Teatro Ambra Jovinelli. Dal
7 al 17 novembre 2013 poi in tournée
Andato in scena per
la prima volta a Londra al Mayfair Theatre per volontà di Gordon Chater che lo
trasforma con la sua interpretazione immediatamente nel grande successo THE
ELOCUTION OF BENJAMIN FRANKLIN è scritto nel 1976 da un giovane australiano
ancora alle prime armi, Steve J. Spears; si racconta di Robert George O’Brien,
cinquantenne gay non dichiarato, maestro di recitazione e logopedista di una
sedicente Accademia di Arti Drammatiche di Elocuzione Shakespeariana che per
tirare avanti dà lezioni private, tutto fila liscio nella sua grigia vita, fra
sognanti notti a letto con Mick Jagger, lunghe chiacchierate al telefono col
suo amico di sempre Bruce e gomitate per cercare approvazioni gratuite al busto
di William Shakespeare. Ogni tanto ama travestirsi da donna ma tutto rimane fra
le quattro mura di casa fino a quando non arriva a prender lezioni e a guarire
dalla sua balbuzie il dodicenne Benjamin Franklin, e il riferimento al ben più
noto fustigatore dei costumi americani e padre fondatore degli stati uniti non
è a caso. Ben presto fra i due, insegnante ed allievo, si instaura un consenziente
legame di affetto e una sottile quanto delicata dipendenza sessuale senza mai
sfociare in nulla di fisico.
Ma il mondo
circostante ai due malcapitati vede di malocchio questa, diciamo, relazione e
denuncia la situazione ed il disgraziato O’Brien si ritroverà così in una
clinica psichiatra a scontare le sue pene dove inevitabilmente trascorrerà gli
ultimi anni della sua vita fino al tragico epilogo.
Pièce delicata e a
tratti spassosa ed ancora attualissima incentrata sullo sforzo di comprendere
la pedofilia e le ragioni che la generano e sull’intolleranza sessuale da parte
di una società ancora con grossi problemi di apertura verso nuove identità
ancora tutte da codificare.
In Italia ha
interessato nel corso degli anni attori come Guido Cerniglia, Arnoldo Foà,
Antonio Salines, che si sono cimentati con questo straordinario cavallo di
battaglia per attore monologante, che, nonostante gli anni, non mostra crepe,
al contrario è di estrema attualità.
Giancarlo Sepe da
sempre attratto da questo testo, lo fa diventare semplicemente BENIAMINO, lo
adatta e lo mette in scena per la prima volta al Festival dei Due Mondi di
Spoleto al Teatro Caio Melisso nel luglio del 2012 con l’interpretazione di
Paolo Ferrari ed ora sempre per la Bis Tremila s.r.l, che produce lo spettacolo,
lo ri-visita e lo ri-ispeziona, lo ri-esamina con e per Ennio Fasntatichini.
Sospende tutta
l’azione in un immenso spazio nero con solo tre veneziane nere a far da
fondale, adatta e riduce il lungo testo a cinque tappe, come cinque sono le
piccole pedanine/praticabili in proscenio dove sono distribuiti i pochi ma
essenziali oggetti di scena: cinque stazioni quindi del calvario di questo
povero imbelle e nostro contemporaneo miserabile cristo, che con l’inevitabile
e preziosa collaborazione e cura di Harmonia Team crea uno strato sonoro,
sottile e persistente, che per tutta la durata dello spettacolo attraversa
trasversalmente con toni di evanescenza, preziosi ed incisivi, creando un’atmosfera
di assoluta rarefazione ma lascia assolutamente libero il suo attore agli
inevitabili giochi attorali che il testo offre generosamente su di un piatto
d’argento.
Ennio, Fantastichini
dal canto suo, microfonato fin dall’ingresso in scena, fa dell’uso del
microfono un modo per esaltare le sue qualità tonali, non esagera mai nel
tratteggiare un carattere che potrebbe far cadere nelle facili insidie del
personaggio, non si dimena mai ma tiene con mano sicura le briglie della corsa
al massacro, si gioca al travestimento, si gioca a telefonare all’amico di
merende, si gioca a interloquire con l’allievo prediletto, si gioca a cercare
inutili approvazioni col busto del Bardo unico elemento decorativo della scena,
tutto è alluso e tutto è ricercato, fino all’unico momento in cui esplode la
luce, quando in clinica deve finalmente fare i conti con un inevitabile destino
prescritto dalle regole della pur corrotta società. Il suo immolarsi come capro
espiatorio è riscattato dalla lettera che stringe al cuore prima di pronunciare
per l’ultima volta il nome del suo amore.
Mario Di Calo
dal 7 al 17 novembre poi in
tourne
Bis Tremila s.r.l.
presenta
BENIAMINO
di Steve J. Spears
con Ennio Fantastichini
voce al telefono Pino
Tufillaro
musiche a cura di Harmonia
Team
regia Giancarlo Sepe
Teatro Ambra Jovinelli
Via Guglielmo Pepe 43
Roma
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