi di un prestito che gli aveva
gentilmente elargito. Il povero ragazzo, vittima del mondo e della società
dall’inizio alla fine, Non riuscirà a riottenere il denaro e in più la sua
famiglia di oppone all’unione della coppia, preferendo per il figlio un’altra
donna. Dopo tanti tormenti e vicissitudini per la coppia sembra non rimanere
che una via di scampo: morire insieme. Questo sarà infatti ai loro occhi
l’unico modo per poter rimanere veramente insieme per sempre. Ed è proprio
questo che accade, nella scena finale della Foresta, dove i due si legano
insieme con un nastro bianco – simbolo della loro unione eterna – per poi
togliersi la vita (prima Tokubei la toglie a O-Hatsu per poi toglierla a sé stesso).
Lo spettacolo è
accompagnato dal narratore e dai musicisti disposti sulla destra dello spazio
scenico. In effetti è proprio la voce del narratore, il suo racconto, a dare
vita alle azioni dei personaggi, che agiscono sotto l’influsso di questa voce e
della musica onomatopeica.
Nella loro semplicità
sono molto efficaci le scene, che hanno anche un valore simbolico rilevante,
dove Tokubei è rappresentato come la vittima, l’onesto innamorato che non può
niente contro l’ingiustizia degli uomini e della società, costretto sempre a
subire senza riuscire a reagire. È per questo che nella scena della fuga,
ambientata in una struttura disposta a diversi livelli, lui sta in quello più
basso, nascosto, disperato, sottomesso alla volontà di chi gli sta sopra: i
padroni, i patriarchi. Da ricordare anche le ultime scene: quella del Ponte,
dove il Ponte è rappresentato da una semplice e minimale ringhiera, che funge
forse da spartiacque tra vita e morte; siamo infatti quasi alla fine della
pièce e i protagonisti hanno già fatto la loro scelta e i loro corpi, che si
muovono in su e giù dietro l’asta orizzontale della ringhiera, ci fanno vedere
quell’asta come il sottile filo tra il qui
e l’aldilà. Infine i due si spostano
nella Foresta, rappresentata da una proiezione video sullo sfondo (video usati
per questa messa in scena veramente con grande gusto poetico. Quando si parla
di tecnologia usata bene a Teatro); la Foresta, ultimo luogo, ultimo atto dove
avviene la tragica fine dei due protagonisti, una fine che porta con sé anche
tanta speranza di rimanere insieme, finalmente, eternamente.
Spettacolo
straordinariamente emotivo “Sugimoto
Bunraku Sonezaki Shinjû. Double suicide à Sonezaki”, dove non si può non
mettere in risalto la bravura dei marionettisti, nascosti sotto i loro cappucci
neri, in grado di far muovere da una parte le marionette come delle vere e
proprie persone in carne e ossa, dall’altra capaci di astrarle poeticamente
dalla realtà. Si deve poi parlare della sentita e intensa narrazione dei
narratori a lato scena, che accompagnati dagli ottimi musicisti fanno vivere lo
spettacolo con le loro parole e con i suoni della loro voce, uno straordinario
canto poetico (Il testo in effetti è di una poeticità unica) più che una
didascalica che si limita a rappresentare dei fatti.
Uno Spettacolo che ci
ha tenuti incollati alle poltrone dall’inizio alla fine; che ci ha commosso,
che ci ha fatto provare emozioni, che si è meritato minuti e minuti di applausi
da parte di tutto il pubblico del Teatro.
Stefano Duranti
Poccetti
Sugimoto Bunraku Sonezaki Shinjû
from the original novel
Sonezaki Shinjû Tsuketari Kannon meguri by Chikamatsu
Monzaemon
(from Shin-Nihon koten bungaku taikei, Iwanami shoten
publishers)
production, direction & artistic direction Hiroshi
Sugimoto
music & musical direction Tsurusawa Seiji
choreography Waka Yamamura
video Hiroshi Sugimoto & Tabaimo
translation & surtitles Patrick De Vos
with
Tsurusawa Seiji, shamisen,
Yoshida Ichisuke, Kiritake Kanjuro, handlers
& 24 performers
organizers
The Japan Foundation, The Odawara Art Foundation
(Tokyo)
production
The Odawara Art Foundation (Tokyo)
advisor
Emmanuelle de Montgazon
in association with
Bunraku Kyokai (Osaka) et la Maison de la Culture du
Japon à Paris.
with the support of
Boucheron Paris, COSTUME NATIONAL and Shiseido for the
production of this show in Japan.
This novel is edited in french, Chikamatsu
Les Tragédies bourgeoises, tome I, texts introduced
and translated from japanese by René Sieffert, Publications orientalistes de
France, 1991.
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