Roma,
Teatro Ambra alla Garbatella dal 12 al 24 novembre 2013
“La condizione dell’uomo è una condizione di
guerra di ciascuno contro ogni altro” (Thomas Hobbes)
Ci sono delle sere, in teatro, che non
vorresti andartene, ma rimanere seduto a meditare, pensare, magari aprire un
dibattito, una tavola rotonda con gli interpreti stessi. Accade quando si
assiste a qualcosa di straordinario, di insolitamente intenso, quando l’armonia
del tutto, testo, attori, regia, luci, musiche, compiono il miracolo. “Macbeth
downtown – (urban tragedy)”, scritto dal pluripremiato autore forlivese
Gianni Guardigli, non tradisce le attese ed entra di forza tra gli spettacoli
più belli e interessanti di questa stagione teatrale. Un cast di interpreti che
sembrano nati per questa versione moderna della tragedia shakespeariana, con
Francesco Branchetti nel ruolo di Ciro/Macbeth ed Isabella Giannone in quello
di Marisa-Lady Macbeth, la terribile orditrice dei delitti.
La scomparsa di ogni minimo senso
morale, la bramosìa irrefrenabile, la lotta spietata per il potere che nel 1606
vedeva protagonisti re, regine e principi, viene prepotentemente proiettata nei
nostri tempi, nella guerra grottesca per la conquista di una catena di negozi
per fotocopie e poi di phone center e poi di internet point e poi di sigarette
elettroniche e poi….senza sosta, senza alcun ritegno e pudore. Tutto è dovuto,
tutto è lecito, non esiste sobrietà, ma solo il miraggio del benessere
sfrenato. Chi si accontenta, chi si fa vincere dagli scrupoli di coscienza è il
traditore, possibilmente da eliminare. Ne fa le spese anche il fido Antimo
(Vincenzo Schirru), moderno Banquo, compagno di mille “battaglie” sanguinarie,
subito dopo l’uccisione dello “squalo”, un Re Duncan di Casalbruciato e
dintorni. E via via, una scia di sangue
traccia la strada verso il successo, verso la conquista del “regno”, disegnata
dalla mente diabolica di Marisa (una bravissima Isabella Giannone). Una
tragedia moderna solo per il contesto, ma la famelicità umana non cambia, anzi
forse peggiora estendendosi a macchia d’olio in ogni strato sociale e per
qualsiasi obiettivo. Non c’è redenzione, non ci sono dubbi. L’unico deterrente
sono i rimorsi, unica traccia di umanità, brandelli insopportabili. Homo homini lupus.
Il disfacimento della società, dall’alto
al basso, senza ipocriti moralismi, quello rappresentato dalla penna di
Guardigli e, sulla scena, da uno stratosferico Branchetti, qui icona dello sbando delirante, con una prova che lascia letteralmente ammaliati.
Isabella Giannone è la frustrazione rabbiosa che sfocia nel delirio assassino, e
le tre streghe di Shakespeare diventano tre simulacri di lucciole, con Giulia
Innocenti, Maddalena Rizzi e Francescaelisa Molari, forti ed ironiche presenze
sceniche. Riccardo Francia (Marco) è il credibile simbolo del potere corrotto e
sprezzante, quello “in alto”.
Le musiche, suggestive e perfette nei loro tempi,
di Pino Cangelosi, le luci altrettanto efficaci di Flavio Mainella come le
scene di Clara Surro, contribuiscono, con la regia dello stesso Branchetti, a
creare l’atmosfera giusta per una tragedia così pregna di significato come
questo “Macbeth downtown”, un pozzo senza uscita, senza speranza per la
meschinità umana.
Ci sono delle sere, in teatro, che
vorresti non finissero mai. Applausi, applausi, applausi!
Paolo Leone
Teatro
Ambra alla Garbatella dal 12 al 24 novembre
“Macbeth
downtown (urban tragedy) di Gianni Guardigli / regia: Francesco Branchetti.
Con:
Isabella Giannone – Francesco Branchetti – Vincenzo Schirru – Riccardo Francia
– Giulia Innocenti – Maddalena Rizzi – Francescaelisa Molari
Musiche:
Pino Cangelosi
Scene
e costumi: Clara Surro
Disegno
luci: Flavio Mainella
Assistente
alla regia: Ilaria Fioravanti
Mettere non mi piace in questo caso, vuol dire capire molto poco di teatro. Mi dispiace per te...
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