Théâtre des Champs-Élysées, Parigi. Sabato 25 gennaio 2014
Una buona serata di musica quella a cui ho assistito
sabato nello splendido Théâtre des
Champs-Élysées, un recital che ha visto come protagonista la pianista
giapponese Mitsuko Uchida, alle prese con il suo amato (nel senso artistico del
termine) Schubert e con il padre del Romanticismo Beethoven. Sono due i pezzi
in programma, la “Sonata n.8 in sol
maggiore” del primo e le “Variazioni
Diabelli” del secondo.
La Sonata in questione di Schubert è molto celebre e ci
troviamo davanti a un’interprete che, come accennavo, predilige questo autore, avendo
consacratogli gran parte della propria carriera. In effetti l’esecuzione della
Uchida non è male nel complesso, se si fa la proporzione tra una capacità
tecnica eccezionale e un’interpretazione che, insomma, a tratti mi lascia un
po’ dubbioso. Se infatti la pianista è indiscutibilmente pulita sulla tastiera,
delle volte sembra non riuscire a dare un vero senso a certi passaggi del
brano; non riesce a dargli quella “intenzione”
che dovrebbe arrivare al pubblico sotto forma di significato. Ecco, in certi
frangenti quel significato non si assapora, non si sente, non si vede, si
ascoltano belle e tonde note, sì, ma che non sono intrise di significato e così
anche la stessa emozione del brano va a perdersi. D’altra parte la pianista
sembra avere un pianismo interpretativo molto autoreferenziale, come se volesse
trasmettere a se stessa un’intimità, delle emozioni che poi però rimangono a
lei, senza riuscire a comunicarle veramente al pubblico.
“Questo” Beethoven è un autore più facile all’interpretazione di Schubert e qui la musicista brilla di più, perché, supportata da un’immensa bravura tecnica, esegue per il meglio le “Variazioni Diabelli”, che iniziano con un tema vivace e gaio del compositore italiano. In questo divertissement, in questo gioco musicale spesso quasi unicamente formale, che è appunto la “variazione”, Mitsuko Uchida sembra maggiormente a suo agio e passando da tempi più allegri e vivaci ad altri più gravi e maestosi ci fa assaporare la musicalità di queste bellissime variazioni, di cui Beethoven era Maestro indiscusso.
La pianista infine viene richiamata numerose volte sul
palcoscenico dagli applausi, ma, anche questa è una cosa che mi ha colpito, non
concede nessun fuoriprogramma – e lo si sa che per un solista, anche se il
fuoriprogramma non è scritto nel programma, è come se ci sia scritto. Molto
strana allora questa scelta della pianista, che non è non certo un point positif.
Tutto sommato quindi ho assistito a una serata di musica
piacevole, anche se, come ho scritto, non posso nasconderlo, qualche pecca c’è
stata.
Stefano Duranti Poccetti
Mitsuko Uchida piano
Franz Schubert (1797-1828)
Sonate n° 8 en sol majeur op. 78 D. 894 (environ 40 mn)
1. Molto moderato e cantabile – 2.
Andante – 3. Menuetto : Allegro moderato –
Trio (Molto ligato) – 4. Allegretto
Entracte
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Variations Diabelli op. 120 (environ 42
mn)
Tema : Vivace – Variation 1 : Alla
marcia maestoso – Var. 2 : Poco allegro – Var. 3 : L’istesso tempo
Var. 4 : Un poco più vivace – Var. 5 :
Allegro vivace – Var. 6 : Allegro ma non troppo e serioso
Var. 7 : Un poco più allegro – Var. 8 :
Poco vivace – Var. 9 : Allegro pesante e risoluto
Var. 10 : Presto – Var. 11 : Allegretto
– Var. 12 : Un poco più moto – Var. 13 : Vivace
Var. 14 : Grave e maestoso – Var. 15 :
Presto scherzando – Var. 16 : Allegro – Var. 17 : Allegro
Var. 18 : Poco moderato – Var. 19 :
Presto – Var. 20 : Andante – Var. 21 : Allegro con brio –
Meno allegro – Tempo primo – Var. 22 :
Allegro molto, alla Notte e giorno faticar’ di Mozart
Var. 23 : Allegro assai – Var. 24 :
Fughetta (Andante) – Var. 25 : Allegro – Var. 26 : (Piacevole)
Var. 27 : Vivace – Var. 28 : Allegro –
Var. 29 : Adagio ma non troppo – Var. 30 : Andante,
sempre cantabile – Var. 31 : Largo,
molto espressivo – Var. 32 : Fuga : Allegro
Var. 33 : Tempo di Menuetto moderato
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