Teatro Ghione, Roma Dal 10 al 26 gennaio 2014
E’ beffarda la vita, o siamo noi che non riusciamo a
coglierne l’essenziale? E’ sfuggevole, o nella nostra presunzione di
immortalità rimandiamo i momenti decisivi per rimanere poi sorpresi dalla fine?
Se è vero che la vita è quella cosa che accade mentre si progetta il futuro,
“Love letters” mette a nudo questa verità. Due vite raccontate in un infinito
carteggio epistolare, un ragazzino e la sua compagna preferita che non smettono
di scriversi per l’intera esistenza. I primi turbamenti, scambio di
bigliettini, sentimenti confusi. Con il passare degli anni si invitano, si
evitano, si incontrano, litigano furiosamente, si desiderano, senza mai fare un
passo deciso l’uno verso l’altro. Le vite prenderanno il sopravvento, ognuno
farà il suo percorso, continueranno a scriversi, a cercarsi, ma saranno sempre
più lontani. Gireranno il mondo e si invieranno saluti, speranze, promesse,
delusioni. Metteranno su famiglie, con esiti non sempre felici, lui entrerà con
successo nella politica, lei avrà problemi di alcool e solitudine, nonostante
il suo temperamento solare. La vita non concede sconti a nessuno e quando la
fine si avvicina diventa più forte il bisogno di concretizzare quanto scritto,
per un intero percorso esistenziale, sui fogli di carta. Ma le famiglie, la
carriera, la discrezione, le apparenze, è tardi…
La prima di Love letters, andata in scena al teatro
Ghione di Roma, è stata una lunga e intensa emozione. Vedere un teatro con
tanti adolescenti è una gioia, respirare il loro entusiasmo, la loro freschezza
e, consentitemi, la loro educazione durante lo spettacolo non è cosa di tutti i
giorni. Tutti giovanissimi “colleghi” dei due ragazzi che hanno aperto e chiuso
questa pièce, gli emozionatissimi Andrea Amato e Veronica Benassi della
“Compagnia Piccoli per caso”. Emozione più che giustificata, non solo per stare
su un palco prestigioso come quello del Ghione, ma soprattutto per aver avuto
l’opportunità e l’onore di poter recitare alla presenza di due icone del teatro
italiano, due “mostri sacri” come Valeria Valeri e Paolo Ferrari. Il piglio
sicuro dei due ragazzi lascia la scena ai due maestri che continuano a leggere
il carteggio dei protagonisti, Andrew e Melissa, trasportandoci nel lungo viaggio
delle loro vite. La naturale verve della Valeri ben sottolinea il carattere
ribelle della ragazzina, poi donna, poi anziana, con la giusta leggerezza e
simpatia. Da parte sua, Ferrari, con la sua voce ancora soave, dà risalto alla
maggior riservatezza di Andrew, alla sua tenera timidezza ed alla sua
ostinazione nel preferire la penna al telefono. L’ovazione che riserva loro il
pubblico presente è il naturale sfogo alle emozioni che i due, con i loro
giovanissimi compagni che tornano nel finale in un suggestivo effetto scenico,
hanno dispensato con le loro letture. Oggi si è avuto il privilegio di aver
assistito al passato (?) e al futuro del teatro italiano, insieme per una sera.
Ai giovanissimi della compagnia, due diversi in ogni replica, auguriamo la metà
del successo e delle capacità del duo Ferrari-Valeri. Basterebbe per essere
felici e per proseguire una grande tradizione artistica, tutta italiana.
Paolo Leone
Teatro Ghione, Roma (via delle Fornaci 37). Dal 10 al 26 gennaio.
“Love letters” di A. R. Gurney. Con: Valeria Valeri, Paolo Ferrari e i
giovani della Compagnia Piccoli per caso. A cura di Guido Govenale e Veruska
Rossi.
Musiche originali di Luciano Francisci; Luci di Gianluca Cioccolini;
costumi di Gerardina De Bonis; aiuto regia: Fabiana Bruno
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