In
scena, sul palcoscenico del Teatro Nuovo
di Napoli, dal 20 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014, Els Jugadors, Jucatùre,
ovvero Giocatori, il “miglior testo straniero” della stagione teatrale, nella
special list del prestigioso Premio Ubu 2013 e il vincitore del Premio Butaca
2012, per il miglior testo in lingua catalana. Lo spettacolo è interpretato da
Renato Carpentieri, Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Giovanni Ludeno. Tratto da
Pau Mirò, tradotto e diretto da Enrico Ianniello.
Un appartamento, sito
nei Quartieri Spagnoli di Napoli, all’interno del quale quattro uomini di
mezz’età si incontrano per sfuggire alle rispettive tristi vite quotidiane. Il
professore (Renato Carpentieri), il becchino (Enrico Ianniello), l’attore (Tony
Laudadio) e il barbiere (Giovanni Ludeno) sono amici, confidenti, compagni di
sempre, pronti a supportarsi reciprocamente o semplicemente a condividere dei
giorni senza stimoli e con poche monete in tasca. Non ci sono soldi, non più.
Il professore, colui che ospita tutti nell’appartamento e che lascia la porta
aperta dando loro libero accesso in ogni momento, ha speso tutti i risparmi al
Casinò. Sono accomunati dai vizi di gioco, vizi dell’alcol e per qualcuno c’è
anche il bisogno di intrattenersi con prostitute, per sentirsi meno solo. Si
ritrovano puntualmente al tavolo da gioco, per la regolare partita a carte che
consente loro un attimo di evasione, un momento di distrazione da un fallimento
individuale e collettivo. Non c’è giudizio e non c’è alcun moralismo. Battute
spinte, talvolta eccessivamente, ma non c’è da meravigliarsi: gli spagnoli, più
degli italiani, utilizzano parolacce. Definite le “cattive parole”, eppure, se
pronunciate da indiscutibili attori di qualità non danno il senso della
volgarità, bensì rimandano a una lingua, il napoletano di un tempo, che sapeva
esser poetica sebbene utilizzasse terminologie grossolane. Spumeggiante e
ironico, sarcastico e divertente, Jucatùre mostra una società senza tempo e
senza spazio: potrebbe essere ieri, oggi, domani; potrebbe esser chiunque il
protagonista di quella situazione. Banalmente chiunque. Uomini senza
un’identità specifica, persone, amici che si rifugiano in un non-luogo dove non
vi sono pregiudizi e preconcetti, dove si può esser semplicemente sé stessi.
Poi un giorno l’idea di far girare la ruota, di modificare un destino che stava
dirigendosi verso la deriva: la trovata è quella di rapinare una banca. Non c’è
nulla di più complesso per un anziano con il bastone e un balbuziente, se non
si ha l’assoluta e totale approvazione dei “soci in affari”; ma, allo stesso
tempo, quando non si ha nulla da perdere, tanto vale rischiare. “Chi non risica
non rosica”, dicevano gli antichi.
Dunque il coraggio e,
contemporaneamente, un chiaro atto di trasgressione, possono riportare a quel
brio dimenticato e ad una apparente serenità, ormai lontana. Ci sono ancora
sogni, speranze; ci sono ancora anni da trascorrere ed è bene viverli al
meglio. O, semplicemente, c’è ancora la voglia di sperperare denari nelle
bische, comprando alcolici e biscotti. Perché, infondo, si sa: l’uomo, come il
lupo, perde il pelo ma non il vizio.
Francesca
Saveria Cimmino
Jucatùre (I Giocatori)
di Pau Mirò
traduzione e regia Enrico Ianniello
con
Renato Carpentieri, Enrico Ianniello,
Tony Laudadio, Giovanni Ludeno
Durata della rappresentazione 80’ circa,
senza intervallo
Nessun commento:
Posta un commento