Foto di Tania Troyan |
Versatile ed
eclettico non soltanto per lo stile musicale o per le molteplici attività che
esercita ad alto livello professionale, Marco Podda, compositore e medico
specialista in foniatria, si dedica da decenni anche alla direzione corale
ideando, anche in questo caso, iniziative degne di nota.
Autore da oltre
vent’anni di musica per teatro eseguita nelle più importanti sale italiane ed
europee, dirige dal 1993 la Cappella Tergestina, coro da lui fondato, di cui è
stato da sempre il vivace direttore artistico e per il quale ha scritto, nel
corso degli anni, moltissima musica eseguita in importanti eventi a livello
europeo.
Un’associazione
musicale autonoma e indipendente, protagonista domenica scorsa di un’importante
operazione culturale che dovrebbe avere un più ampio respiro ed essere così
proposta altrove, in modo da costituire fonte d’ispirazione per altre
iniziative.
Il concerto, offerto
alla cittadinanza per celebrare il ventennale dalla fondazione, ha voluto
infatti proporre un programma costituito quasi esclusivamente di brani scritti
da musicisti triestini, per lo più contemporanei, molti dei quali viventi.
Aperto con un brano
del Princeps Musicae, Giovanni Pierluigi da Palestrina, per ricordare i primi
passi fatti dal gruppo vocale, si è passati infatti subito dopo al suo
contemporaneo Giulio Zacchino, attivo fra Trieste, Venezia e l’Istria
approdando, con un salto di quattrocento anni, al XX secolo con Vito Levi,
Emilio Busolini, Giuseppe Radole, Aldo Michelini, Giampaolo Coral, Marco
Sofianopulo, Marco Podda e Francesco Bernasconi.
È stato così
possibile immaginare un ideale dialogo fra chi, nel corso dei decenni scorsi,
ha partecipato alla vita musicale triestina proponendo la propria creatività ed
azione in più ambiti. Proprio l’eclettismo è la cifra che accomuna questo folto
gruppo di artisti, tutti capaci di esprimersi al meglio non solo come
compositori, ma anche in qualità di docenti in ambito accademico e non,
educatori in senso lato, critici musicali, storici, ricercatori, costruttori di
strumenti musicali, esperti della voce e dell’acustica dal punto di vista anche
fisiologico e medico. Quasi tutti ebbero per Maestri chi poi sarebbe diventato
loro collega, rendendo questo incontro non soltanto teorico, ma reale,
concreto, spesso quotidiano. Tutto ciò ha contribuito a formare tanti musicisti
triestini, molti dei quali sono diventati con il tempo affermati
professionisti.
Alcuni brani proposti
nel corso della serata sono stati dedicati a Marco Podda dai suoi colleghi o
Maestri. Tra essi, Aldo Michelini, presente al concerto. Il coro ha voluto
rendere omaggio a tutti loro per l’opera artistica e didattica svolta con
passione e desiderio di condivisione.
È stata anche
l’occasione per ascoltare la prima assoluta di “Super flumina Babylonis”,
intensa e meditata composizione per coro a 4 voci miste a cappella, scritta da
Marco Podda stesso ed ispirata al testo dei salmi 136 e 23, dai quali è stato
tratto il testo, cantato parte in latino, parte in ebraico, studio preliminare
per l’utilizzo del repertorio corale in una rappresentazione scenica o
semi-scenica. Brano importante, complesso, nel quale più linee melodiche e
diversi ritmi si alternano, riunendo elementi arcaici con altri completamente
nuovi, in un crescendo che poi si spegne all’improvviso, come al risveglio da
un sogno.
La Cappella Tergestina
si è dimostrata ancora una volta all’altezza dell’impegno richiesto e ha saputo
seguire ancora una volta il proprio Maestro con un’esecuzione molto apprezzata
da un pubblico che ha gremito la chiesa luterana.
Sono seguiti tre
spirituals, tratti dal vastissimo repertorio cantato dal coro nel corso di
questi vent’anni e “Cantico” di V. E. Sojo. Tra i presenti moltissimi ex
coristi, alcuni dei quali hanno voluto partecipare nuovamente all’attività
della loro vecchia ensemble cantando gli ultimi due brani in programma. Hanno
saputo dare così ulteriore significato ad una serata già ricca di emozioni
grazie alla musica, all’esecuzione magistrale e all’occasione.
Presenti all’evento
tanti bambini, che hanno seguito il lungo concerto attenti ed in silenzio,
rapiti dalla magia suscitata dalle note cantate, a dimostrazione che quando si
sa condividere in modo vero e sincero una passione profondamente sentita, anche
la musica cosiddetta seria può essere accessibile ed apprezzata con gratitudine
a qualsiasi età.
Paola Pini
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