Teatro dei Conciatori, Roma. Dal 15 gennaio al 2 febbraio
2014
Le debolezze uniscono
le persone, si dicono i due protagonisti per convincersi e ritornare alla loro
vita di sempre, per prendersi cura l’uno dell’altra, consapevoli delle proprie,
scoperte grazie ad una vacanza inizialmente noiosa come il loro rapporto e poi
improvvisamente piccante e pericolosa. Il fascino dell’ambiguità incontrato in
due marinai. Le voglie, i desideri reconditi negati e repressi per una vita,
sembrano prendere forma tra sensi di colpa, ipocrisie e bugie. Il tradimento si
materializza tra le dune di quel sentiero desertico, arido e faticoso come lo
stucchevole menage matrimoniale, ma la moglie, inizialmente rosa dai sensi di
colpa, sarà presto sconvolta da un’insospettata rivelazione. Una coppia
borghese, un matrimonio borghese, maschere borghesi immerse in atmosfere da
“Passaggio in India” o “Camera con vista”, celebri film tratti dai romanzi di
Edward M. Forster. Nel caso specifico, Luca De Bei “inventa” una pièce teatrale
ispirandosi ad un racconto dello scrittore inglese, sorprendendo (come sempre)
il pubblico accorso in massa al Teatro dei Conciatori per questa prima.
Affidando al bravissimo Antonio Serrano il ruolo del marito, perfettamente a
suo agio nei panni del personaggio colto e pedante, e a Gianna Paola Scaffidi,
straordinaria interpretazione nel ruolo della moglie annoiata e insoddisfatta,
la commedia prende vita in una scenografia maestosa, per la quale è stata
praticamente stravolta la piccola sala del teatro. I quattro attori, la coppia
protagonista e i due loschi marinai intepretati efficacemente da Alessandro
Rugnone e Michele Lisi, si ritroveranno a scalare un sentiero tra le dune o a
sedere ai tavoli di un chiosco in prossimità del mare, base di partenza della
loro gita che si rivelerà stravolgente, alla ricerca di un fantomatico
obelisco. Un delizioso affresco di vita ambientato a ridosso dell’imminente
seconda guerra mondiale, magistralmente recitato. Una società borghese in
disfacimento, sorretta dall’ipocrisia e dal bon ton, si incontra con una
gioventù ribelle ma confusa, quasi senza sogni, alla ricerca di un senso, che
si affida al caso e alla vastità del mare, in fuga da una vita preimpostata ma
su cui si allunga l’ombra del disastro bellico.
L’obelisco (simbolo fallico per eccellenza)
sarà il pretesto per cui i due mondi si incontreranno, stabilendo un fugace
contatto che incrinerà le illusorie certezze. Ma tutto, forse, tornerà a
scorrere come prima, accompagnato da musiche d’antan…
Luca De Bei sorprende
ancora, dicevo, stavolta in modo insolito, mettendo in scena un testo che a
prima vista sembra lontano dalla sua cifra artistica, dalle sue trovate
geniali, dalle tematiche forti che è solito trattare. Inizialmente spiazza in
questa occasione, ma a mente fredda la qualità riprende il sopravvento e si gode
giustamente di un’opera raffinata come “L’obelisco”, ricca di significati e di
prove attoriali di prim’ordine, con le bellissime scene di Dario Dato, i
preziosi costumi di Lucia Maraini e le luci calde, incantevoli, di Marco
Laudando. Il tutto va ad incrementare la bontà di un cartellone artistico come
quello del Teatro dei Conciatori, ormai una felice realtà nel vasto panorama
romano.
Paolo
Leone
Teatro
dei Conciatori, Roma (Via dei Conciatori 5) dal 15 gennaio al 2 febbraio
“L’obelisco” di Luca De
Bei, liberamente tratto da un racconto di Edward M. Forster
Con: Antonio
Serrano, Gianna Paola Scaffidi, Alessandro Rugnone e Michele Lisi.
Regia: Luca De Bei
– Ass, regia: Jessica Fainelli
Scene: Dario Dato
– Ass. scenografo: Marco Guarrera
Costumi: Lucia
Maraini
Disegno
luci:
Marco Laudando
Si ringrazia
l’ufficio stampa Maya Amenduni.
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