Napoli,
Palapartenope. Domenica 24 novembre 2013
Nessun rimpianto, se non quello per la
fine di tutto. Lo spettacolo appartiene al passato ormai e ai ballerini come ai
coreografi e ai direttori artistici resta una grande soddisfazione: aver
portato in scena un prodotto più che soddisfacente in cui è stato facile
distinguere l'impegno e la determinazione con cui tutti hanno lavorato.
Gli elementi del corpo di ballo hanno
raggiunto picchi di precisione tecnica e bellezza artistica, trascurando
raramente minimi dettagli riconoscibili soltanto all'occhio esperto.
Un esperimento riuscito quello del
gemellaggio tra Mosca e Napoli, del palcoscenico condiviso da giovani allievi e
altrettanto giovani étoiles, della messa in scena di due tra i balletti di
repertorio classico più difficili e temuti: Il Lago dei Cigni e Lo
Schiaccianoci.
Suggestivo il primo, notoriamente
romantico e dalle musiche universalmente conosciute, porta in scena 31 cigni
coordinati e omogenei fino al sincrono quasi impeccabile nella variazione dei
quattro cignetti. Il secondo atto del Lo Schiaccianoci spazza via con la gioia
festosa che lo caratterizza la malinconia del cigno e mette in scena, tra i
colori sgargianti dei costumi e la straordinaria capacità del corpo di ballo di
cambiare drasticamente registro espressivo, ben 80 elementi perfettamente in
grado di condividere la scena.
Non bisogna dimenticare che il
giudizio positivo che la serata merita tiene senza dubbio presente che si
tratta di ballerini ancora allievi e che di strada da fare ne hanno ancora
tanta, ma questa prima edizione di un progetto che si spera vada avanti, e cioè
l'incontro tra lo Young Russian Ballet e i govani danzatori campani, apre una
nuova strada alla danza classica oltre il convenzionale teatro lirico e ancor
più oltre il dilettantistico saggio di fine anno.
Manuela Barbato
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