Giorgio De Chirico, Il Ritorno di Ulisse |
Felicità: stato d’animo personale o condizione oggettiva
di vivibilità?
La felicità, dunque. Ben prima di me, e in maniera
certamente più autorevole, scrittori, filosofi e pensatori di ogni epoca hanno
affrontato l’argomento; e tuttavia non si è arrivati ad un comune pensare sulla
condizione dell’essere o considerarsi felice. E credo che il motivo, nella
complessità dell’analisi, sia piuttosto semplice: la felicità è, prima di ogni
altra cosa, uno stato d’animo. E lo è in
maniera personale ed individuale.
Ora, ritengo che lo Stato italiano, come possiamo
osservare leggendo l’articolo 3 della Costituzione, abbia compiuto un nobile
tentativo cercando, in maniera pragmatica, di assicurare la rimozione di
ostacoli di natura sociale che possano impedire al singolo cittadino di
ottenere una condizione di vita dignitosa. Una Repubblica giusta, uno Stato
giusto, un Diritto giusto, possono certamente aiutare il singolo ad essere
felice. E questo è senza dubbio una cosa che merita attenzione. In passato,
infatti, condizioni di vita ai limiti della povertà rendevano il compito di
ricerca della felicità certamente più arduo. Notiamo, però, nel testo, la
mancanza del termine felicità. Si parla di pari dignità, eguaglianza davanti
alla legge, di libertà di pensiero e di altre condizioni che aiutano il singolo
a considerarsi partecipe della vita politica, economica e sociale. Si era spinta oltre, invece, la Dichiarazione
di indipendenza degli USA, che poneva tra i diritti dell’uomo il perseguimento
delle felicità. Obiettivo nobile ed ambizioso, che prevede, però, che la
felicità possa essere raggiunta attraverso il conseguimento di “inalienabili
diritti” e che sia intesa non come stato d’animo personale, ma come condizione
oggettiva di “vivibilità” libera e sicura in una società.
Poi i filosofi, come dicevo sopra. Bauman, nell’ "Arte
della vita”, paragona la felicità ad un orizzonte, che, in quanto tale, si
allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarsi ad esso. Irraggiungibile,
dunque. Possiamo, tuttavia, tentare di avvicinarci ad essa “tentando
l’impossibile”, ossia ponendoci traguardi oltre la nostra portata, in modo tale
da avere sempre alla vista un orizzonte da avvicinare. Sfuggire all’incertezza
diventa una condizione imprescindibile per sperare di poter essere felici. Qui
la felicità è condizione umana, stato d’animo, come dicevo nella mia personale
definizione di felicità. E trovo bello il tentativo di Bauman di rendere
universale, ossia valido per tutti, il suo porre mete da raggiungere quale
tentativo di essere felici.
Tuttavia ritengo che la condizione di felicità sia troppo
“personale” per poter essere universalizzata; o meglio è lo stato d’animo ad
essere troppo individuale. Alcuni potrebbero sentirsi vicini all’orizzonte così
come ipotizza il filosofo polacco, ma la stessa cosa sarebbe valida per la
moltitudine delle individualità esistenti?
Interessante è l’indagine condotta da Maggioni e Pellizzari, che dimostrano,
dati alla mano, che il conseguimento della felicità non è direttamente
proporzionale al conseguimento del benessere economico e sociale. La prova
evidente di ciò è il costante aumento del numero di persone che cadono in
depressione e quello dei suicidi. Come finisce la loro indagine? Con una
domanda… col chiedere loro stessi: cosa ci rende felici?
Questo la dice lunga, dunque, sul come la felicità sia
davvero un qualcosa di impalpabile, di personale, forse di irraggiungibile.
Eppure credo valga la pena sforzarci di poterla raggiungere. Che ciò possa
avvenire attraverso l’ottenimento di diritti e libertà, piuttosto che seguendo
l’orizzonte o conseguendo il benessere economico. Ognuno a suo modo deve
tentare. Piccoli momenti di felicità possiamo averne tutti, su questo non vi
sono dubbi perché, come dice Seneca: “la felicità è un bene vicinissimo, alla
portata di tutti, basta fermarsi e raccoglierla”.
Claudia Conte
è diventata una rivista di filosofia?
RispondiEliminaBuongiorno. Abbiamo sempre trattato tutto ciò che riguarda la cultura e non è una novità che di tanto in tanto appaiano articoli filosofici.
Eliminacapito
EliminaQuando trovo dei temi così importanti sul corriere dello spettacolo mi fa molto piacere. Pur se di rivista d’arte, i temi del genere non possono al mio avviso mancare poiché l’arte non è solo cultura ed opera, non è solo una raffigurazione che racchiude messaggi, ma interpreta anche, la persona o la natura come fa la filosofia.
RispondiEliminal'arte è vita
RispondiEliminaFelice che appreziate il nostro modo di pensare il giornale... Grazie!
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