22 novembre, 2013

QUANDO LA SPIRITUALITA’ SI AVVICINA ALL’ARTE. Intervista curata da Claudia Conte


Cari lettori del Corriere dello Spettacolo, quella di oggi è una intervista speciale, extra-ordinaria, come la persona che sto andando ad intervistare… Don Luigi Trapelli, un sacerdote che si occupa di arte e che è molto vicino ai giovane e agli artisti.

Carissimo Don Luigi, grazie per avermi concesso questa intervista! Nel 2011 hai scritto un libro intitolato "Novantanove pecore fuori e...una dentro", edito dalla Queriniana di Brescia. Quali sono le tematiche che affronti in questa tua prima opera?


Nel libro "Novantanove pecore fuori e... una dentro" affronto un tema che mi è sempre stato a cuore. Da bambino durante la ricreazione della scuola materna, ho buttato una buccia di banana per terra e per questo una suora mi aveva legato ad un palo. Per questo motivo ho deciso di non frequentare più la scuola materna e di non incontrare suore e preti. Solo più avanti una persona che stava studiando per essere prete, mi fece vedere un volto bello e gioioso della Chiesa che mi conquistò. Per questo, appena diventato prete, ho pensato sempre a dedicarmi a coloro che non frequentano più la parrocchia e che non vengono mai a Messa. Ho cercato anche dei luoghi singolari in cui incontrare i giovani quali la discoteca e lo stadio e posso dire di averne contattati tantissimi. Per questo ho scelto questo titolo che va proprio all'opposto della parabola della perduta. Una volta era una pecora che si perdeva su cento, ora invece è solo una che rimane nell'ovile. Se non usciamo a incontrare le persone e i giovani, tra un po' rimarremo senza nessuno. Oggi Papa Francesco sta andando proprio in quella direzione, aiutando molte persone e giovani a recuperare la speranza e la bellezza del credere.

Dal 2005 sei il presidente di GARDART, un'associazione che cerca di unire la dimensione del teatro alla realtà spirituale e biblica. Quali principi animano la tua associazione e di cosa vi occupate?

Nel 2005 ho iniziato un'esperienza molto singolare con l'associazione Gardart. Per caso avevo ritrovato una ragazza che era del mio paese di origine e che aveva frequentato la scuola del "Piccolo" di Milano. Nella mia parrocchia avevo appena svolto degli incontri biblici e mi piaceva mettere la Bibbia o comunque la dimensione religiosa a teatro. In quei mesi, poi, essendo cappellano della Polizia di Stato, avvenne un fatto molto grave. A Verona vennero uccisi da un serial killer due poliziotti. Per ricordarli, abbiamo pensato di mettere in scena Giobbe, che è adatto al teatro essendo un dramma. Da lì è partita la nostra avventura che ci ha portati a mettere in scena con l'ausilio di un pianista altri spettacoli tipo "Il Cantico dei Cantici","San Francesco"e "In nome della Madre" di Erri De Luca. Siamo partiti con pochi spettacoli all'anno e poi siamo cresciuti andando nelle Chiese, negli oratori, nelle piazze, nei teatri, in tutti i luoghi nei quali sia possibile annunciare il Vangelo grazie all'arte. Ora da due anni non sono più presidente di questa associazione, però quando posso li seguo e sono felice che il nostro piccolo cammino si sia trasformato in un percorso seguito da tante persone.

Nel 2009 inizia il tuo percorso di incontro con molti personaggi del mondo dello spettacolo. Come hai contattato gli artisti e in quanti partecipano?  Durante gli incontri quali sono le questioni e gli argomenti trattati?

Avendo vissuto questa splendida esperienza di teatro unito al sacro, ho pensato di contattare artisti del mondo del teatro, per vedere se tale progetto potesse avere una risposta a livello nazionale. Per fortuna mi è venuto incontro facebook, perché proprio grazie a tale strumento, ho chiesto l'amicizia a persone che vivevano il mondo artistico. Dopo averle contattate su facebook e aver dialogato tramite le mail con alcuni di loro, sono sceso da Verona a Roma per incontrarle personalmente. Così dal 2009 fino all'inizio del 2013 ho vissuto questa avventura. Chiaramente, conoscendo il mondo artistico, sono venuto a vedere anche gli spettacoli degli artisti, tra cui numerose prime. Specie alle serata delle prime, venivo invitato alle cene del dopo spettacolo e anche lì ho potuto conoscere dal vivo altri artisti. All'inizio di quest'anno ho pensato di radunare tutti gli artisti che avevo conosciuto al mio compleanno che è a fine anno, ma che ho festeggiato a Roma il 7 gennaio. Sono venuti 25 artisti e allora, dopo questa serata, ho creato degli incontri mensili con loro. Tali incontri si svolgono in due momenti. Nella prima parte creiamo un momento spirituale artistico molto libero nel quale affrontiamo una figura religiosa tipo Maria di Nazaret o San Francesco. Ognuno ha a disposizione sei-sette minuti per presentare la figura in questione a seconda della propria arte. Tramite una prosa, una poesia, un balletto, un canto lirico, un mimo, una piccola scultura ma anche un cibo che rappresenti tale figura. Lo scopo non è quello di sentirci più bravi degli altri nel proporre il pezzo, ma di condividere il proprio cammino spirituale con ciò che di specifico ci appartiene. Nella seconda parte, invece, celebro la Santa Messa, invitando gli artisti a gustare questo rito che è arte e coinvolgendoli nelle preghiere dei fedeli, a volte nella stessa omelia e specialmente nel canto vista la presenza di professionisti in tale settore.

Organizzi viaggi a Medjugorje per artisti. Cosa rappresenta per un artista nello specifico e per una persona in senso generale il pellegrinaggio?

Medjugorje l'ho conosciuta solo due anni fa e subito è nato un profondo amore con questo magico luogo. Da allora sono stato altre volte e, se posso, ogni anno faccio un paio di pellegrinaggi. Come artisti, abbiamo svolto il primo pellegrinaggio a settembre e pensiamo di proporne un altro ad aprile. A parte la presenza di molti artisti convertiti che vanno a Medjugorje, questo luogo lo trovo adatto al nostro percorso per almeno tre motivi. Il primo è l'atmosfera di Medjugorje che ti invita a stare sereno, tranquillo, senza problemi, ossia a staccare la spina da tutte le fatiche quotidiane che ci portiamo dietro. L'artista in specie scopre la propria umanità e la bellezza della propria identità. Un secondo motivo si lega all'esperienza che si vive e che è fatta di continua magia e colpi di scena, perché a Medjugorje ti capitano le cose più strane del mondo. A noi è successo a settembre di essere tra i primi a vedere la Madonna di Lourdes che si era illuminata nella casa della veggente Vicka. Abbiamo anche incontrato una persona con le stimate e ricevuto l'imposizione delle mani e la preghiera dalla stessa veggente Vicka. E sono momenti indescrivibili! Ci siamo messi a pranzo a parlare per tre ore di fede, di Maria, e questo ci ha sconvolti, perché molti degli artisti che vengono non sempre frequentano la Chiesa. Infine Medjugorje è il luogo del cambiamento, della conversione, del rivedere totalmente la propria vita. E per chi vive di palco, di applausi, sa cosa significa tale cambiamento. Per questo ritengo che il pellegrinaggio a Medjugorje sia da inserire in un percorso artistico, come luogo motivante un cammino di fede.

Ci illustri il programma dei tuoi appuntamenti artistico-spirituali?

I nostri incontri avvengono con cadenza mensile. Attualmente siamo in una casa atelier gentilmente concessa da un'artista vicino al San Camillo a Roma. Facciamo gli incontri il lunedì perché è la serata in cui nei teatri non si recita, per cui gli attori sono più disponibili. In genere iniziamo con un aperitivo alle ore 20,30 per cominciare il momento artistico alle ore 21 e la Santa Messa alle ore 22. Chiudiamo con una bella cena in sintonia con il cammino della serata verso le ore 23 e poi ci si ferma chiacchierare, a parlare, semplicemente nello stile gioioso e fraterno di un incontro. La serata di dicembre sarà lunedì 9 dicembre e poi fisseremo gli appuntamenti per i prossimi mesi. Non abbiamo ancora un sito, comunque io sono presente su facebook e la mia mail per eventuali contatti è: trapgio@alice.it.


Claudia Conte

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