Cari lettori del Corriere dello Spettacolo,
oggi, in esclusiva per voi,
risponderà alle mie domande Marco Bonini, attore, sceneggiatore e produttore
cinematografico italiano.
Ciao Marco! Iniziamo questa
intervista parlando del tuo prossimo lavoro teatrale…
Dal 4 al 23 febbraio sarai in scena
insieme a Cesare Bocci ed Eleonora Ivone al Teatro Golden con lo spettacolo
“OSPITI” di Angelo Longoni. Quali tematiche tratta la commedia “OSPITI”? Puoi
descrivere il tuo personaggio?
Ciao Claudia! Il mio personaggio è FRANCO, un ex ex
fidanzato di Eleonora Ivone, uno psicopatico innamorato follemente di lei fino
al punto di perseguitarla anche in casa di Cesare Bocci, che ha in realtà solo
la “colpa” di aver affittato l'appartamento
dell'ultimo fidanzato di Eleonora.
In che condizioni si trova
attualmente il teatro e più in generale la cultura italiana?
Questa è una domanda difficile. In generale i periodi di
crisi economica e sociale sono sempre momenti molto buoni per la cultura, nel
senso che gli artisti hanno materiale vivo molto “interessante” da cui pescare
e trarre ispirazione. In generale mi sembra che ci sia una rinnovata attenzione
per la commedia, sia da parte degli autori che del pubblico. Anche se si tratta
ancora molto spesso di una commedia leggera, vedo tentativi interessanti verso
quella che a me piace di più, la commedia all'italiana dove dramma e commedia
si alternano in continuazione. In questo senso anche OSPITI è un ottimo
esempio.
Hai preso parte al film ''Sights of
Death'' , prodotto dalla Ambi Pictures
di Andrea Iervolino e Monika Bacardi con protagonisti Rutger Hauer, Daryl
Hannah, Stephen Baldwin, Michael Madsen, Danny Glover. Ci racconti di questa importante
esperienza?
E' sempre molto bello lavorare a fianco di grandi attori
e scoprire che, nonostante la grande differenza di mezzi che si può incontrare
in contesti diversi, il lavoro dell'attore è sempre lo stesso ovunque. La
semplicità dell'immedesimazione dei grandi maestri è simile alla serietà con
cui i bambini sprofondano nei loro giochi. Facile a dirsi... un po' più
complicato a farsi!
Quali sono i tuoi artisti preferiti?
Qualcuno ti ha influenzato in modo particolare nella tua formazione?
I cinque dell'Ave Maria: Gassmann, Mastroianni, Manfredi,
Tognazzi e Sordi.
L’evento che ritieni il più
importante per la tua carriera.
L'incontro con Michail Margotta. Un grande maestro che ho
conosciuto in un
momento di crisi creativa in cui stavo per smettere di fare l'attore. Non riuscivo più a trovare esattamente quel piacere del gioco dei bambini. Non riuscivo a rilassarmi e a sprofondare. Da quell'esperienza è nato uno studio su Miss Julie di Strindberg in inglese che è poi diventato prima uno spettacolo e poi un film molto particolare che è uscito in DVD in America.
momento di crisi creativa in cui stavo per smettere di fare l'attore. Non riuscivo più a trovare esattamente quel piacere del gioco dei bambini. Non riuscivo a rilassarmi e a sprofondare. Da quell'esperienza è nato uno studio su Miss Julie di Strindberg in inglese che è poi diventato prima uno spettacolo e poi un film molto particolare che è uscito in DVD in America.
Nella tua carriera hai alternato il
lavoro in teatro, a quello in televisione (ti abbiamo visto protagonista di
numerose fiction) e al cinema, in cui ti sei impegnato come attore e dal 2000
come produttore e sceneggiatore. Le soddisfazioni più grandi dove le hai avute?
Le cose che mi danno più piacere sono “le mie”, quelle
che concepisco dall'ideazione. Recitare quello che scrivo in primis e produrre
come necessità di garantire l'integrità dell'opera. Far nascere un’idea,
seguirla nello sviluppo creativo, accompagnarla fino alla maturità per poi
vederla sbocciare e vivere di vita propria è un'esperienza unica, seconda solo
alla vera e propria paternità.
Nell’ambito del cinema italiano in
che misura è possibile proporre delle nuove idee e quanto invece si deve venire
a patti con i produttori e i gusti del grande pubblico?
C'è spazio per tutti e per tutto, nuovo e vecchio...
bisogna avere le idee chiare, essere lucidi nel proporle e molto, molto
diplomatici nel difenderle... E’ un equilibrio faticosissimo e delicatissimo
quello tra integrità artistica e intelligenza strategica.
Certo, ce ne sono tanti... e di nuovi ne nascono ogni
notte. Il mio sogno vero è quello di riuscire a fare quello che amo per tutta
la vita... questo è il regalo più grande: la felicità.
Grazie Marco per il tempo che ci hai
dedicato e in bocca al lupo per la tua già brillante carriera. L’intervista si
è conclusa ma ti invito a mandare un saluto ai nostri lettori!
Grazie a te Claudia e un saluto a tutti i lettori!
Da Claudia Conte per ora è tutto!
Arrivederci al prossimo articolo amici del Corriere dello Spettacolo!
Curata da Claudia Conte
una bella interpretazione, la sua, in "Ospiti"!
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