09 aprile, 2014

GRAN GALA’ IL CIGNO NERO. Intervista a Giuseppe Picone, Joaquín De Luz, Ashley Bouder e le giovani promesse italiane. Di Chiara Pedretti


In occasione de Gran Galà Il Cigno Nero, abbiamo incontrato i protagonisti, le étoiles Giuseppe Picone, Joaquín De Luz ed Ashley Bouder, oltre alle giovani promesse italiane Marianna Suriano, Flavia Stocchi e Giorgia Calenda. Li andiamo a trovare nei camerini del Teatro della Luna ad Assago, appena fuori Milano, prima dello spettacolo.

La Daniele Cipriani Entertainment ci accoglie molto calorosamente: prima assistiamo alla lezione di riscaldamento pre-spettacolo, tenuta dal M° Luigi Neri. Tutti gli artisti eseguono alla sbarra gli esercizi proposti per affrontare l’esibizione preparati a dovere. Alla fine, cominciamo ad incontrare Giuseppe Picone, étoile internazionale: napoletano DOC, scuola del San Carlo, ha danzato in tutto il mondo tutti i ruoli possibili: a 12 anni viene scelto per il ruolo del giovane Nijinskij in uno spettacolo con Carla Fracci e Vladimir Vassiliev. Dopo aver lavorato con il Ballet de Nancy, English National Ballet di Londra e American Ballet Theatre di New York tra gli altri, finalmente lo possiamo ammirare a Milano.

Giuseppe, non è facile vederti a Milano. Cosa ci racconti di questo Galà?

E’ vero, ci sono stato a novembre quasi per caso per un Omaggio a Verdi con il Balletto di Siena, ma non mi capita spesso di danzare qui. Questo è un Galà interamente ispirato al Lago Dei Cigni, ma non solo al Cigno Nero come potrebbe far pensare il titolo. Danzo il Principe nell’Atto Bianco, poi Tre Preludi di Ben Stevenson: un pezzo molto bello anche perché dà un assaggio di cosa facciano i danzatori.

Hai danzato praticamente tutti i ruoli del repertorio. Qual è il tuo preferito?

In realtà sono due: Albrecht (Giselle) e Romeo. Albrecht può essere danzato anche se non si è più giovanissimi, mentre Siegfried (Il Lago dei Cigni) no: è difficile ed impegnativo per la schiena del danzatore. Di Romeo mi piace proprio lo spirito: gioca fino alla morte di Mercuzio, da cui poi si scatena tutto il dramma che segue.

Dopo Milano cosa farai?

Continuerò con il tour del Galà, ma fra una settimana a Piacenza andrà in scena Giuseppe Picone Ed I Grandi Della Danza, un galà internazionale, dove debutterà la mia versione coreografica di Bolero in prima assoluta. Non è la mia prima coreografia, perché ho già coreografato Carmina Burana due anni fa.

Joaquín De Luz, sconosciuto al pubblico milanese, è principal (ossia primo ballerino) del New York City Ballet. Spagnolo di Madrid, formatosi con Víctor Ullate, dopo un anno come solista al Pennsylvania Ballet, entra all’American Ballet nel 1997 per passare poi al New York City Ballet nel 2003. Simpatico, allegro, molto alla mano, ci racconta un po’ della sua esperienza americana.

Joaquín, come ti trovi a New York?

Molto bene, ormai è decisamente il centro del mondo! Noi europei non siamo abituati, abbiamo degli standards molto diversi, ma è impossibile trovarsi male a New York. Io poi, ho avuto prima l’esperienza con il Pennsylvania Ballet, per cui ho avuto modo di abituarmi alla vita oltreoceano. L’Italia mi piace molto, d’altronde italiani e spagnoli sono simili… E’ la prima volta che danzo qui.

Cosa emerge da questo spettacolo?

E’ un galà classico, ma io danzo anche una coreografia neoclassica, Five Variations On A Theme, un assolo di David Fernández su musica di Bach. Quindi non solo cigni!

Ashley Bouder ci accoglie abbastanza freddamente, forse perché molto impegnata con i preparativi pre-spettacolo. Principal del New York City Ballet, con cui danza dal 2000, è il prototipo della ballerina balanchiniana.

Ashley, cosa danzi in questo Galà?

La Morte del Cigno di Mikhail Fokine e il Pas de Deux del Cigno Nero dal Lago.

Il New York City Ballet conta molti danzatori. Com’è invece lavorare con un piccolo gruppo?

Sì, nel New York City Ballet siamo circa novanta ballerini, ma sono abituata anche a lavorare con pochi, specialmente con Daniele (Cipriani, NDR) è capitato molte volte.

Il tuo ruolo preferito del repertorio?

Senza dubbio L’Uccello di Fuoco di Balanchine.

Incontriamo poi Marianna Suriano, di Novate Milanese: alta, molto bella, con arti infiniti, ci racconta del suo passato in Scala per poi passare all’Opera di Roma dove attualmente lavora; della sua voglia di danzare e del sogno di avere come partner Friedemann Vogel, alto ed aitante primo ballerino dello Stuttgart Ballet. Flavia Stocchi e Giorgia Calenda, che dividono il camerino, oltre all’onore di poter danzare a fianco di mostri sacri come Picone, ci raccontano il loro ruolo in questo Galà e la speranza di un radioso futuro sulle punte.


Curata da Chiara Pedretti

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