Arezzo, Teatro Pietro
Aretino. Venerdì 29 novembre 2013
La leggenda vuole che
Vittorio Alfieri decidesse il destino dei suoi scritti a seconda di come si
comportavano i suoi conoscenti durante la lettura di questi: se le sedie
scricchiolavano troppo, le pagine venivano date alla fiamme.
Nella serata
organizzata dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Arezzo e da Fidapa BPW Italy Sezione Arezzo, in occasione della giornata internazionale
per l'eliminazione della violenza contro le donne, il pubblico del Teatro
Pietro Aretino a malapena si muoveva, neanche lo si sentiva tossire.
Lo spettacolo
"Mille passi" teso alla sensibilizzazione del pubblico sulla
questione femminile, non si limita a ciò, ma incanta con una scenografia
basilare, essenziale dove la parola regna incontrastata e diventa testimonianza
obiettiva, nuda e cruenta di situazioni reali delle nostre società moderne. Il
testo, che come mi spiega il regista Andrea Biagiotti, viene elaborato dal
gruppo (composto esclusivamente da donne) durante un percorso laboratoriale
sulla violenza contro le donne, acquisisce un'importante funzione sociale
grazie alle testimonianze che riporta ed è inoltre impreziosito dall'ottima
performance della compagnia, eccezionale nel rendere con grande sensibilità e
con un ottimo impatto visivo scene di violenza domestica, sopraffazione
psicologica ed emotiva, stupro e prostituzione, mettendo in luce, allo stesso
tempo, la fragilità, la forza e la bellezza di quelle che, con ironia sferzante
nella chiusa dello spettacolo, vengono definite "streghe". Quando è
la passione che ci permette di lanciare un messaggio con così tanta intensità
non è necessario essere dei professionisti, ma basta essere degli attori, nella
fattispecie delle attrici.
Il tutto viene
incorniciato dalla mano esperta del regista, capace di inanellare le diverse
storie con praticità ed immediatezza, trasformando così lo spettacolo in un
lungo respiro, dove lo spettatore ha solo pochi e brevi momenti per poter
riprendere fiato dalla forza delle immagini che sta ricevendo. Anche la scelta
musicale, di ottimo gusto, entra a far parte della scena con un ruolo attivo,
non limitando la sua funzione al semplice sotto fondo, ma intensificando ancora
di più il potere che questo spettacolo dona alla parola.
Perché mille passi?
Perché quanti passi occorrono per colmare le disparità tra l'universo femminile
e quello maschile? Quanti ne occorrono per tutelarlo e quanti ancora per
giungere ad un obiettivo comune di civile convivenza? Forse mille passi non
bastano neppure. Tuttavia, attraverso l'arte, in questo caso teatrale, abbiamo
la possibilità che queste immagini, questi pensieri, questi ideali rimangano in
noi e, soprattutto (si spera), vivano in noi. Le norme non sono tutto,
specialmente se non hanno una base etica e razionale che le sostenga, per
questo motivo la cultura è oggi l'unica strada che, nella nostra società, deve
essere intrapresa, affinché questi mille passi diventino cento o anche meno,
ricordandoci però che le ingiustizie e le disuguaglianze sono troppe e che non
si deve mai smettere di camminare.
Massimo Quarta
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