Teatro Manzoni, Roma. Dal 25 marzo al 20 aprile 2014
Sembra facile tirare
un calcio di rigore. La porta è grande, non hai nessuno intorno che possa
disturbare il tuo gesto, a pochi metri da te c’è solo il portiere avversario.
Basta prendere la giusta rincorsa, scegliere l’angolo verso cui calciare ed è
gol. Provateci. L’ansia che ti assale, il senso della responsabilità, la
consapevolezza che da quel tiro dipende la sorte della tua squadra e, in
qualche modo, di te stesso, in ogni passo che fai verso la palla. E poi un
ciuffo d’erba nel posto sbagliato, un refolo di vento, il portiere che si
muove, magari un ripensamento all’ultimo decimo di secondo e… fuori! Il pallone
come la strada che intraprendi nella vita, fuori centro, lontano dai sogni di
gloria immaginati. Le scelte, incognite che si svelano nella propria
magnificenza o nella propria miseria soltanto dopo averle fatte. Non farle,
equivale a non vivere, rimanere nel cerchio di centrocampo in attesa di un
fischio che non arriverà mai. Da questo pretesto drammaturgicamente suggestivo
prende vita la bella commedia di Marco Falaguasta, “L’ultimo rigore”. Tre amici
si ritrovano insieme dopo 25 anni.
Giocavano nella stessa squadra, quella perdente proprio a causa del rigore fallito da uno dei tre, Simone (Marco Fiorini), che ora ha scelto la sua strada, quella del sacerdozio. Gli altri due, l’affermato dentista Daniele (Marco Falaguasta) e il neo separato Pino (Pietro Scornavacchi) accolgono il vecchio amico e cominciano una serata piena di ricordi, di aneddoti calcistici. Ma niente è come prima, la vita ha giustamente preso il sopravvento e allora emergono le frustrazioni, le delusioni, i dubbi di ciascuno. Anche di Daniele, quello che sembrava a posto, sposato con la bella ma iperattiva Marzia (Francesca Nunzi) che non c’è mai, imprenditrice nel ramo degli elettrodomestici. A far deflagrare la situazione, irrompe la sensualissima Paola (Giovanna Nicodemo), cantante del Cirque du Soleil, invitata dal fremente Pino, in cerca di emozioni forti. Ogni certezza cade, tutto viene rimesso in discussione, anche la solidità apparente della scelta ecclesiale di Simone, che tenta fino all’ultimo di porre rimedio ai comportamenti dei due amici.
Giocavano nella stessa squadra, quella perdente proprio a causa del rigore fallito da uno dei tre, Simone (Marco Fiorini), che ora ha scelto la sua strada, quella del sacerdozio. Gli altri due, l’affermato dentista Daniele (Marco Falaguasta) e il neo separato Pino (Pietro Scornavacchi) accolgono il vecchio amico e cominciano una serata piena di ricordi, di aneddoti calcistici. Ma niente è come prima, la vita ha giustamente preso il sopravvento e allora emergono le frustrazioni, le delusioni, i dubbi di ciascuno. Anche di Daniele, quello che sembrava a posto, sposato con la bella ma iperattiva Marzia (Francesca Nunzi) che non c’è mai, imprenditrice nel ramo degli elettrodomestici. A far deflagrare la situazione, irrompe la sensualissima Paola (Giovanna Nicodemo), cantante del Cirque du Soleil, invitata dal fremente Pino, in cerca di emozioni forti. Ogni certezza cade, tutto viene rimesso in discussione, anche la solidità apparente della scelta ecclesiale di Simone, che tenta fino all’ultimo di porre rimedio ai comportamenti dei due amici.
Tutti
alla ricerca di quel “tesoro” che possa rendere stabili e felici le proprie
vite. Dopo quella notte burrascosa, ognuno dei tre, con modalità diverse,
rimetterà in discussione le scelte fatte nelle proprie esistenze, accorgendosi
di averle subite “per quieto vivere” o di averle prese contro ogni logica o
senza esserne del tutto convinti. Come ogni commedia di Falaguasta, la storia
cresce col passare dei minuti, miscelando sapientemente i momenti più brillanti
con quelli autenticamente drammatici senza mai far prevalere gli uni sugli
altri, ma anzi caratterizzando la pièce di grande equilibrio. Si ride, ma mai a
vuoto. Non è una farsa, ma uno spaccato di vita, in cui ognuno può
riconoscersi, se lascia cadere le proprie armature. In questa operazione,
meritano una menzione particolare le tre figure femminili della commedia.
Francesca Nunzi conferma la sua classe e le sue notevoli note drammatiche che
ne fanno sì un’attrice brillante ma capace di mutare registro al suo
personaggio e all’intera scena in un istante, prerogativa di pochi. Giovanna
Nicodemo, intrigante, è la giusta nota in grado di cambiare il corso della
storia rappresentata col suo bel personaggio, intenso. Alessandra Bellini è
particolarmente convincente, molto più che in “Tutta colpa della felicità” (il
sequel de “l’ultimo rigore”), in un ruolo di grande delicatezza contrapposto
alla rude impazienza di Pino-Scornavacchi. Equilibrio, armonia, storie plausibili,
interpreti bravissimi. Una squadra col giusto ritmo, disegnata dalla penna di
Falaguasta, intrisa di domande sulle scelte di vita di ognuno di noi, sempre
molto attuali e capaci di divertire con intelligenza. Sei interpreti credibili
nella loro recitazione e che rendono questa commedia uno spettacolo di assoluta
godibilità.
Sembra facile… come
tirare un calcio di rigore.
Paolo
Leone
L’ultimo rigore. Scritto e diretto da Marco
Falaguasta
Roma, Teatro Manzoni. Dal 25 marzo al 20 aprile.
Con: Marco Falaguasta, Petro Scornavacchi, Marco Fiorini,
Francesca Nunzi, Giovanna Nicodemo e Alessandra Bellini.
Scene: Francesco Scandale; Luci: Marco Laudando; Musiche:
Filippo Minoia; Ass. regia: Flavio Moscatelli; Aiuto regia: Luca Latino.
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