Roma, Teatro Quirino. Dal 29
ottobre al 10 novembre 2013
Il commendatore, oggi
si direbbe piccolo imprenditore, Gervasio Savastano ha un’attività di
produttore di pomodori in scatola ed è un lavoratore indefesso, ma ha un brutto
difetto, è ossessionato per così dire dalla superstizione e crede che i suoi
affari dipendano o meno dalle mire oscure di un suo malcapitato dipendente tal
Bellisario Malvulio, che fa rima appunto con malaugurio, jettatore, portajella,
difatti lo congederà a scapito di un novello impiegato presentatosi proprio il
giorno del licenziamento, il cifotico Alberto Sammaria, che in quanto
cifotico/gobbo porta bene ed effettivamente gli affari improvvisamente prendono
a girare per il verso giusto con tutta una serie di nuovi ingaggi e contratti.
Ma la vita è fatta
anche di cose impreviste ed il protagonista a sorpresa si ritroverà ad essere
vittima di una enorme canzonatura.
“Che bella commedia avete rappresentato” è la frase appunto che alla
fine dei tre atti pronuncerà il protagonista, in realtà pirandellianamente,
Peppino De Filippo, autore meno stimato rispetto al fratello maggiore,
ribaltando la lezione del contemporaneo maestro agrigentino e ci fa scoprire
essere quella a cui abbiamo assistito, tutta una messinscena esercitata
dall’intero microcosmo che circonda il piccolo mondo di Savastano, proprio per
fargli capire che il suo pregiudizio è solo frutto del caso e non della
scaramanzia.
NON E’ VERO MA CI
CREDO è una commedia scritta nel 1942 ora al Teatro Quirino di Roma portata in
scena da Sebastiano Lo Monaco per Sicilia Teatro in un fastoso allestimento per
la regia di Michele Mirabella.
All’aprirsi del
sipario una scena illuminatissima dai toni optical giocati sul bianco e nero,
risalta un boccascena, con ingressi frontali al pubblico, che è un collage di
manifesti pubblicitari degli anni cinquanta dove occhieggiano anche i loghi dei
due maggiori partiti politici di quegli anni, ovvero Democrazia Cristiana e
Partito Comunista Italiano, come a simboleggiare quegli anni del boom economico
italiano ed anche tutta quella mirabilia che costituisce l’arredo della scena
lo testimonia, azzeccatissima quindi la scelta degli scenografi Alida
Cappellini e Giovanni Licheri.
Il protagonista
Sebastiano Lo Monaco è un fiume in piena, sempre con lo stesso ritmo incalzante
e sostenuto conduce il suo personaggio fino alla fine con grande sicurezza e
piglio di capocomico ed anche quando spesso fuoriesce dal testo lo fa con garbo
e maestria, ma quel sogno premonitore in cui probabilmente si rende conto forse
di avere forzato le cose facendo sposare la propria figlia al buon, ma pur
sempre gobbo, Sammaria, il rischio e il pericolo è di avere come progenia una
schiera di piccoli gobbetti, ecco in quel momento forse un pizzico di
veridicità e oniricità non avrebbe guastato.
Gli fa da spalla un’ottima
compagnia di caratteri napoletani, dal brillante Alfonso Liguori come avvocato
Donati, che sciorina una parlantina sdrucciolevole e limpida al bravissimo
Salvatore Felaco portiere malcapitato che per poter mantenere il posto di
lavoro deve catturare un gatto nero che si aggira fra le proprietà del
Savastano, ma ogni volta che ne agguanta qualcuno non è mai quello giusto.
Bravi anche Leila Mangano De Filippo, Maria Laura Caselli, Antonio De Rosa,
Carmine e Vincenzo Borrino o la camerierina con pose da grande attrice ben disegnata
da Luana Pantaleo.
Dal canto suo Michela
Mirabella, rifuggendo da certi stilemi o folclori tipici napoletani, scegliendo
di ambientare la storia in quel preciso periodo storico, ne fa una feroce
satira di costume, e tutte le ingenuità del testo o le ormai datate ritrosie
del protagonista diventano solo occasione di divertimento e gioco; l’attenzione
del regista è rivolta invece al meccanismo perfetto della commedia ed i
personaggi qui diventano pupi nelle sue mani in perfetta sintonia meta teatrale
col dettato pirandelliano ma anche al recupero di questo prezioso materiale per
renderlo finalmente repertorio concreto di quell’immenso patrimonio italiano in
cui rientra di diritto il grande Peppino De Filippo.
Mario Di Calo
Associazione SICILIA TEATRO
presenta
NON E’ VERO MA CI CREDO
di Peppino De Filippo
regia di Michele Mirabella
con Sebastiano Lo Monaco
Leila Mangano De Filippo,
Alfonso Liguori, Maria Laura Caselli, Antonio De Rosa, Vincenzo Borrino,
Margherita coppola, Carmine Borrino, Salvatore Felaco, Cristina Donald, Matteo
Bianchi
scene e costumi di Alida
Cappellini e Giovanni Licheri
Dal 29 ottobre al 10
novembre
Teatro Quirino di Roma
In tournée
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