Cari lettori del
Corriere dello Spettacolo, quella di oggi è una intervista speciale,
extra-ordinaria, come la persona che sto andando ad intervistare… Don Luigi
Trapelli, un sacerdote che si occupa di arte e che è molto vicino ai giovane e
agli artisti.
Carissimo Don Luigi,
grazie per avermi concesso questa intervista! Nel 2011 hai scritto un libro
intitolato "Novantanove pecore fuori e...una dentro", edito dalla
Queriniana di Brescia. Quali sono le tematiche che affronti in questa tua prima
opera?
Nel libro "Novantanove pecore fuori e... una
dentro" affronto un tema che mi è sempre stato a cuore. Da bambino durante
la ricreazione della scuola materna, ho buttato una buccia di banana per terra
e per questo una suora mi aveva legato ad un palo. Per questo motivo ho deciso
di non frequentare più la scuola materna e di non incontrare suore e preti.
Solo più avanti una persona che stava studiando per essere prete, mi fece
vedere un volto bello e gioioso della Chiesa che mi conquistò. Per questo,
appena diventato prete, ho pensato sempre a dedicarmi a coloro che non
frequentano più la parrocchia e che non vengono mai a Messa. Ho cercato anche
dei luoghi singolari in cui incontrare i giovani quali la discoteca e lo stadio
e posso dire di averne contattati tantissimi. Per questo ho scelto questo
titolo che va proprio all'opposto della parabola della perduta. Una volta era
una pecora che si perdeva su cento, ora invece è solo una che rimane
nell'ovile. Se non usciamo a incontrare le persone e i giovani, tra un po'
rimarremo senza nessuno. Oggi Papa Francesco sta andando proprio in quella
direzione, aiutando molte persone e giovani a recuperare la speranza e la
bellezza del credere.
Dal 2005 sei il
presidente di GARDART, un'associazione che cerca di unire la dimensione del
teatro alla realtà spirituale e biblica. Quali principi animano la tua
associazione e di cosa vi occupate?
Nel 2005 ho iniziato un'esperienza molto singolare con
l'associazione Gardart. Per caso avevo ritrovato una ragazza che era del mio
paese di origine e che aveva frequentato la scuola del "Piccolo" di
Milano. Nella mia parrocchia avevo appena svolto degli incontri biblici e mi
piaceva mettere la Bibbia o comunque la dimensione religiosa a teatro. In quei
mesi, poi, essendo cappellano della Polizia di Stato, avvenne un fatto molto
grave. A Verona vennero uccisi da un serial killer due poliziotti. Per
ricordarli, abbiamo pensato di mettere in scena Giobbe, che è adatto al teatro
essendo un dramma. Da lì è partita la nostra avventura che ci ha portati a
mettere in scena con l'ausilio di un pianista altri spettacoli tipo "Il
Cantico dei Cantici","San Francesco"e "In nome della
Madre" di Erri De Luca. Siamo partiti con pochi spettacoli all'anno e poi
siamo cresciuti andando nelle Chiese, negli oratori, nelle piazze, nei teatri,
in tutti i luoghi nei quali sia possibile annunciare il Vangelo grazie
all'arte. Ora da due anni non sono più presidente di questa associazione, però
quando posso li seguo e sono felice che il nostro piccolo cammino si sia trasformato
in un percorso seguito da tante persone.
Nel 2009 inizia il tuo
percorso di incontro con molti personaggi del mondo dello spettacolo. Come hai
contattato gli artisti e in quanti partecipano?
Durante gli incontri quali sono le questioni e gli argomenti trattati?
Avendo vissuto questa splendida esperienza di teatro
unito al sacro, ho pensato di contattare artisti del mondo del teatro, per
vedere se tale progetto potesse avere una risposta a livello nazionale. Per
fortuna mi è venuto incontro facebook, perché proprio grazie a tale strumento,
ho chiesto l'amicizia a persone che vivevano il mondo artistico. Dopo averle
contattate su facebook e aver dialogato tramite le mail con alcuni di loro,
sono sceso da Verona a Roma per incontrarle personalmente. Così dal 2009 fino
all'inizio del 2013 ho vissuto questa avventura. Chiaramente, conoscendo il
mondo artistico, sono venuto a vedere anche gli spettacoli degli artisti, tra
cui numerose prime. Specie alle serata delle prime, venivo invitato alle cene del
dopo spettacolo e anche lì ho potuto conoscere dal vivo altri artisti.
All'inizio di quest'anno ho pensato di radunare tutti gli artisti che avevo
conosciuto al mio compleanno che è a fine anno, ma che ho festeggiato a Roma il
7 gennaio. Sono venuti 25 artisti e allora, dopo questa serata, ho creato degli
incontri mensili con loro. Tali incontri si svolgono in due momenti. Nella
prima parte creiamo un momento spirituale artistico molto libero nel quale
affrontiamo una figura religiosa tipo Maria di Nazaret o San Francesco. Ognuno
ha a disposizione sei-sette minuti per presentare la figura in questione a
seconda della propria arte. Tramite una prosa, una poesia, un balletto, un
canto lirico, un mimo, una piccola scultura ma anche un cibo che rappresenti tale
figura. Lo scopo non è quello di sentirci più bravi degli altri nel proporre il
pezzo, ma di condividere il proprio cammino spirituale con ciò che di specifico
ci appartiene. Nella seconda parte, invece, celebro la Santa Messa, invitando
gli artisti a gustare questo rito che è arte e coinvolgendoli nelle preghiere
dei fedeli, a volte nella stessa omelia e specialmente nel canto vista la
presenza di professionisti in tale settore.
Organizzi viaggi a
Medjugorje per artisti. Cosa rappresenta per un artista nello specifico e per
una persona in senso generale il pellegrinaggio?
Medjugorje l'ho conosciuta solo due anni fa e subito è
nato un profondo amore con questo magico luogo. Da allora sono stato altre
volte e, se posso, ogni anno faccio un paio di pellegrinaggi. Come artisti,
abbiamo svolto il primo pellegrinaggio a settembre e pensiamo di proporne un
altro ad aprile. A parte la presenza di molti artisti convertiti che vanno a
Medjugorje, questo luogo lo trovo adatto al nostro percorso per almeno tre motivi.
Il primo è l'atmosfera di Medjugorje che ti invita a stare sereno, tranquillo,
senza problemi, ossia a staccare la spina da tutte le fatiche quotidiane che ci
portiamo dietro. L'artista in specie scopre la propria umanità e la bellezza
della propria identità. Un secondo motivo si lega all'esperienza che si vive e
che è fatta di continua magia e colpi di scena, perché a Medjugorje ti capitano
le cose più strane del mondo. A noi è successo a settembre di essere tra i
primi a vedere la Madonna di Lourdes che si era illuminata nella casa della
veggente Vicka. Abbiamo anche incontrato una persona con le stimate e ricevuto
l'imposizione delle mani e la preghiera dalla stessa veggente Vicka. E sono
momenti indescrivibili! Ci siamo messi a pranzo a parlare per tre ore di fede,
di Maria, e questo ci ha sconvolti, perché molti degli artisti che vengono non
sempre frequentano la Chiesa. Infine Medjugorje è il luogo del cambiamento,
della conversione, del rivedere totalmente la propria vita. E per chi vive di
palco, di applausi, sa cosa significa tale cambiamento. Per questo ritengo che
il pellegrinaggio a Medjugorje sia da inserire in un percorso artistico, come
luogo motivante un cammino di fede.
Ci illustri il
programma dei tuoi appuntamenti artistico-spirituali?
I nostri incontri avvengono con cadenza mensile.
Attualmente siamo in una casa atelier gentilmente concessa da un'artista vicino
al San Camillo a Roma. Facciamo gli incontri il lunedì perché è la serata in
cui nei teatri non si recita, per cui gli attori sono più disponibili. In
genere iniziamo con un aperitivo alle ore 20,30 per cominciare il momento
artistico alle ore 21 e la Santa Messa alle ore 22. Chiudiamo con una bella
cena in sintonia con il cammino della serata verso le ore 23 e poi ci si ferma
chiacchierare, a parlare, semplicemente nello stile gioioso e fraterno di un
incontro. La serata di dicembre sarà lunedì 9 dicembre e poi fisseremo gli
appuntamenti per i prossimi mesi. Non abbiamo ancora un sito, comunque io sono
presente su facebook e la mia mail per eventuali contatti è: trapgio@alice.it.
Claudia Conte
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