11 febbraio, 2014

"King Arthur". Buoni spunti ma un po’ di ruggine. Di Stefano Duranti Poccetti


Athénée Théâtre Louis-Jouvet, venerdì 7 febbraio 2014

Direi un po’ di teatro e un po’ di opera per il “King Arthur” di Henry Purcell, rappresentato all’Athénée Théâtre Louis-Jouvet per la regia di Sybrand van der Werf. Si tratta di una semi-opera del compositore inglese e per capire perché si tratta di “semi-opera” e per comprendere fino in fondo il complicato intreccio drammaturgico, rimando all’articolo pubblicato sulla pièce - veramente ben fatto - dai nostri colleghi di Myword, mentre io mi concentrerò sulla messa in scena.

Il palco è diviso in due parti dialoganti: l’orchestra formata dagli otto musicisti a sinistra e gli attori/cantanti a destra. Una grande cassa è disposta in scena, da dove gl’interpreti ricavano gli oggetti e i costumi per mandare avanti la semi-opera, e questo lo fanno tramite parti cantate e parti recitate, parti divertenti e comiche e parti anche tragiche, recitando in un plurilinguismo franco/inglese. Si tratta insomma di teatro d’attore, se così possiamo definirlo, dove la scenografia è quasi inesistente e dove casomai è esistente quell’oggettistica di scena che appare magicamente dal baule con il quale i protagonisti interagiscono. Scudi, nastri, costumi di scena… esce di tutto dalla cassa, oggetti indispensabili alla creazione drammatica dello spettacolo, uno spettacolo che a tratti ha anche buoni spunti, come per esempio la rappresentazione della Bretagna ghiacciata dal mago Osmond (Atto III), dove troviamo i bretoni ricoperti da delle grandi buste di plastica trasparente, che simbolizzano insomma il ghiaccio.

Uno “spettacolo povero”, dove, come ho già detto, sono gli attori che costruiscono lo spettacolo senza tanti mezzi, tramite casomai il mezzo del loro talento. Purtroppo, nonostante la buona interpretazione attoriale e musicale, le battute e le situazioni sono spesso banali e prevedibili, mentre la regia non sempre riesce sempre a essere organica, ma sembra a volte essere una macchina un po’ arrugginita che avrebbe bisogno di un po’ di olio per essere un po’ più fluida.

Stefano Duranti Poccetti


king arthur
le roi arthur
opéra de Henry Purcell
livret John Dryden
direction musicale Frédérique Chauvet
mise en scène Sybrand van der Werf
Ensemble BarokOpera Amsterdam
7 > 12 février 2014
durée : 2h avec entracte      salle : grande salle    dates et heures réserver
avec les chanteurs Pieter Hendriks, Mattijs Hoogendijk, Wendy Roobol, Mijke Sekhuis, Gunther Vandeven
et les musiciens Frédérique Chauvet, Jan-Pieter van Coolwijk, Mariette Holtrop, Niek Idema, Cassandra Luckhardt, Claude Meneux-Poizat, Elly van Munster, Diego Nadra, Will Wroth


assistant à la mise en scène Koen Boesman • costumes Studio Ruim et Mertie Tummers • adaptation et traduction Frédérique Chauvet, Sybrand van der Werf, Toon van Wolferen • coach anglais Juul Muller

Nessun commento:

Posta un commento