Opéra national de
Paris, Opéra Bastille, Parigi. Sabato 18 gennaio 2014
Il direttore Jeffrey Tate |
Le ritmiche e misteriose note di Britten, la lirica
melodia di Delius e la tardo-romantica sinfonia Brahmsiana hanno coronato
questa piacevole serata di musica, che ha visto il Maestro Jeffrey Tate alla
direzione de l'Orchestre de l'Opéra national de Paris, come il trionfo del violinista
Guy Braunstein con il “Concerto per Violino” di Frederick Delius. Ma andiamo
per ordine.
Si comincia con la “Sinfonia da Requiem” di Benjamin Britten,
sinfonia misteriosa e mistica, brano musicale che non può non suscitare l’interesse
dello spettatore. La Sinfonia si apre con un primo movimento, il “Lacrymosa”,
dal sapore così misterioso che viene da chiedersi: “Che cosa nascondi?” e forse
la risposta a questa domanda l’abbiamo soltanto con il “Dies irae (Andante con
fuoco)”, un secondo movimento dall’andatura galoppante, che sembra cercare di
uscire da quella misteriosità precedente, che comunque permane anche in questo
brano dall’andamento più rapido. Sì, permane questo Mistero, ma unito a una
ritmia precisa e rapida, comandata dai movimenti impeccabili , scanditi, direi “geometrici”
dell’attenta bacchetta del direttore. Con il terzo movimento – Requiem aeternam
– invece Britten sembra in qualche modo voler recuperare la tradizione
romantica, facendo di questo brano, seppur in un modo nuovo, un pezzo lirico,
sentimentale e, perché no, romantico, infarcendo anche di un’aura dolce ed
emozionale ciò che fino a quel punto era stato così mistico e misterioso.
“Sinfonia da Requiem” è di certo un brano musicale
eccezionale, così mistico e sentimentale, così intellettuale ed emozionale allo
stesso tempo, così organico in tutte le sue parti.
Siamo catapultati in una dimensione un po’ diversa con il
“Concerto per violino” di Frederick Delius, un concerto che l’autore costruisce
su una melodia lunga, un unico flusso tematico non separato nei diversi
movimenti. Si tratta di un pezzo non semplice da interpretare, né a livello
tecnico, dove bisogna entrare in sintonia con questa “liricità contemporanea” e
atonale, né a livello meramente interpretativo, essendo questo un brano molto autoreferenziale,
in cui non è affatto semplice trovarne il senso e il vero significato –
istintuale o spirituale che sia. Nonostante questo il violinista Guy Braunstein
non si scoraggia davanti alle complicazioni e trova un modo diretto, lirico,
anche sentimentale, di eseguirlo e di portarlo così verso il suo pubblico con
forza ed efficienza. Alla fine ci delizia anche con un apprezzato fuori
programma, “Liebesleid”, per violino e pianoforte, di Fritz Kreisler, che il
violinista è costretto a eseguire senza l’accompagnamento del pianoforte (non
previsto nell’organico orchestrale) e che esegue un po’ ad libitum, con delle variazioni sull’originale.
Dopo l’intervallo è il turno dell’ultimo atto del
concerto, con cui entriamo in contatto con qualcosa di più classico e forse per
molti anche di più familiare: la “Sinfonia n.3” di Johannes Brahms, in cui,
dopo un primo movimento (“Allegro con brio”) di preparazione, per certi versi
anche un po’ monotono, si giunge a quei due movimenti così famosi, l’ “Andante”
e il “Poco allegretto”, dove la variazione motivica brahmsiana diventa il
pretesto per scrivere due pezzi così lirici e sentimentali. Quasi un’evocazione
nostalgica il primo, un inno alla passione il secondo; una passione che emerge
dalle ombre di una certa ambigua oscurità che questo movimento porta in se
stesso. È un “Poco allegretto” molto celebre, che ci trascina verso il quarto e
ultimo e movimento, l’ “Allegro”, dove il compositore, spogliandosi della
liricità precedente, ci trasporta con una serie di motivi più rilassati e
veloci verso un crescendo finale, che però all’improvviso si contrae, per
giungere infine a una stretta finale in dissolvenza.
Precisa e attenta, in tutte le componenti della serata, la
direzione di Jeffrey Tate, alla guida di un’Orchestra eccellente e che non ha
bisogno di tante presentazioni, l'Orchestre de l'Opéra national de Paris,
salutata, insieme al direttore, e in precedenza al violinista Guy Braunstein,
dai calorosi applausi dell’Opéra Bastille.
Stefano Duranti Poccetti
CONCERTS SYMPHONIQUES
BRITTEN / DELIUS /
BRAHMS
JEFFREY TATE
Benjamin Britten Sinfonia da
Requiem
Frederick Delius Concerto pour
violon
Johannes Brahms Symphonie n° 3
Guy Braunstein Violon
Orchestre de l'Opéra
national de Paris
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