Il Corriere aveva già recensito questo spettacolo, per la bella recensione di Mario di Calo, ma ci fa comunque piacere pubblicare quest'ottimo contributo di Paolo Leone, che dà un particolare punto di vista sulla messa in scena.
Roma,
Teatro della Cometa. Fino al 20 ottobre 2013
Il baratro dietro la
banalità quotidiana, la solitudine, i sogni infranti, un gioco di specchi
macabro all’interno di una fragilità nascosta da una coltre di grigio. Il senso
claustrofobico di un’esistenza passata mestamente ad insegnare a chi non vuole imparare,
l’apparente rifugio di una casa che diviene carcere soffocante. Vorrei ma non
posso… e allora Ida, la protagonista interpretata da una stratosferica
Margherita Di Rauso, sogna a modo suo, con le pose da diva, le sigarette fumate
voluttuosamente e i bicchieri di liquore Strega, con le musiche francesi degli
anni ’30 e i suoi sogni erotici, circondata dal vuoto, dal cemento di un
quartiere romano e dal rumore del traffico incessante, proveniente da quella
stessa finestra che nella scenografia lascia entrare aria quasi a far prendere
respiro alle angosce che rimbalzano impazzite in quelle quattro mura e a tutto
il pubblico, coinvolto da un testo bellissimo e da una regia geniale di Luca De Bei che hanno
il merito di sottolineare la tecnica drammaturgica di Ruccello, in questa
occasione sempre in bilico tra realtà, immaginazione, sogno. Gli stessi
interpreti maschili di “weekend”, un eccezionale Forges Davanzati nella parte
dell’idraulico Narciso e il giovane Brenno Placido in quella dello studente
senza speranze, sono parte del surreale che permea i due atti, o forse sono il
tutto, il parto della mente alienata di Ida, che cerca di riscattare un passato
di critiche e di illazioni nel suo paese di origine. I due uomini da
sacrificare in nome della “fame” di rivalsa, della “fame” di essere altro da
quello che è la povera Ida. Meglio assassina, forse, che vivere una vita sempre
uguale, lontana dalle proprie radici senza averne mai messe di nuove. Ma la
straordinarietà di questo testo teatrale sta nel fatto che lascia all’interpretazione
di ogni spettatore il senso finale. Forse gli omicidi commessi dalla bipolare
Ida sono solo frutto della sua immaginazione e la ricomparsa dei due uomini nel
finale farebbe supporre questo. Oppure l’apparizione dei due è anch’essa una
sua proiezione. Quel che è certo è che le emozioni trasmesse dal palco sono
fortissime, quasi violente. Il monologo, oseremmo dire “della follia” di Ida –
Rauso davanti allo specchio (effetto scenico strepitoso) è quanto di più
travolgente ammirato in questi ultimi anni, di un’intensità tale da far paura.
E’ stato scritto tutto di questo spettacolo, della trilogia di Ruccello, del
suo “teatro da camera”, della sua prematura scomparsa (di cui dovrebbe piangere
l’intero teatro italiano), ma preferiamo dare spazio alle emozioni. Il Teatro è
emozione, è amore e “weekend” ne è il più che degno esempio. Un gioco di
specchi, in cui si riflette tutta la fragilità umana, tragicamente. Applausi.
Paolo Leone
I MAGI s.rl. e MADIRA s.r.l.
presentano
WEEK END di Annibale
Ruccello
con Margherita Di Rauso,
Giulio Forges Davanzati, Brenno Placido
regia Luca De Bei
scene Francesco Ghisu
costumi Lucia Mariani
in scena fino al 20 ottobre
Teatro della Cometa, Roma
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