Romeo
e Giulietta
Francamente non se ne
sentiva la necessità, soprattutto di questi tempi, di una ennesima
trasposizione cinematografica di una delle opere più celebrate del grande
William Shakespeare. E si che il tempo passa e le nuove generazione sono, spiace
dirlo, sempre più ignoranti in merito di letteratura, ma l'opera del pur bravo
Carlo Carlei nulla toglie o aggiunge a tutto quello che si è già visto in un
secolo e passa di cinema e anche di teatro. Certo, sono pochi gli attori che
non vorrebbero almeno una volta nella vita vestire i panni dei celebri
innamorati di Verona, e tutto sommato nel piattume di opere odierne vedere bei
costumi, belle scene, musica adeguata e fotografia smagliante male non fa.
Sarebbe anche un piccolo cult questa trasposizione, se non fosse per tre
difetti non da poco. Il primo e, forse, più grave è la protagonista Hailee
Steinfeld che non riesce a reincarnare quel mix di sensualità e ingenuità che
Giulietta deve possedere, mentre il pur troppo effemminato Romeo di Douglas Booth
svolge egregiamente il suo compitino di giovane innamorato. Il secondo è che il
pur bravo Julian Fellowes, già sceneggiatore di Downtown Abbey, non regala
alcuna innovazione drammaturgica ad un opera si perfetta, ma che necessità di
una abbondante dose di leggerezza. Il terzo è che, dopo la versione di
Zeffirelli del 1968 e quella di Buz Lurhmann del 1996 è molto difficile
riuscire a stupire ed emozionare, fosse solo per il vento di novità che i
predecessori possedevano in nuce.
Hunger
Games 2: La ragazza di Fuoco

Gabriele Marcello
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