Roma, Teatro Roma. Dal 5 al 24
novembre 2013
“La felicità è amore, nient’altro” (Herman Hesse)
Tre anime in pena, tre amici che, superati i quarant’anni, tentano di dare un
nuovo senso alle loro vite, alle prese con le incertezze e la sensazione del
naufragio esistenziale, con l’angoscia di aver fatto tardi all’appuntamento con
la vita. Tre uomini non sull’orlo di una crisi di nervi, ma che fanno i conti
con la realtà, con quello che poteva essere e non è stato. Ma non si arrendono,
tentano nuove strade e con coraggio e comprensibili timori affrontano nuove
situazioni per cercare di essere felici Ma allora perché “tutta colpa della felicità”? La risposta prende corpo durante la
storia e si palesa nel finale, quando la solitudine del protagonista sembra
davvero frutto dei tentativi per raggiungerla. Tanta vita in questa nuova,
gradevolissima commedia scritta, diretta e interpretata da Marco Falaguasta
insieme ad un cast piacevolmente sorprendente e che trasmette un’armonia
d’insieme che colpisce da subito lo spettatore.
Simone (Marco Fiorini) è un prete in crisi che si scopre innamorato, Daniele (Marco Falaguasta) ha lasciato la professione di dentista e si sta separando dalla moglie Marzia (Francesca Nunzi), Pino (Pietro Scornavacchi) un esilarante commercialista che ha da poco trovato una nuova compagna, Priscilla (Alessandra Bellini). In qualche modo, tutti i personaggi hanno riconquistato la loro libertà, o se non altro hanno preso coscienza di volerlo fare, ma la domanda che pone la commedia è se la riconquista della propria indipendenza da tutto ciò che si ritiene sbagliato nella propria vita, corrisponda poi al raggiungimento della felicità. Domanda che può apparire puerile (non può esserci una risposta univoca e milioni sono le variabili) ma che questa commedia porge in modo talmente delicato, con una tale armonia tra gli interpreti, e in modo così intelligente e divertente che riesce ad appassionare e anche a commuovere fino all’ultima scena. Molto merito va alla bravura degli attori sul palco, che riescono a dare assoluta credibilità ai personaggi interpretati e a trasmettere grande umanità, verità di vite vissute. Fiorini riesce a dare corpo ai dubbi del suo personaggio in modo dolce e mai sopra le righe; Scornavacchi si conferma spalla di prim’ordine con i suoi perfetti tempi comici; Falaguasta ribadisce come anche un “sex symbol” (tantissime donne in platea) possa essere attore vero, nonché autore di tutto rispetto e questo è assai raro; Francesca Nunzi bella, vulcanica e comunicativa in ogni suo gesto e sguardo; Alessandra Bellini una ventata di freschezza.
Simone (Marco Fiorini) è un prete in crisi che si scopre innamorato, Daniele (Marco Falaguasta) ha lasciato la professione di dentista e si sta separando dalla moglie Marzia (Francesca Nunzi), Pino (Pietro Scornavacchi) un esilarante commercialista che ha da poco trovato una nuova compagna, Priscilla (Alessandra Bellini). In qualche modo, tutti i personaggi hanno riconquistato la loro libertà, o se non altro hanno preso coscienza di volerlo fare, ma la domanda che pone la commedia è se la riconquista della propria indipendenza da tutto ciò che si ritiene sbagliato nella propria vita, corrisponda poi al raggiungimento della felicità. Domanda che può apparire puerile (non può esserci una risposta univoca e milioni sono le variabili) ma che questa commedia porge in modo talmente delicato, con una tale armonia tra gli interpreti, e in modo così intelligente e divertente che riesce ad appassionare e anche a commuovere fino all’ultima scena. Molto merito va alla bravura degli attori sul palco, che riescono a dare assoluta credibilità ai personaggi interpretati e a trasmettere grande umanità, verità di vite vissute. Fiorini riesce a dare corpo ai dubbi del suo personaggio in modo dolce e mai sopra le righe; Scornavacchi si conferma spalla di prim’ordine con i suoi perfetti tempi comici; Falaguasta ribadisce come anche un “sex symbol” (tantissime donne in platea) possa essere attore vero, nonché autore di tutto rispetto e questo è assai raro; Francesca Nunzi bella, vulcanica e comunicativa in ogni suo gesto e sguardo; Alessandra Bellini una ventata di freschezza.
Tutti insieme, senza dimenticare Noemi
Giangrande che appare nella scena finale,
rendono efficace il testo, che parte da un primo atto dove a tratti si
respira un’aria decadentista tanto da far venire in mente i versi di Gozzano “non amo che le rose che non colsi, non amo
che le cose che potevano essere e non sono state” e via via decolla
affrontando le situazioni di ogni personaggio, forse eccedendo nel secondo atto
in qualche tempo troppo lungo e in una scelta registica che sembra a volte
“rincorrere” le tante situazioni dei personaggi, i tanti validi contenuti che
offrono le loro storie.
Considerato che una “prima” è sempre un
cantiere aperto, la nuova commedia di Falaguasta esordisce con successo in un
Teatro Roma quasi esaurito ed ha il pregio di portare in scena, senza banalità,
problematiche più che mai attuali, miscelando con grazia e opportuna leggerezza
i momenti comici con quelli più introspettivi. Davvero un inizio
convincente.
Paolo Leone
"Tutta
colpa della felicità"
di Marco Falaguasta.
Con:
Marco Falaguasta, Marco Fiorini, Pietro Scornavacchi, Francesca Nunzi,
Alessandra Bellini.
e
con Noemi Giangrande.
Regia:
Marco Falaguasta
produzione
esecutiva Pro.Tea
organizzazione:
Razmataz
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