05 febbraio, 2014

“Ospiti”, di Angelo Longoni. Ridere delle debolezze, anche se pericolose. Di Paolo Leone


Teatro Golden, Roma. Dal 4 al 23 febbraio 2014

Uomini e donne non sull’orlo, ma nel precipizio di una crisi di nervi. Amore finito e con gli strascichi legali di una separazione per Leo, in preda all’alcol, con un lavoro che detesta (scrivere battute per i comici) e una nuova casa ancora da sistemare. Il disincanto di una donna, Sara, necessario per fuggire l’amore e tutte le sue implicazioni. Il sentimento possessivo, il comportamento ossessivo compulsivo, pericoloso, di Franco.
Miscelate i tre ingredienti, in un appartamento dove fino a poco tempo prima aveva vissuto il fantomatico Giorgio, ex di Sara, e ne sortirà una divertente commedia che avrà il merito di affrontare, col tocco lieve dell’ironia, un tema purtroppo  attualissimo come quello degli uomini che non sanno farsi una ragione della fine di una relazione e reagiscono nel più sbagliato dei modi, ingiustificabile. Angelo Longoni, commediografo e regista di livello, dopo il grande successo della stagione passata con l’originale “Il muro”, torna al Teatro Golden e fà di nuovo centro con questa commedia leggera, pregna di ironia, comicità e con un pizzico di cinismo, disegnando i tre personaggi in scena con precise connotazioni caratteriali. Lo aiutano, in questo, coloro che danno vita ai tre: Cesare Bocci, divertentissimo, nei panni del neo separato Leo, impaurito dai sentimenti che tanti danni gli hanno causato; Eleonora Ivone, lontana dai pericoli dell’amore, in un ruolo brillante che non offusca la sua innata eleganza; Marco Bonini, superlativo, nel ruolo dell’irrecuperabile stalker. Non sottovaluterei la “presenza” invisibile di Giorgio, una sorta di Manuel Fantoni di cinematografica memoria, che mai nessuno (a parte Sara) ha visto, quasi un ideale di perfezione maschile, irraggiungibile per tutti, funzionale all’evolversi comico della storia.

La drammaturgia dell’autore riesce a mettere in ridicolo il comportamento del molestatore, tratteggiando un uomo privo di nerbo, che crede di amare picchiando, che chiede scusa e implora perdono, ma un attimo dopo è pronto all’aggressione e poi subito dopo si pente. Mettere alla berlina un atteggiamento, un’immaturità affettiva tale, non è facile quando la cronaca, quasi quotidianamente, ci racconta fatti drammatici di violenza sulle donne subiti dai propri ex o comunque dai propri compagni di vita. La bontà, la valenza di una drammaturgia, si apprezza anche per questo, nel riuscire a proporre un’opera divertente che, con le caratteristiche tipiche della commedia, punta il faro su di un aspetto, in questo caso grottesco e ridicolo, dell’essere umano, prendendo spunto dall’attualità e rielaborandolo. Bocci, Ivone e Bonini riescono, dal canto loro, a dare credibilità ai tre personaggi, e a farci gustare al meglio, ridendo, il sapore agrodolce di questa nuova pièce. La regia, dello stesso autore, ha un taglio prettamente cinematografico che è un altro segno distintivo di quelle che più di qualcuno ormai, definisce tipiche commedie “longoniane”.

Paolo Leone


 “Ospiti” di Angelo Longoni.
Con: Cesare Bocci, Marco Bonini, Eleonora Ivone
Regia: Angelo Longoni

Una produzione Andrea Maia – Teatro Golden e Angelo Longoni

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