09 febbraio, 2014

Giorgia Guerra e i tanti modi di morire per un’attrice! Intervista di Stefano Duranti Poccetti


Allora Giorgia, cominciamo dalla domanda che tutte le attrici si aspettano… Quanti anni hai?

Non riesco a definire la mia età, a dire il vero può variare dai 20 ai 70 anni. Pensa che in un recente lavoro ho interpretato una vecchia ingobbita!  Credo che un attore abbia sette vite, proprio come i gatti, che tanto amo. E’da ogni vita che prendo spunto per i miei personaggi, e un attore deve cambiare spesso vita, deve morire e rinascere ogni volta.

Difficile crederci, sono proprio curioso di vederti. Siamo partiti da una domanda scherzosa, adesso puoi iniziare a parlarmi della tua formazione artistica?

In realtà avevo iniziato gli studi d’avvocatura per poi deviarli su quelli attoriali ed è da lì che tutto ha cominciato ad assumere il giusto senso. Ho iniziato prima con dei corsi organizzati dallo Stabile delle Marche per poi proseguire con il Teatro Due di Parma. Sono luoghi in cui ho ricevuto un’ottima formazione e dove ho conosciuto insegnanti veramente competenti, come Valerio Binasco che stimo sia pedagogicamente che artisticamente. Finita la formazione ho cominciato a lavorare sempre con la Fondazione Teatro Due di Parma, per poi andare alla ricerca di un percorso mio personale.
Successivamente mi sono trasferita a Roma, e provino su provino sono riuscita a conquistarmi un'identità artistica; è un lavoro continuo e faticoso, fatto di sacrifici ma ricco di soddisfazioni.

I risultati poi sono arrivati!

Pian piano da quello che seminavo nasceva qualcosa di più, fino ad arrivare ai lavori un po’ più consistenti - in realtà a Parma avevo avuto occasione di lavorare in produzioni importanti, però decisi comunque di proseguire la strada romana, più autonoma e variegata… Tutto questo fino ad oggi, arrivando al “Tartufo” di Molière con Franco Oppini e la regia di Giovanni Anfuso, portato in tournée la scorsa stagione, e con “I Menecmi - La commedia degli equivoci” da Plauto e Shakespeare, nel riadattamento storico di Tato Russo e la regia di Livio Galassi, con cui sto per debuttare e sarò in tournée fino ad aprile.

E del cinema, cosa mi dici?

Il lavoro in teatro mi ha spesso fagocitata non permettendomi di dedicare molto tempo ed energie alla ricerca di un ruolo nel cinema, e, comunque,  ritengo che un attore prima di approdare nel cinema debba anche passare attraverso una lunga pratica teatrale, la storia dei bravi attori insegna. Ho avuto alcune  buoni occasioni, ma le lunghe tournée in giro per l'Italia non mi hanno, purtroppo, concesso la possibilità di coglierle. In compenso ho recentemente lavorato per la serie tv “Un medico in famiglia”, in cui ho interpretato un ruolo molto divertente al fianco di Milena Vukotic e Lino Banfi. Tra le altre precedenti esperienze televisive, amo ricordare il ruolo interpretato nella serie “ Il Restauratore” al fianco di Lando Buzzanca  e quello in “Amore criminale”, in entrambe il mio personaggio finiva purtroppo drammaticamente ucciso..

Povera Giorgia, ti fanno sempre morire! Quante volte sei morta artisticamente? E come?

Vediamo un po’: almeno tre volte! Una volta strangolata con un cacciavite in bocca, un’altra volta mi hanno sparato e un’altra ancora mi hanno accoltellata!  Se fossi stata un davvero un gatto sarebbero  poche le vite rimaste! D’altra parte un bravo attore deve saper morire, almeno così si dice…

Concludiamo con i tuoi progetti futuri…

Sicuramente al momento il progetto più importante è lo spettacolo “I Menecmi - La commedia degli equivoci” di cui ti ho parlato. A Roma debuttiamo al Teatro Parioli, dove resteremo dal 6 al 16 febbraio, per poi spostarci a Brescia, Milano, Napoli e in altre città del nord e del Sud Italia. Per il resto si vedrà, l’importante è mantenere sempre attiva e alta la determinazione!


Curata da Stefano Duranti Poccetti 

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