Teatro Virginian, Arezzo. Martedì 04 Marzo 2014. Spettacolo unico.
“Vox Populi Vox Dei”
La giovane compagnia Tosco/Veneta Stivalaccio Teatro
composta da Michele Mori e Marco Zoppello guidati dalla consulenza artistica di
uno dei più grandi maestri della Commedia dell'Arte, Carlo Boso, porta in scena
ad Arezzo un capolavoro della letteratura mondiale: “Don Chisciotte,
TragiCommedia dell'Arte”.
Testo e regia sono di Marco Zoppello che si ispira a
Cervantes ma a questo aggiunge abilmente, amalgamati al suo interno, variazioni
di tema e citazioni di Leopardi, Ruzzante, Dante, Shakespeare ed altri famosissimi
autori che entusiasmano gli spettatori.
In accordo con i canoni della commedia dell'Arte il palco
si dimostra spoglio. Un grande telo formato da toppe multicolore sullo sfondo,
al centro un piccolo baule che permette agli attori rapidi cambi di costume e
maschere. Di lato dietro una quinta ma visibile al pubblico una rastrelliera
per bastoni e spade.
Gli attori entrano in platea da una porta laterale
ringraziando commossi il pubblico per
averli salvati da morte certa concedendogli la grazia e, così facendo,
ci portano subito all'inizio del racconto. Dopo una breve presentazione ci
narreranno infatti le loro disavventure.
E' il 25 Febbraio 1545, l'epoca dell'Inquisizione. In
questo periodo gli attori erano considerati eretici e malfattori e a loro,
durante la Quaresima, era negata qualsiasi rappresentazione popolare che
esulasse le Sacre Rappresentazioni.
Giulio Pasquati in arte Pantalone e Girolamo Salimbeni in
arte Piombino sono due attori della celebre compagnia dei Comici Gelosi che
vengono arrestati e condannati a morte per aver messo in scena uno spettacolo
inadatto alla giornata.
E' proprio di fronte all'Inquisitore che inizia questo
racconto. Condannati a morte i due attori chiedono che l'Inquisitore esaudisca
il loro ultimo desiderio: recitare un' ultima commedia. Il tentativo?
Rappresentare uno spettacolo che compiaccia il pubblico per avere così salva la
vita perché “Vox Populi Vox Dei”.
Con il loro cavallo monogamba i due compari partono
all'avventura. La narrazione è scoppiettante, i ritmi sono serrati ed il
pubblico rimane incollato alla scena dalla prima all'ultima battuta. Tra
duelli, risse, aggressioni subite, sketch esilaranti tragicomici, momenti
commoventi, citazioni letterarie di famosissimi autori ben integrate nel testo,
in una costante parodia del mondo cavalleresco medioevale, i due si
ritroveranno a parlarci dei giorni in cui hanno patito la fame, di come un oste
abbia elevato Don Chichotte a cavaliere, dell'amore per la bella Dulcinea,
della battaglia epica contro i mulini a vento ed altro ancora.
In accordo con la tradizione della Commedia dell'Arte
dove gli attori avevano solo un canovaccio da seguire Michele Mori e Marco
Zoppello coinvolgono attivamente il pubblico. A metà spettacolo infatti ecco
una sorpresa inattesa. Un'improvvisazione a tema. I due attori chiedono al
pubblico di proporre una città famosa, un oggetto ed un personaggio attuale e,
presi una ragazza ed un uomo dal pubblico, improvvisano una coinvolgente ed
esilarante avventura in cui Don Chisciotte si catapulta in paesi esotici al
salvataggio della giovane Dulcinea ostaggio di un bruto.
Siamo al dunque. Per ottenere salva la vita il pubblico
dovrà ora mostrare la propria approvazione con un minuto di applausi.
Meritatissimi.
Uno spettacolo sul pubblico per il pubblico che ha
ottenuto un grande apprezzamento.
Una particolare menzione va fatta agli stupendi costumi
di scena.
Alberto Nocentini
Don Chisciotte – TragiCommedia dell’Arte
da M. De Cervantes
Testo di Marco Zoppello
Interpretazione e regia Michele Mori e Marco Zoppello
Consulenza artistica Carlo Boso
Maschere Roberto Maria Roberto Macchi
Costumi e fondale Antonia Munaretti
Scenografia Mirco Zoppello
Produzione Stivalaccio Teatro e Accademia del Teatro in lingua veneta
Nessun commento:
Posta un commento