13 aprile, 2014

TU ERI ME. Quello che fu dell’antico splendore. Di Massimo Quarta


Teatro Pietro Aretino, Arezzo. Giovedì 10 Aprile 2014

Foto Luca del Pia
"Mi ostino a credere - imprudentemente - che un complesso sintetico di segni significativi possa ben conferire alla scena la trasparenza necessaria a rendere comprensibile anche quello che non è veramente espresso." [Roberto Bracco]

Cosa rimane di una vita dedicata allo spettacolo, consegnata all'intrattenimento di migliaia di sconosciuti? Di quegli artisti che non riescono a "sfondare", che non raggiungono l'agognata gloria, più sfortunati, forse meno talentuosi, quando manca la famiglia o altro, chi si preoccupa di questi, chi si prede cura di loro?
In Italia esistono tre realtà (a Milano, Bologna, Scandicci) che lavorano per ovviare a questa problematica sociale del nostro Paese.
Lo spettacolo è per loro e per tanti artisti alla fine delle loro vite e delle loro carriere, per difendere la loro dignità. Forse può apparire ridicolo preoccuparsi di una questione del genere in un momento storico che soffre già di tanti problemi, altri sicuramente più importanti. Tuttavia, ancora una volta, ci troviamo davanti ad un problema ben più serio di quello che può apparire: la trascuranza dell'arte; fatto che diventa un colmo ed un paradosso in un Paese come il nostro. Batignani e Faloppa autori di quest'opera ed esegeti insieme a Paolo Tintelli, decidono di andare oltre, perché dietro le quinte di questo spettacolo apatico nei confronti dell'arte - in scena da troppo tempo - si nascondono realtà che a volte dimentichiamo e più spesso neanche immaginiamo.
"Tu eri me" è l'indagine dietro le quinte di questo brutto spettacolo che oggi l'arte vive ed è l'indagine su quei tanti che ne pagano le conseguenze.
Uno spettacolo dal sapore antico, con toni nostalgici, che richiama modi lontani di fare teatro, più intimi, in grado di raccontare l'amarezza di questa storia, che vale per molti altri e potrebbe valere chissà per quanti.
L'originalità, però, sta nell'unire a questo aspetto più arcaico, sacrale e in un certo modo familiare, che lo spettacolo prende, concezioni più moderne del teatro.
Il personaggio principale, interpretato dalla Tintelli, si racconta, e raccontandosi porta con sè tutte le sue paure, i suoi rimpianti, le sue gioie, non solo attraverso la parola, ma con l'aiuto di diversi escamotage scenici: ironicamente geniale ed allo stesso tempo drammatico l'utilizzo della smorfia napoletana per la "tombolata", gioco che ormai è entrato nell'immaginario collettivo pensando alle case di riposo.
Uno spettacolo ben studiato, forte di un lavoro intellettuale, che non manca nel regalare sorrisi e risate. In due parole: davvero delizioso.

Massimo Quarta


di David Batignani e Simone Faloppa
con David Batignani, Simone Faloppa e Paola Tintinelli

Meridiano Zero / Armunia Festival Inequilibrio
con il sostegno di Festival riGENERAzioni e Kilowatt Festival

serata in collaborazione con Kilowatt Festival

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