Milano, Teatro Elfo
Puccini, Sala Shakespeare. Dal 7 al 31 dicembre 2013
Vedere la sala
gremita di pubblico di tutte le età in
un teatro impegnato come l’Elfo Puccini è un ottimo segnale di cultura, di partecipazione e di successo.
Il motivo di tanto meritato entusiasmo è uno
strepitoso “Alice underground” , titolo che Lewis Carroll, pseudonimo del
reverendo Charles Lutwidge Dodgson, scrittore e matematico inglese, diede nel
1865 alla versione originaria della
fiaba, e che Bruni e Frongia mantengono
rigorosamente per raccontarci un viaggio
nelle viscere di quello che non è ma che potrebbe essere, della logica
illogica, del tempo senza tempo, dello spazio in-finito. È il trionfo
dell’immaginazione, della fantasia e del
sogno con tutte le loro sfumature,
linguaggi, simbolismi sulla piatta e deludente realtà, sul mondo adulto, quello
delle convenzioni e dei divieti. È il
mondo dei bambini che sanno credere
nella magia e nel potere dei giochi di trasformare il mondo e non di esserne vittime.
Gigantesche farfalle
sullo sfondo di un prato verde, sono la
prima immagine di questa discesa nel sottosuolo della mente, del tempo e dello
spazio, e noi spettatori, adulti felici
di essere tornati bambini e bambini
felici di essere i veri
protagonisti della storia,
ci lasciamo trasportare insieme alla mitica Alice, di
anni sette e sei mesi, la cui età
“è piuttosto scomoda” come le ricorda Humty Dumpty, in un mondo che è la summa di paure, desideri
e attese dell’età infantile.
Alice però è in
grado, nonostante un panico e un disagio iniziali, di far fronte alle situazioni più diverse, ai
personaggi più strani, agli imprevisti,
dimostrando forza, coraggio e un’intelligenza innata, da bambina
matura che si ribella al monito “Taci,
tu non sai un bel niente!” oppure “Parla solo quando sei interrogata”. “Ma se
tutti parlassero solo quando sono interrogati, e ognuno aspettasse il permesso
per parlate, nessuno direbbe mai niente” ecco la saggezza e il buon senso
propri di Alice che ingigantisce e mette KO cervelloni, re e regine. Eppure
Alice è la creatrice di una logica
surreale che sovverte le cose, che trasforma in simboli gli oggetti di tutti i
giorni, che eleva l'irrazionale a regola della vita.
Molto bravi gli
attori, tra cui spicca Elena Russo Arman, la nostra eroina, qui in un ruolo che
le è decisamente congeniale, esagerato e fanciullesco, allegro e ingenuo, timido e dolce, che interpretano con grande versatilità più
ruoli, animali o uomini che siano, aiutati da una inventiva realizzazione dei costumi. E un Oscar per le
scenografie simili ad un caleidoscopio
variopinto e originalissimo di trecento disegni dipinti ad acquarello
proiettati sullo schermo, che animano e modernizzano la fiaba trasformandola in uno
straordinario cartone animato non privo di poesia oltre che grande divertimento.
L’ultima scena tra
Alice e l’Unicorno è l’incontro tra due mondi irreali e fantastici che hanno
bisogno, per esistere, di qualcuno che li sogni e che continui a crederci anche
al risveglio. Noi stasera ci abbiamo creduto.
Daria D.
con Elena Russo Arman Alice
Ida Marinelli Lo Spazio, Il Piccione, La Duchessa, Il
Ghiro, Il Due di Cuori, La Capra Dammelo, La Regina Bianca
Ferdinando Bruni Il Tempo,
Il Bruco, Il Lacchè Pesce, La Cuoca, Il Gatto, Il Cappellaio Matto, La Regina
Rossa, Il Controllore, Dimmelo, Humpty Dumpty, La Voce dell'Unicorno
Matteo De Mojana Il Coniglio
Bianco, Il Lacchè Rana, La Lepre Marzolina, Il Sette di Cuori, L' Uomo di
Carta, Il Cavaliere Bianco, L'Unicorno
luci Nando Frigerio,
suono e programmazione video
Giuseppe Marzoli
direzione e arrangiamento
delle canzoni Matteo De Mojana
assistente scene e costumi
Giorgio Raiola
produzione Teatro dell'Elfo
Bellissimo! Mi ha emozionato!
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