Alessia Navarro è
attualmente in scena al Piccolo Eliseo Patroni Griffi con “Frida Kahlo – il
ritratto di una donna”, dall’1 al 13 aprile. Lo spettacolo è patrocinato
dall’Ambasciata del Messico e sostenuto dalle Scuderie del Quirinale, che
ospitano la mostra della pittrice messicana. L’abbiamo incontrata in occasione
della conferenza stampa di presentazione tenutasi al Teatro Eliseo il 31 marzo.
Alessia,
attrice e laureata in antropologia. Come nasce la tua passione per questa
materia?
Sicuramente dalla curiosità che mi ha
contraddistinta fin da bambina, per cercare anche cose lontane e diverse da me.
Ho una grande passione per i viaggi, per cui nel corso della mia vita, insieme
all’accademia di recitazione, ho sperimentato questo interesse nei confronti
dell’antropologia, laureandomi e specializzandomi sul Messico, quindi entrando
in contatto già tanti anni fa con Frida Kahlo e il suo mondo.
Perché,
secondo te, assistiamo da qualche anno a questa esplosione di interesse per
Frida? Sta diventando quasi una moda. Lo chiedo più all’antropologa che
all’attrice.
E’ vero, sta diventando una moda.
Credo che tutto nasca in seguito all’uscita del bellissimo film su di lei, con
Salma Hayek. Da lì è stato un interesse dilagante. Forse prima era conosciuta
da una nicchia di appassionati del settore e con il tempo è cresciuto perché
tutti possono riscontrare in Frida una propria vicinanza, un aspetto con cui
entrare in contatto e sentirlo proprio. Il mondo omosessuale? Si può rivedere in
lei, nella sua vita. Gli artisti? Si possono rivedere in lei. I movimenti
politici, soprattutto quelli estremi, il femminismo, tante realtà. Oggi viviamo
un momento storico in cui la donna continua ad essere calpestata, mai come in
questo momento, forse perché ha raggiunto una forza che può spaventare il resto
delle persone, non so. Comunque lei ci dà degli spunti di riflessione ad ognuno
di noi, e inevitabilmente finisce per diventare un’icona.
Avverti
la sensazione che questo spettacolo possa diventare l’evento teatrale della
stagione?
Io me lo auguro! Ci sono tanti
spettacoli belli in giro, così come ce ne sono tanti brutti. Questo spettacolo
ha la fortuna di trovarsi in concomitanza e con la collaborazione della mostra
su Frida alle Scuderie del Quirinale e anche dell’Ambasciata messicana, che ne
ha riconosciuto il valore, per cui mi auguro che possa diventare una pietra
importante di questa stagione.
Tu
hai lavorato in spettacoli classici, drammatici, ma anche brillanti. Segno di
versatilità. E’ possibile spezzare questa sorta di classismo che c’è in Italia,
per cui si tende a ghettizzare gli artisti in situazioni e ruoli da cui è
difficile uscire? Non dovrebbero essere i valori ad emergere, senza distinguere
tra cinema, teatro, televisione…?
Lo auspico. Purtroppo in Italia si
tende davvero a ghettizzare, a categorizzare gli attori. Chi fà teatro non può
fare cinema, o viceversa… chi fà le fiction non può lavorare in uno spettacolo
impegnato e via dicendo. Se l’arte c’è, la bravura c’è, lo studio c’è… la prima
prerogativa di un attore è quello di essere versatile, a trecentosessanta
gradi. Il problema è che spesso vanno avanti persone non per merito e allora ci
ritroviamo quel personaggio incastonato in quel tipo di ruolo perché solo
quello può fare e guai, allora, a metterlo su un palcoscenico. Spero che si
possa superare questo. In America non è così, ci sono bravissimi attori che
fanno talk show, televisione, ma poi vanno anche a fare con successo un
Riccardo III. Spero che anche qui si
possano superare questi ostacoli, con lo
studio e la bravura.
Il ruolo di Pino è quello di un gran
sostenitore. Quando ne abbiamo parlato col regista, quando io mi sono
confrontata la prima volta con lui su questa storia, lui l’ha abbracciata
proprio perché, nonostante quello che abbiamo detto poco fa sulla
ghettizzazione degli artisti, lui è una persona dalla conoscenza vasta, non è
solo un comico. Ha una sensibilità molto raffinata. Abbiamo iniziato questo
percorso insieme mettendo in scena, la passata stagione, Edgar Allan Poe. Frida
non poteva non abbracciarla, così come abbracceremo altre storie intense come
quelle che stiamo sviluppando adesso. Pino è un ottimo compagno di lavoro, di
squadra, di vita.
Alessia,
questa domanda la faccio a tutti. Tu sei giovane e di sogni ne avrai
tantissimi. Ma ce n’è uno alto? Qualcosa che se ci pensi ti fa battere forte il
cuore? Spara alto sennò non vale!
(ci
pensa)… Morire sul palco!!
Il
più tardi possibile, Alessia. In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.
Grazie, un saluto a tutti i vostri
lettori!
Curata da Paolo Leone
cosa non ti piace? fammi sapere...
RispondiEliminalei come attrice, pessima.
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