Teatro Ambra alla Garbatella. Dall’11 al 16 marzo 2014
Ripercorrere la
propria esistenza grazie alla gatta Cleopatra, il pesce rosso Nino, la Musa della musica Angie e
tentare di riannodare il filo perduto negli anni, alla ricerca di un senso per
non cadere vittima del consumismo, per non lasciarsi omologare come tutti,
dando poi la colpa “a chi ci governa”. Il pozzo della storia di mezzo è la fine
ingloriosa di chi rinuncia ai propri sogni, di chi si lascia usare anche
inconsapevolmente per altri fini che non sono i propri e, beota, si accontenta
di ciò che “i regnanti” propinano come verità.
Il testo di Gabriele
Mazzucco, giovanissimo commediografo, vincitore del Premio Thealtro 2012 come
miglior testo originale, è davvero molto interessante, frizzante, condito con
apparente no-sense (ma solo apparente) e merita una lettura più approfondita.
Messo in scena al Teatro Ambra alla Garbatella, spazio attento ai nuovi autori
e ai lavori “off”, dall’11 al 16 marzo e seguito, finalmente, da un buon numero
di spettatori, ha un ottimo ritmo narrativo ed è guidato da una regia dinamica,
dello stesso autore. Inizio e fine collimano, drammaturgicamente allineati, e
quello che sembrava un goffo tentativo di suicidio in principio, nell’ultima
scena diventa, nel racconto fiabesco, l’amara verità. Forse. Un testo molto
giovanile, con le ingenuità e le fallacità tipiche di un giovane scrittore, una
messa in scena non semplice, per i continui cambi di costume degli attori.
Quello che non convince appieno è la forza interpretativa d’insieme, che poche
volte “sfonda” verso la platea, mentre singolarmente ognuno cerca di dare il
massimo. Una favola per adulti, come afferma il comunicato dello spettacolo,
ricca di sorprese e divertissement, che invita a non buttare via il proprio
tempo e i propri sogni per non ritrovarsi, alla fine (imprevista e
imprevedibile), preda del pozzo, nel buio.
Paolo
Leone
“La storia di mezzo”, di Gabriele
Mazzucco.
Con: Matteo Quinzi, Andrea Alesio,
Angelo De Angelis, Chiara Fiorelli, Luca Laviano, Federica Orrù, Paola Raciti.
Regia: Gabriele Mazzucco
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