04 marzo, 2014

LORCAbaret sei quadri e un assassinio, regia di Simone Nardini. Di Daria D.


Teatro avazzeni, Seriate (BG). Lunedì 24 febbraio 2014, tre repliche

Teatro Linguaggi ceativi, Milano. Sabato 1 MARZO 2014, due repliche

Foto Ophelia Queen
In uno spazio scuro e denso come una notte punteggiata non di stelle ma di lucine rosse, ricordo delle più sordide case di tolleranza, davanti agli spettatori la cui identità è nascosta da maschere, otto giovani attori, tutti molto bravi, sotto la direzione di Simone Nardini, diplomatosi scenografo all’Accademia di Belle Arti di Brera, inscenano un cabaret surreale, sensuale, futurista, espressionista, per raccontarci uno stralcio della vita poetica e personale di Federico Garcia Lorca.
Nel 1929, con una borsa di studio per la Columbia University, il poeta e drammaturgo spagnolo si trasferisce a New York e l’anno seguente a Cuba. Due mondi tanto diversi e lontani che il poeta ha raccontato nei versi di “Poeta in Nueva York” e “Il Publico”, versi crudi, diretti, dove il sangue scorre a fiumi, “le albe di New York sono ingannevoli” e “gli amori impossibili”, “sotto la diversità c’è una goccia di sangue di marinaio”, parole che con forza e passione raccontano non quello che succede ma quello che “ci” succede.
Nel prologo, il cerimoniere, Giovanni Rho, una specie di domatore di uomini, cantando un brano tratto da “Cabaret” di Bob Fosse, introduce le “ragazze” dell’Alhambra, un locale di Cuba per soli uomini che Lorca era solito  frequentare, mischiandosi con l’anima nera di un mondo sotterraneo.
Le “ragazze” sono gli attori, in underwear, che danzano senza troppo entusiasmo, per il piacere degli spettatori. Ricordano quando i nazisti si facevano gioco degli ebrei, degli omosessuali, e li denudavano davanti ai gerarchi per farli divertire, privandoli di ogni dignità, come nel quinto quadro succede ai negri messi al rogo dal KKK o al Cristo inchiodato alla croce per ricevere sputi e vilipendio.
Foto Ophelia Queen
La regia di Nardini, poetica e irruenta, provocatrice e sensuale, esattamente come i versi di Lorca, ci coinvolge in un gioco elegante di luci, d’immagini, di filmati che sono proiettati sui corpi nudi degli attori, come fossero uno schermo vivente e doloroso delle vicende umane.
La nudità non è mai volgare ma semplice e diretta, non per compiacersi né per compiacere, basta una maschera posata su un membro per evocare e provocare, con eleganza, “gli scarafaggi e le farfalle” che sono dentro di ognuno.
In questo cabaret non si ride, sono troppo importanti i temi evocati, dal potere dei pochi sui molti, al razzismo, alle diversità sociali ed economiche, alle pulsioni sessuali, alla libertà. Assistiamo in silenzio al nostro dramma di esseri umani, ci guardiamo allo specchio e capiamo che quella nudità è la nostra, eppure continuiamo a nasconderci dietro a maschere rassicuranti. Come per esempio questa: “ La performance, per un pubblico maggiorenne, contiene scene di nudo integrale”
Bella la scena in cui Lorca interpretato da Fabio Tameni si siede sulle ginocchia di Salvador,  l'attore Alberto Baraghini, nel buio dell’Alhambra, o quando  esce dalle quinte con la testa infilata in un grande libro per dirci che è venuto “per costruire, con la poesia”.   E come dimenticare i corpi nudi che rotolano in un’orgia di allegre strisce colorate,  o Guernica proiettata sulla pelle degli attori che avanzano incontro alla loro morte?
Lorca , nel 1936, mentre infuriava la Guerra civile spagnola,  venne  fucilato dai fascisti e gettato in una tomba senza nome, accusato di essere un sovversivo e un per-verso.
Ci sono piccoli grandi spettacoli che per vivere e lasciare le loro tracce non hanno bisogno di teatri pomposi, di spazi altolocati e di gerarchi che paghino e approvino…
LORCAbaret di Simone Nardini, è uno di questi.

Daria D.


LORCAbaret sei quadri e un assassinio, regia di Simone Nardini
Liberamente ispirato a “Poeta in Nueva York” e “Il Publico” di Federico Garcia Lorca
Prodotto dalla Fabbrica dello Spettacolo
Con: 
FEDERICO GARCIA LORCA: Fabio Tameni
IL PRESENTATORE LA MORTE: Giovanni Rho
SALVADOR: Alberto Baraghini
RAFAEL: Daniele Pennati
JOHN: Gabriele Milia
FELIPE: Rocco Dell’Arena
CAMPBELL: Matteo Minerva
HART: Francesco Maria Conti
Coreografie di Luca Laconi

Scene e costumi di Simone Nardini

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