24 ottobre, 2013

“Sugimoto Bunraku Sonezaki Shinjû. Double suicide à Sonezaki”. Morire per Amarsi. Di Stefano Duranti Poccetti


Parigi, Théâtre de la Ville. Sabato 19 ottobre 2013

Una storia di Amore intensa e commovente, un “Romeo e Giulietta” giapponese dove è forte il binomio Eros/Thanatos. È questo “Sugimoto Bunraku Sonezaki Shinjû. Double suicide à Sonezaki”, un classico del teatro delle marionette, marionette che assumono in sé un così alto valore vitale da poter chiamare questa messa in scena Teatro e non Teatro delle marionette. In effetti i personaggi della scena, animati dai loro “padri” marionettisti, che muovono letteralmente le loro diverse parti del corpo, non potrebbero esprimersi in modo più intenso ed emotivo. Guardando lo spettacolo ci dimentichiamo di essere davanti a dei pupi… tutto ci sembra così emozionante e reale.
La storia è quella di Tokubei e della prostituta O-Hatsu. Tra loro è nato un Amore tra i più passionali, che però viene ostacolato da vari problemi. Tokubei infatti non possiede la dote necessaria per dare luogo a un possibile matrimonio con la sua amata e così spera di riavere da un “amico” i soldi di un prestito che gli aveva gentilmente elargito. Il povero ragazzo, vittima del mondo e della società dall’inizio alla fine, Non riuscirà a riottenere il denaro e in più la sua famiglia di oppone all’unione della coppia, preferendo per il figlio un’altra donna. Dopo tanti tormenti e vicissitudini per la coppia sembra non rimanere che una via di scampo: morire insieme. Questo sarà infatti ai loro occhi l’unico modo per poter rimanere veramente insieme per sempre. Ed è proprio questo che accade, nella scena finale della Foresta, dove i due si legano insieme con un nastro bianco – simbolo della loro unione eterna – per poi togliersi la vita (prima Tokubei la toglie a O-Hatsu per poi toglierla a sé stesso).
Lo spettacolo è accompagnato dal narratore e dai musicisti disposti sulla destra dello spazio scenico. In effetti è proprio la voce del narratore, il suo racconto, a dare vita alle azioni dei personaggi, che agiscono sotto l’influsso di questa voce e della musica onomatopeica.
Nella loro semplicità sono molto efficaci le scene, che hanno anche un valore simbolico rilevante, dove Tokubei è rappresentato come la vittima, l’onesto innamorato che non può niente contro l’ingiustizia degli uomini e della società, costretto sempre a subire senza riuscire a reagire. È per questo che nella scena della fuga, ambientata in una struttura disposta a diversi livelli, lui sta in quello più basso, nascosto, disperato, sottomesso alla volontà di chi gli sta sopra: i padroni, i patriarchi. Da ricordare anche le ultime scene: quella del Ponte, dove il Ponte è rappresentato da una semplice e minimale ringhiera, che funge forse da spartiacque tra vita e morte; siamo infatti quasi alla fine della pièce e i protagonisti hanno già fatto la loro scelta e i loro corpi, che si muovono in su e giù dietro l’asta orizzontale della ringhiera, ci fanno vedere quell’asta come il sottile filo tra il qui e l’aldilà. Infine i due si spostano nella Foresta, rappresentata da una proiezione video sullo sfondo (video usati per questa messa in scena veramente con grande gusto poetico. Quando si parla di tecnologia usata bene a Teatro); la Foresta, ultimo luogo, ultimo atto dove avviene la tragica fine dei due protagonisti, una fine che porta con sé anche tanta speranza di rimanere insieme, finalmente, eternamente.
Spettacolo straordinariamente emotivo “Sugimoto Bunraku Sonezaki Shinjû. Double suicide à Sonezaki”, dove non si può non mettere in risalto la bravura dei marionettisti, nascosti sotto i loro cappucci neri, in grado di far muovere da una parte le marionette come delle vere e proprie persone in carne e ossa, dall’altra capaci di astrarle poeticamente dalla realtà. Si deve poi parlare della sentita e intensa narrazione dei narratori a lato scena, che accompagnati dagli ottimi musicisti fanno vivere lo spettacolo con le loro parole e con i suoni della loro voce, uno straordinario canto poetico (Il testo in effetti è di una poeticità unica) più che una didascalica che si limita a rappresentare dei fatti.
Uno Spettacolo che ci ha tenuti incollati alle poltrone dall’inizio alla fine; che ci ha commosso, che ci ha fatto provare emozioni, che si è meritato minuti e minuti di applausi da parte di tutto il pubblico del Teatro.

Stefano Duranti Poccetti



Sugimoto Bunraku Sonezaki Shinjû
from the original novel
Sonezaki Shinjû Tsuketari Kannon meguri by Chikamatsu Monzaemon
(from Shin-Nihon koten bungaku taikei, Iwanami shoten publishers)
production, direction & artistic direction Hiroshi Sugimoto
music & musical direction Tsurusawa Seiji
choreography Waka Yamamura
video Hiroshi Sugimoto & Tabaimo
translation & surtitles Patrick De Vos

with
Tsurusawa Seiji, shamisen,
Yoshida Ichisuke, Kiritake Kanjuro, handlers
& 24 performers

organizers
The Japan Foundation, The Odawara Art Foundation (Tokyo)
production
The Odawara Art Foundation (Tokyo)
advisor
Emmanuelle de Montgazon
in association with
Bunraku Kyokai (Osaka) et la Maison de la Culture du Japon à Paris.
with the support of
Boucheron Paris, COSTUME NATIONAL and Shiseido for the production of this show in Japan.

This novel is edited in french, Chikamatsu
Les Tragédies bourgeoises, tome I, texts introduced and translated from japanese by René Sieffert, Publications orientalistes de France, 1991.

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