Teatro Ambra alla Garbatella, Roma. Dal 13 al 23 febbraio
2014
Le
terminologie, le convenzioni dei colori, l’etimologia delle parole. Il peso
delle parole stesse, il razzismo inconsapevole, le situazioni grottesche nella
vita di un romano, appunto, non nero, non mulatto, ma beige. Italo somalo o,
come qualcuno gli disse con sorpresa, somalo italo, bianco per i neri e nero
per i “bianchi”, una vita vissuta con l’ironia tipica di chi cresce sulle
sponde del Tevere. Non ha ereditato nulla dai neri, né le corde vocali, né la
caratteristica dei grandi corridori, le fibre muscolari (ironia della vita)
“bianche”. Lui è lento, parla romanesco e si chiede simpaticamente dove
dovrebbe vivere per essere normale per qualcuno. Le parole, buttate lì quasi
per caso, hanno un peso enorme… la tolleranza, l’integrazione…si tollera quel
che dà fastidio e si integra ciò che è diverso. Ci ride, ci scherza (ma non
troppo) con le parole, Jonis Bascir, un nome che tanti equivoci gli ha creato
nel corso della sua vita, paradossali e se vogliamo comici.
Come
spiega nelle note di accompagnamento, è la prima volta che Jonis affronta un
monologo teatrale e lo si nota dalla sua emozione, da un certo impaccio
iniziale. Ha il merito di porsi con umiltà e semplicità al pubblico, la sua è
quasi una chiacchierata tra amici, pur se con una regia, di Ettore Bassi, che
gli consente movimenti scenici efficaci. Simpaticamente, passa dai racconti di
vita, aneddoti divertenti, all’angolo della riflessione dove, sapientemente
illuminato da una forte luce (bianca) legge brani riguardanti la storia e svela
l’etimologia di termini comunemente usati con leggerezza, che nascondono un
disprezzo sottile ed impensabile. Canta e suona, sorvola su grandi personaggi
“beige” della storia dell’umanità, tra i tanti Sant’Agostino e, su tutti, Gesù.
Affronta, con sarcasmo, i meccanismi apparentemente assurdi nel mondo dello
spettacolo, della tv in particolare, dove si lavora per stereotipi, salvo poi
sovvertirli con scelte incomprensibili. Lodevole la citazione di Giorgio
Marincola, partigiano (anche lui italo somalo e beige), appartenente al Partito
d’Azione nella resistenza romana e morto fucilato il 4 maggio 1945 a Stramentizzo,
ignorato dalla storiografia ufficiale. Nel complesso, certamente non è uno
spettacolo memorabile, si intuisce da subito che il protagonista non è avvezzo
a calcare il palcoscenico da solo, ma lo confessa candidamente, donando alla
sua performance un carattere intimista che, alla fine, risulta gradevole,
dignitosa. La diversità ne esce vincente.
Paolo Leone
“Beige – l’importanza di essere diverso”, di e
con Jonis Bascir
Regia: Ettore Bassi
Nessun commento:
Posta un commento