Caserta. Nel
cuore del centro storico casertano, in una delle vie più antiche, teatro una
volta di importanti mercati, oggi commedia di bar e negozi di abbigliamento; in
questa strada mi sono imbattuto, casualmente, parlando al cellulare, in quella
che potremmo definire una rosa nel deserto. Attirato da alcuni quadri esposti
sulla strada, sono entrato in questo vecchio cortile mentre proseguiva la mia
(sempre più) distratta telefonata e dove ho continuato ad osservare i dipinti.
Qui ho incontrato Sergio Picozzi, in arte SergioEccomi, che mi ha caldamente
invitato ad entrare.
Colpito dai
quadri, dal "personaggio" e, in primis, dalla presenza d'arte nel
centro casertano, ci siamo accordati per una piccola intervista nei giorni a
seguire.
"Io sono nato a Teano qualche anno fa, nel sessantatré".
Originario del casertano, Sergio mi racconta della sua formazione come
architetto, studiando urbanistica presso una delle migliori università in
Italia in questo settore, la Iuav di Venezia, e di come comincia così la sua
attività d'architetto, che svolgerà assiduamente sino ai primi anni novanta,
lavorando anche in progetti internazionali e in una sua attività in diversi Paesi
dell'Africa occidentale. Tuttavia, in quegli anni la crisi dà i suoi primi
avvisagli e colpisce il settore, facendo scemare la sua attività.
Con maggior
tempo a disposizione, sotto consiglio della figlia e ispirandosi ad alcuni
"inguacchi" del figlio, Sergio, in età piuttosto matura, decide di
dedicarsi anche alla pittura.
SergioEccomi è
un pittore vivace, colorito, spontaneo e tutto ciò si riversa
irrimediabilmente, e per fortuna, nelle sue opere. Il suo stesso nome d'arte,
che alle prime, a essere sinceri, mi è parso banale, sta a simboleggiare
l'intento di presentarsi al pubblico, all'altro per quello che è: "Questo sono, eccomi!"; seguendo
quel principio di spontaneità che lo distingue.
Le opere di
SergioEccomi vengono realizzate attraverso una tecnica particolare e molto originale:
pennelli e suppellettili vari lasciano totalmente il posto alle dita, che lavorano
principalmente su delle superfici in policarbonato, ricorrendo a glitter e
colori fluorescenti, che permettono in tal modo di dare luce a questi quadri
anche nel buio più assoluto. Interessanti anche i lavori, invece, che coniugano
questa pittura ad oggettistica e ad elementi di design.
Seppure
SergioEccomi affermi di non ispirarsi in modo particolare a nessun artista,
sicuramente possiamo ritrovare riferimenti a correnti artistiche degli anni
cinquanta del secolo scorso di stampo astratto-concreto.
Solitamente
l'arte che non prende una posizione precisa politicamente e non si impegna
civicamente, mi crea dei problemi, quasi mi infastidisce, ma in questo caso
credo si debba fare un discorso diverso.
La composizione
di queste opere e l'attenzione e il riguardo che viene dato ai colori imprimono
nell'oggetto una forza, una vivacità, un'allegria impossibili da non avvertire
e in un'epoca dove l'impegno civico e politico vivono il peggior momento
storico, cercare di trasmettere gioia nei cuori altrui è uno degli impegni più
complicati e ammirevoli a cui un artista possa tendere.
Massimo Quarta
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