Cari lettori del
Corriere dello spettacolo oggi la vostra redattrice Claudia Conte vi presenta
un giovane scrittore, Emiliano Reali.
Che cosa vuol dire essere
uno scrittore? Soprattutto in un mondo dove tanti scrivono e pochissimi
leggono? Quale deve essere secondo te il suo ruolo?
Essere scrittore per
me significa solo arrendermi ad un’esigenza, qualcosa che parte dal mio dentro
e che sarebbe troppo difficile non ascoltare. Esserlo in un paese dove pochi
leggono e molti si improvvisano, dove editoria a pagamento o auto-pubblicazione
ingolfano il mercato, abbassando di gran lunga gli standard di qualità, non è
facile, ma neanche impossibile. Il ruolo dello scrittore è in parte quello di
raccontare di volta in volta una verità e di farla vivere ai lettori.
Ed il ruolo di Emiliano
Reali scrittore?
Da sempre mi occupo
di tematiche sociali, e questo l’ho fatto sia nello scrivere fiabe per bambini,
fantasy per adolescenti o nel redigere romanzi forti e a tratti crudi. La mia è
una scrittura spesso di denuncia per dar luce a cose che spesso per
disinteresse e ignoranza vengono mantenute nell’ombra.
C’è un episodio, un momento
significativo della tua vita in cui hai capito che questo sarebbe stato il tuo
mestiere?
Non avevo mai creduto
che questa sarebbe stata la mia strada, ma quando con un racconto scritto
svogliatamente in quindici minuti ho vinto un concorso della famosa Scuola
Holden è come se in me una scintilla fosse divampata in incendio e tutto è
divenuto chiaro. Dovevo scrivere!
Come hai cominciato? E
quando ti sei accorto di essere diventato uno scrittore “vero”?
Dopo aver vinto quel
premio ho iniziato a ordinare pensieri, appunti e ho dato vita nel 2004 al mio
primo romanzo. Uno scrittore vero? Tu dici che lo sono diventato?
Emiliano, cosa c’è nei tuoi
romanzi che non troviamo negli altri…
Non ho la presunzione
di credere che nelle mie opere ci sia qualcosa di irreperibile in altri testi,
ma posso di certo dirti cosa vi trovi. C’è onestà, verità, passione, dolcezza,
violenza, brutalità, voglia di sognare e di credere nel futuro, parlare del
torbido, immergervisi senza però perdere la speranza.
Invece, seriamente, chi sono
“gli altri”? Questa tematica è importante per i tuoi libri, perché?
Gli altri è chiunque,
gli altri sono gli occhi che ti incrociano in metropolitana, gli altri sono i
non ascoltati, i reietti, i poveri, quelli “diversi” dalla normalità (che io
credo per inciso non esista!). Io sogno un mondo dove persone diversamente
abili, con diverso orientamento sessuale, differente colore della pelle o
religione altra possano vivere in pace senza sentirsi incasellati, giudicati o
impediti nella loro libertà di essere e manifestarsi.
Sappiamo da tempo che hai un
progetto che attraversa la tua vita da circa dieci anni, un qualcosa che cambia
forma a seconda del tipo di espressione con la quale si scontra, narrativa,
teatro… ce ne parli?
Sì, molto volentieri.
Il mio primo romanzo “Ordinary” uscito nel 2004 è un’opera multiforme e
interattiva. Infatti nel 2008 è divenuto uno spettacolo teatrale, nel 2013 è
stato ripubblicato da Ded’A in una veste nuova, divenendo il primo AR Book in
Italia. Provo a spiegarvi cosa significa: oltre ad aver il vecchio caro libro
di carta tra le mani (peraltro totalmente riscritto e aggiornato), potrete
immergervi in realtà altre, infatti puntando il vostro device (telefonino,
tablet, i pad) di fronte alcune pagine partiranno dei video registrati da me e
lo staff Ded’A. Ma “Ordinary” non si è fermato a questo e ha nuovamente
cambiato forma, sta infatti per essere pubblicato nella veste di romanzo a
fumetti.
Ti senti nel posto giusto al
momento giusto in questo momento?
Mi sento in cammino,
non so ancora dove mi dirigo, ma sono sicuramente in divenire. L’Italia la
trovo un paese asfittico e difficile per chi di arte vuole vivere.
Progetti per il futuro?
Nel 2014 uscirà in
America, ovviamente in lingua inglese, il mio romanzo “Se Bambi fosse trans?”.
Nell’immediato sarò impegnato nella promozione di “Ordinary” la graphic novel,
a proposito vi aspetto tutti per l’anteprima nazionale venerdì 6 dicembre alle
ore 18 presso la libreria la Feltrinelli in via del Babuino 39 a Roma!
Grazie Emiliano per la tua
disponibilità! E’ stato un piacere intervistarti… sicura del fatto che creperà
ti lascio con un bel in bocca al lupo per la tua carriera!
Claudia Conte
ma quanta banalità tutta assieme mha michele
RispondiElimina