Una prima interpretazione estetica
del tema della fiction “braccialetti rossi” in onda da domenica 26 gennaio 2014;
in cui si racconta di ragazzi che affrontano con coraggio le loro situazioni
problematiche grazie al valore dell’amicizia.
Potrei sembrare un poco visionario, ma credo che non ci
capita spesso di trovarci a vedere in tv una fiction che ci comunica qualcosa
di molto importante, possedendo una
grande connessione estetica che fa di una fiction un’opera d’arte, e in
cui i Mass Media vengono usati per regalare un po’ di emozioni (un caso raro ma
da considerare)… è il caso della fiction di Raiuno “Braccialetti rossi”, che raffigura molti
messaggi simbolici che qui analizzeremo; una serie della tv spagnola, prodotta
in visione italiana da Rai Fiction e Palomar, con Sandro Pertaglia e Giacomo
Capiotti curatori della regia e della scenografia – che tratta un tema molto
importante.
Parla di sei ragazzi ricoverati in ospedale con le loro diverse problematiche e quindi che si trovano alle prese con le cure; parla però anche degli adulti, che non sempre riescono a comprendere le loro ragioni; essi formano un gruppo, accomunato da dei braccialetti rossi, che nella fiction hanno il significato del raggiungimento di un loro traguardo, ma credo che possiamo aggiungere che questi simbolizzano anche la loro amicizia unita da un legame vero, sincero e di grande affetto, tipica di una vera amicizia, fatta da individui diversi caratterialmente dall’uno e l’altro. Questo è rappresentato in modo evidente, credo, da Leo, che nella fiction è chi decide di creare il gruppo proclamandosi il “leader” e anche da Vale che condivide la stanza di Leo e diviene amico e vice Leader di questo. Questi ragazzi formano personaggi di “personalità forte” perché il primo è ricoverato da molto tempo, il secondo da poco… gli viene amputata una gamba in un’operazione, in cui non nasconde la sua paura che cerca comunque di non far notare a nessuno. Nonostante la paura egli, anche se rinviato dal medico mentre aspetta di addormentarsi per l’effetto dell’anestesia, pensa a qualcosa di bello che gli è capitato; pensa a Cris, una ragazza che sta nello stesso ospedale e che entra nel gruppo e di cui Vale e Leo hanno un cotta d’amore; in questo contesto Vale diviene triste, ma non è geloso e non reagisce male, ma sta zitto e se ne sta da parte, facendo la parte di una persona saggia e soprattutto di un singolo che vuole bene all’amico a cui non fa notare d’essere innamorato della ragazza, disposto a far un passo indietro e pronto a rispettare la scelta di Cris, cosa che vedremo nelle puntate che verranno. In questa fiction si parla di ragazzi coraggiosi, che non si abbattono nonostante le loro situazioni, talvolta sottovalutati dagli adulti (un aspetto che si manifesta anche nelle persone ammalate in generale) che li percepiscono come individui deboli e da proteggere (cosa simbolizzata molto bene dalla madre di Vale che vorrebbe anche proteggere il figlio dal dispiacere dell’assenza del padre giustificandolo) mentre essi invece hanno in sé una forza vitale unica; la fiction ci fa notare molto bene tale aspetto. I ragazzi hanno la capacità di vedere, guardare il bello che possiedono o che trovano, e non solo da un punto di vista di cose, ma fanno il bello anche delle loro precarie situazioni. Questo è una grande forza vitale. Senza dimenticare i momenti di scoraggiamento infatti Vale dopo l’operazione si guarda allo specchio, perché qualcosa per lui è cambiato, non è più come prima, ma nulla impedisce di andare avanti, di sorridere. Oltre questi personaggi che ho nominato troviamo anche Davide, che fa la parte di un Narcisio arrogante, dispettoso, ma che sotto sotto nasconde un grande cuore (egli cerca negli altri un punto di riferimento) come probabilmente vedremo meglio nelle prossime puntante; egli raffigura un personaggio in cerca di affetto, infatti nella prima serata si nota che ha un rapporto d’affetto con il padre, ma con cui però è difficile comunicare. La fiction racconta anche questo, fa notare che spesso nella realtà i grandi comunicano molto poco con i ragazzi e questi ne risentono, ma spesso forse anche i grandi ne risentono; ciò accade plausibilmente perché a volte aprire il cuore non è facile, altre volte perché si è troppo distratti dagli impegni e dallo stress del lavoro, importante, ma che non dovrebbe avere delle percussioni sui ragazzi.
Parla di sei ragazzi ricoverati in ospedale con le loro diverse problematiche e quindi che si trovano alle prese con le cure; parla però anche degli adulti, che non sempre riescono a comprendere le loro ragioni; essi formano un gruppo, accomunato da dei braccialetti rossi, che nella fiction hanno il significato del raggiungimento di un loro traguardo, ma credo che possiamo aggiungere che questi simbolizzano anche la loro amicizia unita da un legame vero, sincero e di grande affetto, tipica di una vera amicizia, fatta da individui diversi caratterialmente dall’uno e l’altro. Questo è rappresentato in modo evidente, credo, da Leo, che nella fiction è chi decide di creare il gruppo proclamandosi il “leader” e anche da Vale che condivide la stanza di Leo e diviene amico e vice Leader di questo. Questi ragazzi formano personaggi di “personalità forte” perché il primo è ricoverato da molto tempo, il secondo da poco… gli viene amputata una gamba in un’operazione, in cui non nasconde la sua paura che cerca comunque di non far notare a nessuno. Nonostante la paura egli, anche se rinviato dal medico mentre aspetta di addormentarsi per l’effetto dell’anestesia, pensa a qualcosa di bello che gli è capitato; pensa a Cris, una ragazza che sta nello stesso ospedale e che entra nel gruppo e di cui Vale e Leo hanno un cotta d’amore; in questo contesto Vale diviene triste, ma non è geloso e non reagisce male, ma sta zitto e se ne sta da parte, facendo la parte di una persona saggia e soprattutto di un singolo che vuole bene all’amico a cui non fa notare d’essere innamorato della ragazza, disposto a far un passo indietro e pronto a rispettare la scelta di Cris, cosa che vedremo nelle puntate che verranno. In questa fiction si parla di ragazzi coraggiosi, che non si abbattono nonostante le loro situazioni, talvolta sottovalutati dagli adulti (un aspetto che si manifesta anche nelle persone ammalate in generale) che li percepiscono come individui deboli e da proteggere (cosa simbolizzata molto bene dalla madre di Vale che vorrebbe anche proteggere il figlio dal dispiacere dell’assenza del padre giustificandolo) mentre essi invece hanno in sé una forza vitale unica; la fiction ci fa notare molto bene tale aspetto. I ragazzi hanno la capacità di vedere, guardare il bello che possiedono o che trovano, e non solo da un punto di vista di cose, ma fanno il bello anche delle loro precarie situazioni. Questo è una grande forza vitale. Senza dimenticare i momenti di scoraggiamento infatti Vale dopo l’operazione si guarda allo specchio, perché qualcosa per lui è cambiato, non è più come prima, ma nulla impedisce di andare avanti, di sorridere. Oltre questi personaggi che ho nominato troviamo anche Davide, che fa la parte di un Narcisio arrogante, dispettoso, ma che sotto sotto nasconde un grande cuore (egli cerca negli altri un punto di riferimento) come probabilmente vedremo meglio nelle prossime puntante; egli raffigura un personaggio in cerca di affetto, infatti nella prima serata si nota che ha un rapporto d’affetto con il padre, ma con cui però è difficile comunicare. La fiction racconta anche questo, fa notare che spesso nella realtà i grandi comunicano molto poco con i ragazzi e questi ne risentono, ma spesso forse anche i grandi ne risentono; ciò accade plausibilmente perché a volte aprire il cuore non è facile, altre volte perché si è troppo distratti dagli impegni e dallo stress del lavoro, importante, ma che non dovrebbe avere delle percussioni sui ragazzi.
Un altro personaggio è Toni, che
riesce sempre a tirare su di morale gli altri, e poi c’è Rocco
l’Imprescindibile, colui senza cui il gruppo non ci sarebbe ed attraverso la
cui voce la storia è raccontata al pubblico; Rocco raffigura una personalità
molto comprensiva, che non giudica nessuno, pronto a dare conforto; infatti
vediamo che mentre Vale viene operato, Rocco gli appare nel sonno, e nel luogo
in cui egli ha avuto l’incidente e propone di fare un tuffo dal trampolino in
piscina a Vale, come se quel tufo avesse il significato di un traguardo, e non
solo, ma simbolizza anche una comunicazione di incoraggiamento (per Vale) di
tuffasi per vincere le situazioni che
affrontiamo o che incontriamo; ecco così che ancora emerge il coraggio
dei ragazzi e non solo, l’importanza delle amicizie che nascono - anche se ancora
nella fiction non si consolidata l’amicizia dei ragazzi protagonisti. Però su
tale punto credo che ci sia un messaggio forte, ossia l’importanza delle
amicizie, fatte di singoli diversi l’uno dall’altro, infatti la fiction è
formata da una serie di stereotipi: il bello, l’imprescindibile, il sensibile,
il furbo... personaggi che un singolo individuo ha bisogno di incontrare e
avere intorno per affrontare la vita, per crescere, maturare in un contesto in
cui ognuno ha qualcosa da dare e ricevere; anche le persone antipatiche o che
appaiono tali possono rivelarsi importanti.
Oltre a questo, la fiction ci narra che gli eventi a volte ci
distruggono, ci abbattono o ci fanno sentire in colpa, è il caso della mamma di
Rocco che si sente in colpa per l’incidente del piccolo, perché gli aveva
insistentemente detto di lasciare il videogioco e andare a giocare con gli
altri, perché lui facesse delle amicizie; egli va, però trova ragazzi che gli
dicono che se vuole fare parte di loro, deve fare un tuffo in piscina dal
trampolino più alto, da cui Rocco a malincuore sale tutte le scale e anche se
ha paura arriva alla piattaforma cadendo e rimanendo in coma per otto mesi.
Questo aspetto ci comunica che a volte si pensa di fare il bene dei ragazzi, ma
in realtà in un certo senso quello che pensiamo come bene non lo è, e pensiamo
dopo che potevamo evitare un guaio, ma in realtà anche se può sembrare che
potevamo fare diversamente, che potevamo evitare un guaio, questo accade non
per nostra ignoranza, ma perché ogni cosa bella o brutta determina un obiettivo
o l’arrivo di qualcosa di nuovo e vero; nel caso della storia di Rocco potremmo
dire che quella novità riguarda l’arrivo in ospedale che porterà alle amicizie
con gli altri ragazzi.
Ciò simbolizza che nessuna cosa accade senza una
ragione, un motivo, ma quella cosa ha una motivazione. Di conseguenza non
dobbiamo mai scoraggiarci in nessuna occasione, ma dobbiamo essere ottimisti e
continuare a camminare, solo così otterremo la nostra medaglia. Per concludere
potremmo ancora parlare di questa fiction ma credo che sia più giusto vedere
come proseguirà la storia. Inoltre avrei potuto ricordare le musiche, gli
attori… ma ho preferito dedicare attenzione solo hai ragazzi protagonisti che
credo meritino più attenzione. Infine in quest’articolo ho voluto dare una
descrizione estetica personale, poiché la fiction ha tutti gli elementi per
essere a mio avviso considerata un’opera d’arte - potremo dire allora che i
media quando vogliono sanno divenire un’opera d’arte. Dovrebbero farlo più
spesso, poiché dovrebbero essere un mezzo anche di relax, cercando anche di
regalare un po’ d’ottimismo… soprattutto di questi tempi c’è nè bisogno.
Giuseppe Sanfilippo
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