Roma,
Teatro Eutheca. Dal 12 al 22 dicembre 2013

La rieducazione a cui verranno sottoposti dalle leggi dell’insolita Repubblica sarà essenzialmente quella dei cuori, depurati delle proprie sovrastrutture. Alla fine i padroni rimarranno padroni e gli schiavi resteranno schiavi, ma dopo essersi scambiati i ruoli per un periodo ed aver messo a nudo le altrui ma anche le proprie miserie. Quasi una lunga seduta psicanalitica di gruppo per comprendere, alla fine che, come declama Arlecchino, “diventare un uomo migliore: è questo l’onore”. Quella che fu definita “la piccola utopia” di Marivaux, continua ad interpellare il pubblico ancora oggi e molto appropriata è la location approntata nel teatro Eutheca, un gioiellino nella periferia romana, un vero teatro di posa, in cui il pubblico è parte integrale della scena (curata da Francesco Persico), una vera spiaggia di sabbia che vola tra le sedute, ai movimenti concitati dei protagonisti. Pulviscolo dorato attraverso cui filtrare l’analisi introspettiva dei personaggi e rendere ancor più funzionale la bella regia di Federica Tatulli, che dosa sapientemente le luci (di Barbati), eterna aurora e incombente crepuscolo, accompagnanando i turbamenti in divenire di schiavi e padroni, alla ricerca delle verità su sé stessi.

Paolo
Leone
“L’isola
degli schiavi” di P. C. De Marivaux.
Regia:
Federica Tatulli
Con:
Romano Talevi, Giovanni Grasso, Ilaria Piemontese e Lorena Ranieri.
Scenografia:
Francesco Persico
Costumi
Mariella D’Amico
Disegno
luci: Luca Barbati
Aiuto
regia: Salvatore Costa
Si
ringrazia l’ufficio stampa del teatro Eutheca: Valentina Masilli
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