31 gennaio, 2014

Mark Drusco. La melodia sovrasensibile degli “Armony Haiku”. Intervista curata da Stefano Duranti Poccetti


Buonasera Mark. Innanzitutto potresti presentarti spiegando il tuo percorso e la tua formazione artistica?

Io sono completamente autodidatta, non ho frequentato il Conservatorio, non ho avuto maestri, se non la musica stessa. Un giorno seppi di possedere questo talento, che premeva dirompente per essere riconosciuto da me, così assecondai la mia natura e presi a studiare composizione sulle partiture dei classici, specialmente barocchi. La musica barocca, quella di Henry Purcell, di Marin Marais, di J.S. Bach, fu il mio punto di riferimento armonico.

“Blind date”, coreografia e regia di Mei-hong Lin


Teatro Manzoni, Milano. Dal 27 al 29 gennaio 2014

“Blind date” è un titolo che punzecchia i nostri sensi, mette in moto le nostre fantasie, lasciandoci immaginare chissà che. Le aspettative sono tante, nemmeno fossimo in un luogo proibito, un nigh club con i privè, un locale di burleque…
Il Teatro Manzoni di Milano non è certamente tutto questo,  anzi è un teatro con tutti i crismi, elegante architettonicamente e che ospita una stagione molto prolifica e interessante, dalla prosa alla musica jazz al balletto. Tanto di cappello. E quindi non è colpa sua se questa sera le nostre aspettative sono rimaste deluse, lasciandoci con l’idea che in fondo il blind date sia una cosa da ragazzini inesperti, che prima sfarfallano per la sala, in piena luce (peccato) teasing gli spettatori, in attesa che arrivino i ritardatari. Ce la mettono tutta, ma il risultato è un  giochino facile nemmeno troppo seducente, per cui ci viene il dubbio che  scherzare e ironizzare sia  il fine della coreografa Mei-hong Lin,  e questo potrebbe anche andare bene, ognuno vede le relazioni tra uomo e donna come gli/le pare ma tutto lo spettacolo è abbastanza slegato, e il senso scompare, se appena lo si afferra, quando c’è.

30 gennaio, 2014

“Il Grande Mago”. Chi è l’errore? Di Paolo Leone


Teatro della Cometa, Roma. Dal 28 gennaio al 16 febbraio 2014

Le mani e i piedi, quelli no…rimangono maschili a dispetto di tutto il resto, come stimmate che inchiodano Aurora sulla croce dei benpensanti, di quelli che non capiscono, che rifiutano, che hanno paura. Un’altra distrazione del Grande Mago, forse. Un cubo magico in cui qualche colore, nonostante la volontà, rimane fuori posto. Racconta Aurora il suo precedente sé maschile, Andrea, quell’”errore” che da adolescente la fa diventare oggetto di scherno, di sfacciati esperimenti femminili. Prega, perché “l’errore lo avete fatto voi”. Non è un uomo ma non gli piacciono gli uomini. Poi, l’incontro con la donna, a suo modo disperata, che sembra cambiargli la vita, l’unica persona che sembra capirlo.

29 gennaio, 2014

Ritrovare la voce dei sognatori. A Roma un laboratorio di tecnica interpretativa per giovani attori. Di Paola Pini


A febbraio, dal 15 al 21 febbraio, sarà possibile, attraverso l’opera dei grandi poeti russi del Novecento, iniziare un percorso che permetta di affinare la tecnica dell’uso della voce parlata e cantata.
Daniele Salvo, regista affermato in moltissimi teatri nazionali, con al suo attivo spettacoli di enorme successo, assieme a Melania Giglio, attrice e cantante eclettica, uno dei timbri più inconfondibili del panorama teatrale italiano, organizzano un laboratorio destinato esclusivamente ad attori professionisti, selezionati in base al curriculum.
Attraverso l’opera di Vladimir Majakovskij, Sergej Esenin, Boris Pasternak, Marina Cvetaeva, Osip Mandel’stam, Anna Achmatova, Aleksandr Blok e Arsenij Tarkovskij, repertorio vitale, altissimo e profondo, si intende dare la possibilità di  potenziare le proprie abilità tecniche.

Per iscriversi (entro e non oltre il 10 febbraio) o avere ulteriori informazioni si può visitare la pagina facebook:


Paola Pini

Diaphanès teatro presenta: “…viene il mattino azzurro” per Aspera ad Astra. Di Daria D.


Milano, Arci Ohibò, Via Benaco 1. 26 gennaio 2014


Viene il mattino azzurro
nel nostro padiglione:
sulle panche di sole
e di crudissimo legno
siedono gli ammalati,
non hanno nulla da dire,
odorano anch’essi di legno,
non hanno ossa né vita,
stan lì con le mani
inchiodate nel grembo
a guardare fissi la terra.

  
Era giusto ricordare la poesia di Alda Merini da cui prende il titolo lo spettacolo di Mario Barzaghi, regista dalla lunga esperienza, fondatore del Teatro dell’Albero nel 1999,  e ora di questa nuova compagnia Diaphanès, incentrato sullo stretto legame, direi quasi una simbiosi inevitabile, tra follia e arte, sofferenza e creazione.

28 gennaio, 2014

“Sangue”: dolore e morte sono la vita. Di Francesca Saveria Cimmino


Sangue, un film di Pippo Delbono, vincitore a Locarno del premio Don Chisciotte, è interpretato dallo stesso Delbono, Margherita Delbono e Giovanni Senzani. Sono due le storie che il regista e attore intreccia in 92 minuti: da un lato, il terrorista appartenente al gruppo delle Brigate Rosse  Giovanni Senzani che racconta sia di quando nell'agosto dell’81 giustiziò Roberto Peci, sia di Anna Fenzi, la donna amata che lo aspettò per 23 anni e, dall’altro lato, Margherita Delbono, la sua lotta contro il cancro, il viaggio del figlio a Tirana per cercare una medicina cubana, (ovvero, il veleno dello scorpione blu), atta a curare il brutto male e, infine, la degenerazione. Due storie distinte e separate che però non appartengono a linee parallele: c’è un momento in cui ci si incontra, tutti, in uno stesso posto: quello spazio è la morte. Ci si è sempre chiesti fin dove la macchina da presa potesse arrivare.

27 gennaio, 2014

"Parola Amore" di Alessandro Fea. L’analisi di una parola, l’impossibilità di possederla. Di Paolo Leone


Teatro Tor bella monaca, Roma. Dal 23 al 26 gennaio 2014

Foto Fabio Bartoccioni
L’amore come parola, l’amore come concetto, l’amore come vissuto umano, come cura, come disperazione, come illogicità, come infinita tenerezza. L’amore come fuoco che divora o come alito di vento fresco nel deserto delle emozioni. La parola Amore, usata, abusata, bistrattata o esaltata. E ancora l’amore diverso, l’amore come infelicità o come unica via, soluzione estatica alle brutture del mondo.

"Il venditore di sigari di Amos Kamil". Regia di Alberto Oliva. Di Daria D.


Teatro Litta, Milano. Dal 24 gennaio al 9 febbraio 2014

Berlino 1947, due sopravvissuti alla guerra, chi in un modo e chi in un altro, s’incontrano tutte le mattine quando apre il negozio di sigari di fronte alla stazione centrale.  Uno li compra, l’altro li vende. Un commercio come tanti altri ma che qui, nel testo dell’autore israeliano Amos Kamil, diventa il pretesto per una conversazione che va ben di là dalle chiacchiere che si fanno in un negozio di articoli per fumatori, anche se “il sigaro intorpidisce i dispiaceri e riempie le ore solitarie con milioni di deliziose immagini”.

26 gennaio, 2014

Mitsuko Uchida. Tra bravura, qualche pecca e un gesto un po’ scortese. Il recital della pianista al Théâtre des Champs-Élysées. Di Stefano Duranti Poccetti


Théâtre des Champs-Élysées, Parigi. Sabato 25 gennaio 2014

Una buona serata di musica quella a cui ho assistito sabato nello splendido Théâtre des Champs-Élysées, un recital che ha visto come protagonista la pianista giapponese Mitsuko Uchida, alle prese con il suo amato (nel senso artistico del termine) Schubert e con il padre del Romanticismo Beethoven. Sono due i pezzi in programma, la “Sonata n.8 in sol maggiore” del primo e le “Variazioni Diabelli” del secondo.

Intervista con Luca Notari. Il percorso, la consapevolezza, i sogni di un “artigiano” del musical. Intervista curata da Paolo Leone


Il 20 gennaio, a Milano, lo spettacolo, “Ciao amore ciao”, scritto da Piero Di Blasio, in cui è protagonista insieme a Stefania Fratepietro, ha vinto il Musical Award 2013 quale miglior “musical off” italiano. Lo incontro due giorni dopo, a Roma, ancora ebbro di felicità dopo il gran galà milanese al teatro Manzoni. Una persona, che nonostante la vittoria appena conquistata ed un curriculum artistico di grande livello, conserva nello sguardo l’umiltà, trasmette quella sensazione di ferma consapevolezza che il lavoro serio, duro, è quello che ti fa progredire. Che nulla nella vita è scontato e che anche la fortuna ha il suo ruolo. La saggezza nel capire che non basta aver talento e che tanti compagni di cordata (e lo dice con amarezza sincera) si perdono prima della vetta. Il Corriere dello Spettacolo è la prima rivista a cui si concede dopo il grande riconoscimento del Musical Award. Conosciamolo meglio, Luca Notari.

Luca, sono tanti anni che sei sulla scena. Hai esordito a vent’anni in “Melodica”, per la regia di Gigi Proietti. Chi era allora Luca Notari, quali i sogni, le speranze, le paure…

25 gennaio, 2014

Nebraska. Regia di Alexander Payne. Sceneggiatura originale di Bob Nelson . Di Daria D.


C’è anche un’ altra America,  cinematograficamente parlando,  che  non  è  quella della finanza, delle star, degli effetti speciali, delle sparatorie, degli inseguimenti, delle metropoli,   ma  quella fatta di silenzi, di distanze che sembrano infinite, di paesaggi incontaminati, di vecchiaia,  di sogni, di umiltà.
Il film “Nebraska”  candidato a quattro  premi Oscar, racconta tutto questo   in modo  estremamente semplice e chiaro, grazie ad   una regia misurata,  essenziale, che  non cerca mai di strafare o di imporsi sulla sceneggiatura e sulla recitazione,  toccando  così,  poesia, verità e bellezza. La sua forza sta nelle  parole non dette, negli sguardi, nella bravura  degli attori e  nella  fotografia  in bianco e nero, che in ogni inquadratura  ci ricorda Ansel Adams o Edward Hopper.

Evita Zaccaria e le sue “Suggestioni Pittoriche e Romantiche”. Di Claudia Conte ed Emanuele Ajello


Carissimi lettori del Corriere dello Spettacolo,
oggi la vostra redattrice Claudia Conte è a raccontarvi del Concerto pianistico di Evita Zaccaria, una delle migliori allieve del Conservatorio di musica “Santa Cecilia”, che si è svolto il 22 gennaio 2014 al Teatro “Keiros” di Roma ed al quale ho assistito insieme ad Emanuele Ajello.
Il concerto “Suggestioni Pittoriche e Romantiche” ha visto come protagonista il pianoforte romantico, dalle sue premesse al suo divenire.
La giovanissima pianista ha aperto con uno Studio da Concerto di Franz Liszt, intitolato “Un Sospiro”, studio virtuosistico, che possiede una melodia drammatica, quasi impressionista, appunto suggestiva.

24 gennaio, 2014

WELCOME TO MY WORLD Regia e coreografia di Enzo Cosimi. Di Daria D.


Triennale d’Arte Milano. Dal 23 al 26 gennaio 2014

Un percorso di trent’anni separa, o forse unisce, “ Calore” da “Welcome to My World”, il mondo della giovinezza ha lasciato spazio a quello della maturità, e con Enzo Cosimi anche là fuori molto è cambiato, non più gioioso e innocente, spensierato e malizioso,  ma  avvolto dalle tenebre,  assordante, impenetrabile, esagerato, tenuto in vita da scariche elettriche, una gabbia da dove, uomini come  uccelli impazziti, cercano di volare via.
Una luce caravaggesca illumina alcuni corpi  che si muovono come fossero  volatili, guardandosi, imitandosi, cercandosi,  tubano, gracchiano, strillano, poi un’eruzione, una catastrofe, uno sprigionamento di energia li investe facendo perdere loro il senso di quello che li circonda. A poco a poco perdono armonia, ragione, intelletto, tutto è perduto, non resta che cercare di scappare da un mondo che non riconoscono più.

“UNALAMPA”: vedi Napoli e poi muori



“UNALAMPA” in scena domani, sabato 25 gennaio alle ore 21.00 presso il Lanificio 25, è uno spettacolo che scoppia, come un lampada al neon, colpendo in viso gli spettatori con piccoli acuminati frammenti di verità, o forse semplicemente la sola verità di Roberto Azzurro, ideatore e interprete della pièce teatrale.  La performance è stata concepita col proposito di dare scandalo, per scuotere le nostre coscienze dalla lassista convinzione che “Napoli sia la città più bella del mondo”. Prolifico drammaturgo, regista e attore Roberto Azzurro con “UNALAMPA”, monologo in forma di invettiva, volto a sottolineare, dalla prospettiva di un napoletano, contraddizioni, anomalie e problematiche della nostra città: laddove tutto ciò che in qualsiasi altra città del mondo appare straordinario, a Napoli, si ripete quotidianamente come ordinario e che quindi ai napoletani tutto sia concesso. Provocatorio e azzardato, il monologo cerca di affrontare le innumerevoli problematiche, umane e civili, del capoluogo partenopeo.

23 gennaio, 2014

Serena Iansiti, la bellezza della bravura. Intervista curata da Stefano Duranti Poccetti



Ciao Serena, potresti per favore presentarti in breve parlandomi di come ti sei formata artisticamente?

Ho iniziato i primi corsi di recitazione mentre ero alle superiori; poi appena conseguito il diploma al liceo linguistico /scientifico, mi sono trasferita a Roma per iscrivermi all'università, al Dams.
Dopo aver frequentato alcuni laboratori teatrali, sono entrata poi al Centro Sperimentale di Cinematografia…
Ma continuo ancora ad "allenarmi"!

“Centovetrine” è stato forse il tuo trampolino di lancio, come ricordi quell’esperienza? So che ti sentivi molto distante dal personaggio da te interpretato.

22 gennaio, 2014

Intervista con Michele La Ginestra. L’artista della porta accanto. Intervista curata da Paolo Leone


E’ un bel colpo aver avuto la possibilità di approfondire la conoscenza di un bravissimo attore come Michele. La sua simpatia, la sua educazione, disponibilità e umiltà ci hanno accompagnato in questa carrellata sulla sua carriera, dagli inizi ai trionfi di Rugantino, all’inconfondibile stile che contraddistingue i suoi spettacoli. Le amicizie di una vita, la solidarietà tramite il suo teatro. Una persona vera, prima che un protagonista dei palcoscenici.

Michele, innanzi tutto grazie per aver accolto il Corriere nel tuo camerino, prima dello spettacolo. Documentandomi, ho scoperto che sei laureato in giurisprudenza e che hai esercitato la professione di avvocato. Come e quando nasce l’attore che conosciamo oggi?

Ma io ho sempre fatto l’attore, sin da quando ero piccolo..dai 15/16 anni, venendo fuori dalla classica parrocchietta nel senso che in parrocchia c’era la possibilità di esercitarsi a recitare. Era una passione, non pensavo che potesse diventare il mestiere della mia vita. Provenendo da una famiglia di laureati, era importante che io studiassi; facevo l’attore e studiavo, mi laureavo in legge e facevo l’attore, poi sono stato assunto da una compagnia di assicurazioni e facevo l’attore, facevo pratica per diventare avvocato e facevo l’attore, poi alla fine, diventato avvocato, campavo in modo diverso e vivevo in modo distaccato questa professione che purtroppo a volte ti costringe a fare anche delle cose brutte. Ho avuto la possibilità di poter scegliere, anche la libertà di poter aprire un teatro con cui non guadagnavo ma potevo fare delle scelte e quando iniziai a condurre “Solletico” in tv, decisi di lasciare tutto…avevo fatto anche una bella carriera… ma non mi pento nel modo più assoluto!

21 gennaio, 2014

Antonio La Rosa. Dipingere con la recitazione. Intervista curata da Claudia Conte


Cari lettori del Corriere dello Spettacolo,
oggi, con questa intervista, la vostra redattrice Claudia Conte vi farà conoscere meglio Antonio La Rosa, brillante attore e pittore italiano.

Ciao Antonio! Sei pronto a rispondere alle domande della bionda redattrice del Corriere dello Spettacolo?

Mi devo preoccupare Claudia?!? (ride)

Bene… Iniziamo dalla prima…

Ok, sono pronto e in posizione!

Sogni ed aspirazioni di Antonio da bambino. Cosa volevi fare da grande?

20 gennaio, 2014

CALORE di Enzo Cosimi. Recensione di Daria D.


Prima milanese alla Triennale Teatro dell’Arte. Dal 16 al 19 gennaio 2014

Comincia con “Calore”, ed è un buon auspicio, creazione del coreografo e regista Enzo Cosimi del 1982, la  collaborazione  del CRT con il Corso di Teatrodanza della Scuola Paolo Grassi di Milano. 
“Calore” spettacolo giovanile e giovane di Cosimi, è sinonimo di colore, quello delle mele e dei limoni che rotolano  sul palco, l’azzurro del fondale, un cielo luminoso su cui si fa sera e si fa alba,  il verde brillante del vestito della ballerina, i coriandoli che volano come petali. E’ sinonimo di voglia di vivere senza regole, limiti, imposizioni. E’ sinonimo di gioia e divertimento. E’ sinonimo di innocenza.

"Hedda Gabler". Il coraggio di Vivere e il Coraggio di morire. Di Massimo Quarta


Teatro Mecenate. Giovedì 16 Gennaio 2014

Recensire un dramma di una simile portata, devo ammettere, mi pone in uno stato d'animo molto critico, non nei confronti dello spettacolo, s'intende, ma verso ciò che lo spettacolo stesso ha provocato in me.
Nella serata del sedici, quando mi sono diretto al Teatro Mecenate, sapevo poco o nulla di quest'opera di Ibsen, accenni vaghi, rimasugli delle lezioni liceali di italiano dell'anno passato (spero premierete la mia sincerità, senza dar troppo peso a questa lacuna).

19 gennaio, 2014

La prima del “Werther” di Massenet. Amore e autodistruzione dell’amore. Di Stefano Duranti Poccetti


Opéra national de Paris, Opéra Bastille. Domenica 19 gennaio 2014

Come un flusso lirico e infinito la musica di Jules Massenet, che accompagna così i quattro atti di quell’opera tratta da “I dolori del giovane Werther” di Goethe, il manifesto del Romanticismo tedesco e mondiale. Il “Werther” del musicista francese conserva in se stesso la struggente disperazione dei personaggi goethiani, incrementando però questa frustante sensazione attraverso la poesia e la forza di un discorso musicale magico e così straordinariamente emotivo.

Al via l’edizione numero 25 del Trieste Film Festival. Di Paola Pini


Sala Tripcovich e Teatro Miela, Trieste. Dal 17 al 22 gennaio 2014

Anche quest’anno Trieste ospita il festival cinematografico dedicato alle produzioni dell’Europa Centro Orientale. Nel corso dell’inaugurazione, Maria Percavassi ha rievocato la prima edizione, proposta alla fine del 1989, subito dopo il crollo del Muro di Berlino, ma pensata già qualche anno prima dimostrando di aver ben colto quello che si preparava al di là dei nostri confini. A Trieste, città di frontiera, sempre in bilico tra tante culture, eternamente alla ricerca di un’identità che non può avere perché troppo ricca di tante, tutte assieme, un gruppo di persone facenti parte della Cappella Underground, seppero agire per costruire dei ponti tra barriere soprattutto ideologiche.  Come? Attraverso la cultura e, nello specifico, il cinema, loro grande passione: progettarono di rendere visibili in occidente pellicole che faticavano ad essere proiettate anche nei paesi di provenienza, favorire l’incontro tra artisti dei due blocchi separati allora dalla Cortina di Ferro e tra coloro che operavano all’Est europeo, spesso condannati all’isolamento anche in patria. Le istituzioni della neonata Comunità di Lavoro Alpe Adria accettarono la proposta e si realizzò il progetto “Alpe Adria, aree cinematografiche a confronto”.

“L’anima buona di Lucignolo”: Lucignolo muore e con lui muore il Circo. Di Francesca Saveria Cimmino


Teatro San Ferdinando, Napoli. Dal 16 al 18 gennaio 2014

L’Anima buona di Lucignolo (Nel ventre del pescecane) al Teatro San Ferdinando di Napoli il 16, 17 e 18 gennaio 2014. Scritto da Claudio B. Lauri, diretto da Luca Saccoia, interpretato da Enzo Attanasio, Mario Zinno e dallo stesso Saccoia. Accompagnamento musicale di Carmine Brachi (batteria/percussioni); Francesco Gallo (strumenti a fiato); Renzo Schina (controbbasso) e Luca Toller (piano). Costumi: Gina Oliva; disegno luci: Luigi Biondi e Giuseppe Di Lorenzo; parrucche: Artimmagine; aiuto regia: Luca Delgrado; maschere: Claudio Cuomo; foto di scena: Andrea Scala; elementi lignei: Giorgio Caterino; tecnico luci: Gioacchino Somma; tecnico del suono: Paolo Vitale; direttore di scena: Domenico Pepe.

18 gennaio, 2014

Britten, Delius, Brahms. Tra Mistero e Lirismo all’Opéra Bastille. Di Stefano Duranti Poccetti


Opéra national de Paris, Opéra Bastille, Parigi. Sabato 18 gennaio 2014

Il direttore Jeffrey Tate
Le ritmiche e misteriose note di Britten, la lirica melodia di Delius e la tardo-romantica sinfonia Brahmsiana hanno coronato questa piacevole serata di musica, che ha visto il Maestro Jeffrey Tate alla direzione de l'Orchestre de l'Opéra national de Paris, come il trionfo del violinista Guy Braunstein con il “Concerto per Violino” di Frederick Delius. Ma andiamo per ordine.

“La scena”: gioco di specchi e di ruoli. Di Paola Pini


Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Trieste. Dall’8 al 12 gennaio 2014

Si ride di gusto, si sorride e si riflette, in quest’ora e mezza in cui Lucia (Angela Finocchiaro) e Maria (Maria Amelia Monti) si confrontano e si scontrano con l’affetto tipico di due donne mature, amiche “fin dai tempi della scuola”, che si conoscono perfettamente, al punto di essere in grado di invertirsi i ruoli e, recitando, raccontare l’una la vita dell’altra al sempre più sgomento  Luca (Stefano Annoni), giovane studente fuori corso,  presente in casa di Maria per aver passato la notte con lei dopo averla incontrata ad una festa, nella quale entrambi avevano bevuto decisamente troppo.

CINQUE ALLEGRI RAGAZZI MORTI. IL MUSICAL (LO-FI) – EPISODIO 1: L’ALTERNATIVA. Di Daria D.


Teatro Litta, Milano. Dal 16 gennaio al 20 gennaio 2014

Il teatro Litta di Milano, insieme alla sua Fondazione per le Arti Onlus, per la stagione 2013-2014, ha deciso di fare uscire gli Apache dalle loro riserve, ghetti privati di qualsiasi  dialogo con il resto del mondo, destinati a un’anonima e triste sopravvivenza,  con lo scopo di instaurare con loro un rapporto di amicizia e di conoscenza. I cowboy per una volta staranno a guardare, tenendo le pistole nascoste nella fondina… Unica arma consentita sarà una freccia la cui linea di traiettoria punta diritta e senza indugi  a un rinnovamento, a una modernizzazione,  a un servizio sociale di consapevolezza  delle realtà teatrali del nostro paese,  molto spesso  considerate talmente scomode e diverse da non venire prese in considerazione  dai teatri tradizionali.

17 gennaio, 2014

Il nostro Paolo Leone è invitato a parlare di Teatro a "Radio Canale Zero" con la conduttrice Sabrina Blasi. Seguitelo nel corso delle puntate!



Joël Favreau Au Petit Théâtre Du Bonheur. Una chitarra magica per un gruppo di amici. Di Stefano Duranti Poccetti


Au Petit Théâtre Du Bonheur, Parigi. Giovedì 16 gennaio 2014

È un piccolo Teatro Au Petit Théâtre Du Bonheur, situato al numero 6 di rue Drevet, in zona Abbesses, a Parigi, proprio lungo il passaggio delle storiche scale che portano verso la basilica del Sacré-Cœur; è poco più di una stanza, eppure al suo interno avvengono, per merito del presidente Silvio Pistone e dei due direttori artistici Alexandre Peroy e Manuel Baldassare, eventi straordinari; per esempio è possibile invitare a suonare (senza biglietto per lo spettatore, che a fine serata può dare un’offerta libera) addirittura Joël Favreau, il famoso chitarrista che ha legato il suo nome in particolar modo al grande Georges Brassens.

"L’obelisco" - tratto da un racconto di E.M. Forster, di Luca De Bei. Maschere borghesi tra le dune. Di Paolo Leone


Teatro dei Conciatori, Roma. Dal 15 gennaio al 2 febbraio 2014

Le debolezze uniscono le persone, si dicono i due protagonisti per convincersi e ritornare alla loro vita di sempre, per prendersi cura l’uno dell’altra, consapevoli delle proprie, scoperte grazie ad una vacanza inizialmente noiosa come il loro rapporto e poi improvvisamente piccante e pericolosa. Il fascino dell’ambiguità incontrato in due marinai. Le voglie, i desideri reconditi negati e repressi per una vita, sembrano prendere forma tra sensi di colpa, ipocrisie e bugie. Il tradimento si materializza tra le dune di quel sentiero desertico, arido e faticoso come lo stucchevole menage matrimoniale, ma la moglie, inizialmente rosa dai sensi di colpa, sarà presto sconvolta da un’insospettata rivelazione. Una coppia borghese, un matrimonio borghese, maschere borghesi immerse in atmosfere da “Passaggio in India” o “Camera con vista”, celebri film tratti dai romanzi di Edward M. Forster. Nel caso specifico, Luca De Bei “inventa” una pièce teatrale ispirandosi ad un racconto dello scrittore inglese, sorprendendo (come sempre) il pubblico accorso in massa al Teatro dei Conciatori per questa prima. Affidando al bravissimo Antonio Serrano il ruolo del marito, perfettamente a suo agio nei panni del personaggio colto e pedante, e a Gianna Paola Scaffidi, straordinaria interpretazione nel ruolo della moglie annoiata e insoddisfatta, la commedia prende vita in una scenografia maestosa, per la quale è stata praticamente stravolta la piccola sala del teatro. I quattro attori, la coppia protagonista e i due loschi marinai intepretati efficacemente da Alessandro Rugnone e Michele Lisi, si ritroveranno a scalare un sentiero tra le dune o a sedere ai tavoli di un chiosco in prossimità del mare, base di partenza della loro gita che si rivelerà stravolgente, alla ricerca di un fantomatico obelisco. Un delizioso affresco di vita ambientato a ridosso dell’imminente seconda guerra mondiale, magistralmente recitato. Una società borghese in disfacimento, sorretta dall’ipocrisia e dal bon ton, si incontra con una gioventù ribelle ma confusa, quasi senza sogni, alla ricerca di un senso, che si affida al caso e alla vastità del mare, in fuga da una vita preimpostata ma su cui si allunga l’ombra del disastro bellico.
 L’obelisco (simbolo fallico per eccellenza) sarà il pretesto per cui i due mondi si incontreranno, stabilendo un fugace contatto che incrinerà le illusorie certezze. Ma tutto, forse, tornerà a scorrere come prima, accompagnato da musiche d’antan…

Luca De Bei sorprende ancora, dicevo, stavolta in modo insolito, mettendo in scena un testo che a prima vista sembra lontano dalla sua cifra artistica, dalle sue trovate geniali, dalle tematiche forti che è solito trattare. Inizialmente spiazza in questa occasione, ma a mente fredda la qualità riprende il sopravvento e si gode giustamente di un’opera raffinata come “L’obelisco”, ricca di significati e di prove attoriali di prim’ordine, con le bellissime scene di Dario Dato, i preziosi costumi di Lucia Maraini e le luci calde, incantevoli, di Marco Laudando. Il tutto va ad incrementare la bontà di un cartellone artistico come quello del Teatro dei Conciatori, ormai una felice realtà nel vasto panorama romano.

Paolo Leone


Teatro dei Conciatori, Roma (Via dei Conciatori 5) dal 15 gennaio al 2 febbraio
“L’obelisco” di Luca De Bei, liberamente tratto da un racconto di Edward M. Forster
Con: Antonio Serrano, Gianna Paola Scaffidi, Alessandro Rugnone e Michele Lisi.
Regia: Luca De Bei – Ass, regia: Jessica Fainelli
Scene: Dario Dato – Ass. scenografo: Marco Guarrera
Costumi: Lucia Maraini
Disegno luci: Marco Laudando

Si ringrazia l’ufficio stampa Maya Amenduni.

15 gennaio, 2014

"Una donna sola" – di Dario Fo e Franca Rame. Rose coltivate, rose strappate. Recensione e intervista a Rosalia Porcaro di Paolo Leone


“Come una rosa nella serra”. Così si definisce la donna che parla alla finestra con la nuova vicina di casa. La musica a tutto volume riempie il suo vuoto, la sua disperazione negata per non creare ulteriori problemi. Rassegnata ad una vita segregata in casa, ai modi brutali del marito, alla presenza di un cognato erotomane che la tocca, alle telefonate sconce di un guardone, si spegne lentamente tra le mura del suo appartamento. L’unico raggio di luce è quel ragazzo, giovanissimo, che conobbe per imparare l’inglese, al quale si era concessa quasi per non fargli un torto, ma con cui aveva scoperto un modo nuovo di intendere l’amore, a lei sconosciuto fino ad allora, che da sempre si sente strumentalizzata, adoperata. Neanche non amata, perché proprio non conosce il significato del termine. “Chi è che ama in questo palazzo?” si domandavano i condòmini in risposta al suo folle e liberatorio “ti amoooo” urlato al ragazzo, anche loro sorpresi che un simile sentimento potesse albergare in quello stabile. Una vita negata, umiliata, soffocata in quella casa, lei come una rosa nella serra, ma priva dell’ossigeno per vivere. Abituata a vivere e parlare sempre “di dentro”, a trattenere tutti i suoi sogni e macerarsi nei sensi di colpa, la sua ribellione esploderà nel più tragico dei modi.
Rosalia Porcaro riporta in scena il monologo scritto da Dario Fo e Franca Rame al Teatro Ambra alla Garbatella, per la regia di Enrico Maria Lamanna e ce ne regala un secondo, tristemente celebre: “Stupro”, scritto nel 1975.
Se nel primo, amarissimo e drammatico per i temi trattati, ma comunque divertente, la Porcaro si muove nell’ambito in cui siamo abituati a vederla e strappa sorrisi amari come nelle intenzioni del testo originario, nel secondo monologo, cupo e angosciante, sorprende con un’interpretazione di grande intensità, inchiodando alle poltrone il pubblico. La sua recitazione, il suo “linguaggio” del corpo, la forte carica introspettiva espressa, sono così coinvolgenti che al termine dello spettacolo  dispiace dovere andar via. Un’attrice che sicuramente meriterebbe più spazio in teatro, una bella scoperta averla vista dal vivo. In tutta onestà, qualche perplessità hanno suscitato le scelte registiche nel primo monologo. Chiara l’intenzione di voler rappresentare lo stordimento, l’alienazione del personaggio, ma ho trovato eccessivo l’uso delle sonorità tecnologiche, che forse confondono la stessa protagonista. Ma, si sa, una prima è sempre un cantiere aperto e sicuramente si porrà rimedio.


Teatro Ambra alla Garbatella, Roma (Piazza Giovanni da Triora 15) dal 14 al 19 gennaio
Una donna sola, di D. Fo e F. Rame. Con: Rosalia Porcaro.
Regia: Enrico Maria Lamanna

Ho avuto il piacere di incontrare Rosalia dopo lo spettacolo, che ha rilasciato delle dichiarazioni per il Corriere dello Spettacolo

Rosalia, come ti poni, da artista e da donna, davanti a questi due testi?
Con l’attrazione per una cosa bella, forte, sono comunque entrambi testi veri, attuali nelle sofferenze che raccontano, e quindi con la curiosità nel riuscire a fare delle cose diverse e anche con la passione nell’interpretare dei testi che sono così forti. Questo mi ha aiutato a superare la paura che può avere un’attrice comica nel fare uno spettacolo come questo, la verità dei due testi mi ha convinta ad affrontarli.

Pensi che Fo e Rame abbiano precorso i tempi, o la situazione delle donne è stata sempre così drammatica, alla luce di tutto quello che la cronaca oggi ci racconta?
Quando si raccontano dei personaggi che “reggono” per così tanti anni, sicuramente loro hanno anticipato i tempi, ma è anche vero che tante cose purtroppo non sono cambiate così profondamente

Il riscatto della protagonista di “una donna sola” è affidato alla violenza, come nel celebre testo di Doyle “la donna che sbatteva nelle porte”…come se ne esce? Il teatro, le vostre rappresentazioni sono voci che possono farsi sentire o secondo te bisogna ripartire dalle fondamenta di questa società?
Bisogna sicuramente ripartire dalle fondamenta, un’azione non preclude l’altra, ma la risonanza dell’arte rispetto a certi argomenti è forte, secondo me, soprattutto in temi come questi, in cui la violenza nei confronti delle donne è far credere che la stessa sia quasi scontata, naturale. Uscire fuori e vedere che non è così, che non è vero, è sempre un bene.


Paolo Leone

14 gennaio, 2014

SERVO PER DUE, la ri-recensione. Di Sara Michieletti


 Fondazione Teatro alla Pergola, Firenze. Dal 26 novembre al 1 dicembre 2013


Pochi giorni fa mi sono trovata davanti ad un mio vecchio articolo e a rileggerlo a posteriori non mi ha convinto. Era uno strano ibrido tra una critica negativa e una positiva, che non riusciva ad esprimere tutta la rabbia che ho provato quando ho visto Servo per due alla Pergola. Ho così deciso, a distanza di tempo, di far esplodere tutto il mio risentimento e dare vita alla più viscerale verità. A volte capita che vada cauta con le parole, che mi contenga se uno spettacolo non mi è piaciuto, perché in qualità di “attrice”, penso agli attori, al duro lavoro che c’è dietro e li rispetto. Ma Favino in questa finta rievocazione della commedia dell’arte ha rispettato il teatro e chi lo fa seriamente, non chi si improvvisa a farlo come lui? No, si è messo di fronte al suo pubblico a blaterale scemenze, come se fosse stato ad una serata di cabaret e si è completamente dimenticato di recitare. Già il nome Pippo, dà l’idea di una superficiale macchietta che si rifà più al noto cartone animato che alla maschera di Arlecchino.

13 gennaio, 2014

IL GRANDE MATCH. Recensione di Katya Marletta


Non è difficile innescare la curiosità tra gli appassionati di cinema quando i nomi degli attori protagonisti di una delle pellicole più pubblicizzate dell'inizio dell'anno sono Sylvester Stallone e Robert De Niro. Il regista Peter Segal per la sua commedia "Il Grande Match" infatti  ha colto nel segno mettendo in campo, anzi sul ring, due campioni del cinema mondiale. La serie dei film "Rocky" (il primo è del 1976) con Stallone e "Toro scatenato" (1980) con De Niro inoltre sono pellicole indelebili nella memoria di molti e suscitano ancora forti emozioni e coinvolgimento. Ed ecco che a distanza di trenta anni dal clamore dei loro personaggi e in barba alla pancetta di troppo e ai segni del tempo le due leggende del cinema decidono di spendersi con estremo divertimento in una commedia brillante e accattivante che racconta sottotraccia la metafora della vita.

12 gennaio, 2014

“Neverlake”. Il nuovo Horror italiano di Riccardo Paoletti. Di Stefano Duranti Poccetti


Vi ricordate di Riccardo Paoletti, il regista aretino autore di “Neverlake”? Ne avevamo parlato in un articolo, quando ancora la sua opera prima cinematografica non era molto conosciuta; ma dopo la presentazione all’ultimo Festival di Cannes dell’anno scorso il film ha avuto veramente grande successo. Girato da Riccardo Paoletti con la collaborazione della produttrice Manuela Cacciamani, “Neverlake” è passato fuori concorso al Noir in Festival di Courmayeur ed è considerato oggi una delle produzioni horror italiane più rappresentative e interessanti.

"Il lato positivo". Il libretto dei risvolti positivi. Di Sara Bonci


È passato più di anno dalla sua uscita nelle sale cinematografiche, ma solo adesso mi sono decisa di vedere un film che dal trailer sembrava così comune e che invece si è dimostrato una dolce chicca, toccante e al tempo stesso divertente. Tratto dal romanzo di Matthew Quick L’oro argento delle nuvole, Il lato positivo di David O. Russel (regista nonché sceneggiatore del film) racconta la vita di un uomo, Pat Solitano, dopo che ha trascorso 8 mesi della sua scombussolata vita in un ospedale psichiatrico, perché affetto da un disturbo bipolare che lo avrebbe spinto a picchiare quasi a morte l’amante della moglie Nikki. Tornato a casa, dopo le regolari cure, ancora seguito dal suo psichiatra, decide di passare le sue giornate a fare jogging ed a leggere i libri che la moglie consiglia ai suoi allievi, per convincerla che è diventato un uomo migliore.

11 gennaio, 2014

“Love letters”, di A.R. Gurney. Una lettera lunga due vite. Di Paolo Leone


Teatro Ghione, Roma Dal 10 al 26 gennaio 2014

E’ beffarda la vita, o siamo noi che non riusciamo a coglierne l’essenziale? E’ sfuggevole, o nella nostra presunzione di immortalità rimandiamo i momenti decisivi per rimanere poi sorpresi dalla fine? Se è vero che la vita è quella cosa che accade mentre si progetta il futuro, “Love letters” mette a nudo questa verità. Due vite raccontate in un infinito carteggio epistolare, un ragazzino e la sua compagna preferita che non smettono di scriversi per l’intera esistenza. I primi turbamenti, scambio di bigliettini, sentimenti confusi. Con il passare degli anni si invitano, si evitano, si incontrano, litigano furiosamente, si desiderano, senza mai fare un passo deciso l’uno verso l’altro. Le vite prenderanno il sopravvento, ognuno farà il suo percorso, continueranno a scriversi, a cercarsi, ma saranno sempre più lontani. Gireranno il mondo e si invieranno saluti, speranze, promesse, delusioni. Metteranno su famiglie, con esiti non sempre felici, lui entrerà con successo nella politica, lei avrà problemi di alcool e solitudine, nonostante il suo temperamento solare. La vita non concede sconti a nessuno e quando la fine si avvicina diventa più forte il bisogno di concretizzare quanto scritto, per un intero percorso esistenziale, sui fogli di carta. Ma le famiglie, la carriera, la discrezione, le apparenze, è tardi…

NON PERDETE “L’OCCASIONE”: DEBUTTO NAZIONALE DEL NUOVO SPETTACOLO DI MARCO CAVALLARO. Di Claudia Conte e Emanuele Ajello


Cari lettori del Corriere dello Spettacolo,
oggi Claudia Conte ed Emanuele Ajello vi presentano “L’occasione”, spettacolo teatrale scritto, diretto ed interpretato da Marco Cavallaro e in scena presso il Teatro Accento di Roma dall’8 al 19 gennaio.
Solo in scena per tutta la durata della rappresentazione, Marco Cavallaro, artista teatrale ormai affermato nel patrimonio artistico italiano, conferma la sua abilità nel saper catturare l’attenzione e l’interesse di un pubblico variegato facendo divertire e riflettere tutti.

10 gennaio, 2014

Sebastiano Triulzi, racconta la contemporaneità. Intervista curata da Andrea Axel Nobile


Sebastiano Triulzi, giornalista, scrittore, uomo di cultura che cerca sempre di raccontare la realtà con una prospettiva letteraria, cosa che lo rende unico nel suo stile. Da molti definito il capostipite della “letteratura giornalistica” contemporanea, è amato e seguito dai giovani per il suo linguaggio. Quando s’incontra un uomo di cultura, come lui, si fa quasi sempre un viaggio di sola andata, in nuovi paradigmi, in nuovi mondi e negli angoli più remoti di ognuno di noi.

Sebastiano tu sei uno dei giornalisti e scrittori fra più amati tra i giovani. Nonostante questo grosso periodo di crisi che sconforta, ci sono tanti che ci provano ancora, cosa ti senti di consigliare?

09 gennaio, 2014

Riforma dei criteri di assegnazione delle risorse FUS Danza


Questa proposta di riforma dei criteri di assegnazione delle risorse FUS Danza presentata il 4 dicembre u.s. dalla Direzione Generale dello Spettacolo dal vivo, presenta molteplici punti di forte criticità.
Il carattere "punitivo", ingiustificato e drastico delle attività di promozione , si evince semplicemente dai numeri. Infatti i criteri di assegnazione dei fondi FUS Danza prevedono una diminuzione dei soggetti riconosciuti come organismi della promozione pari all' 85 % -  90%  in meno di quelli attualmente previsti, ovvero non più di 5 sui 35 dell'annualità 2013.
Il settore della promozione istituito e voluto dal MIBAC alla fine degli anni '90 e che fino al 2013 ha visto l'ingresso di nuovi soggetti destinati a svolgere questo fondamentale ruolo per la danza italiana, viene quindi smantellato.
Allo stesso tempo nelle azioni trasversali è previsto un capitolo denominato ex ETI con finanziamenti di azioni e progetti che l'Amministrazione realizza in prima persona, per il perseguimento e lo sviluppo dei compiti e delle funzioni di promozione. In tale senso s’intravede allora un intento di centralizzare la promozione della danza in Italia.

08 gennaio, 2014

“Garbatella Futbol Cleb” di La Ginestra – Bennicelli. La vita in un cerchio di centrocampo. Di Paolo Leone


Teatro Golden, Roma. Dal 7 gennaio al 2 febbraio 2014

La solitudine dei numeri primi, ma anche l’elogio, la rivalutazione degli stessi, dei dimenticati, degli ultimi, in tutti i sensi. Ultimo è Marco e il suo ruolo, che ormai non esiste più nel calcio moderno, solo da sempre: da ragazzino, da calciatore eternamente in panchina, anche da marito, miseramente tradito. Dimenticato, come i bambini che tenta di allenare in Africa, dimenticato come il “punto e virgola” che non riesce ad inserire nella lettera che da quindici anni tenta di scrivere al suo vecchio amico Tino. Ricorda Marco e racconta, da quel villaggio sperduto in Africa, della sua carriera da calciatore di serie B, ma iniziata sul campo di pozzolana del San Filippo Neri insieme a Tino, i pali delle porte fatte coi maglioni, piedi non proprio educati ma fatti per correre, correre e basta. Un calciatore mediocre, un mediano, di quelli che non fanno la storia, che lavorano più che altro sui polmoni.

07 gennaio, 2014

“Blue Jasmine”. Soggetto, sceneggiatura e regia di Woody Allen. Di Daria D.


Woody Allen prende spunto, magnificamente e con molto rispetto, dal classico di Tennessee Williams “Un tram che si chiama Desiderio” per raccontarci, con un talento rinnovato, dopo alcuni precedenti film non proprio riusciti, la tragicommedia, ambientata ai giorni nostri, di due sorelle adottive, diversissime tra loro, sia fisicamente sia caratterialmente. Jasmine, la bionda newyorkese dalle stelle è precipitata nelle stalle e Ginger, che invece ci vive stabilmente, non ha più molto da sperare, anche perché l’abitudine offusca i desideri, come le illusioni offuscano la realtà.  Se all’inferno ci sei abituato, magari non ti sembra poi tanto orribile, come quando invece ci piombi dentro, dopo una vita passata nel lusso, nell’incoscienza e nella superficialità.

04 gennaio, 2014

“La spallata”, di Gianni Clementi. Grida la vita sul palco del Teatro Roma. Di Paolo Leone


Teatro Roma, Roma. Dal 28 dicembre 2013 al 19 gennaio 2014

Una famiglia, una periferia, un’epoca di fermento, i primi anni 60. Il disagio economico, acuito dalla mancanza di chi porta il pane a casa, i sogni,  le speranze, i progetti strampalati ma volenterosi per un improbabile riscatto sociale. La storia che sfiora gli affanni dei nostri. I Beatles, Kennedy, il Vajont, Hollywood. Cercare di “svoltare” senza un soldo, confidando nella buona sorte o in una “spinta”, che sia nel campo dello spettacolo o delle onoranze funebri poco importa. Chi cerca di sistemarsi in casa altrui per mero interesse economico, corteggiando furbescamente. Sicuri che gli anni 60 siano passati? A questa domanda, che viene spontanea riflettendo su quanto messo in scena da questa ennesima, bellissima, commedia di Gianni Clementi, si può cercare una risposta non fermandosi alla superficie di una rappresentazione teatrale, ma sbirciando dietro una battuta, “soffiando la polvere” da una risata, scavando nemmeno tanto in un testo interessante come “La spallata”.

02 gennaio, 2014

Marika Fruscio, la conturbante conduttrice Tv, ci racconta il suo nuovo percorso. Intervista curata da Andrea Axel Nobile



Marika Fruscio, la conduttrice tv più sexy della tv Italiana, si racconta al Corriere dello Spettacolo, svelando le sue passioni, i suoi obbiettivi, dichiarando il suo amore per l’arte teatrale, ma il suo sogno tv è diventare una brava conduttrice e un domani avere, perché no, una trasmissione di calcio tutta sua. Seguendo le orme di Simona Ventura, il suo pianto in diretta per l’uscita del Napoli alla Champions è già storia della tv dell’immediato presente. Incontriamo questa artista dalla bellezza giunonica che dimostra carattere e preparazione da vendere.

Marika il tuo 2013 è stato ricco di esperienze artistiche e nuove sfide,  tracciaci un bilancio di quest’anno…