Teatro Elfo Puccini, Milano. Dal 25 aprile
al 4 maggio e dal 20 al 25 maggio 2014
Viva l'Italia racconta una storia realmente accaduta,
senza la pretesa di essere un documentario, ma apparendoci come una scatola di
ricordi soffusi. Racconta l'Italia degli anni '70: le Brigate Rosse, il
rapimento di Aldo Moro, l'uccisione di due giovani vittime quali Fausto Tinelli
e Lorenzo Iannucci. Su quest'ultimo evento si concentra la drammaturgia di
Roberto Scarpetti, cercando di far tornare a galla episodi che forse i milanesi
e gli italiani in generale hanno dimenticato. Fausto e Iaio, così quest'ultimo
veniva chiamato da tutti, erano due diciottenni che passavano le loro serata
tra amici al circolo di via Leoncavallo, che il fine settimana tornavano dalle
loro madri per mangiare in famiglia, che si erano presi la responsabilità di
indagare sul traffico di eroina e cocaina nel loro quartiere e che per questo
sono stati uccisi senza che nessuno capisse quale era la loro “colpa”.
Gli attori, guidati da César Brie, interpretano questa storia con sincerità senza mai cadere nel retorico. Federico Manfredi, divertente come caratterista nel ruolo nel capo commissario riesce ad alleggerire la situazione, ma non rende ugualmente come Fausto rischiando di essere poco credibile. Andrea Bettaglio è bravissimo nei panni di Salvo e dimostra una fisicità ed una voce perfette per il suo ruolo. Lo stesso non si può dire di Massimiliano Donato, la cui recitazione a tratti sembra una cantilena ripetitiva. Alice Redini, al contrario, riesce a calarsi nei diversi personaggi femminili con naturalezza, riuscendo a commuovere nell'interpretazione di Angela, la mamma di Iaio. Lo spettacolo, costruito soprattutto su monologhi, torna indietro nel tempo, si ferma e va avanti come se fosse un lungo flashback visto da occhi diversi: le vittime, il suo assassino, le madri, il giornalista e il poliziotto che hanno condotto indagini indipendenti... L'allestimento scenico è semplice ma efficace. Molto suggestivo il momento in cui Salvo fa un incidente in macchina e per evocare la sua morte Andrea Bettaglio si arrotola e si dimena dentro un grande telo di plastica.
Gli attori, guidati da César Brie, interpretano questa storia con sincerità senza mai cadere nel retorico. Federico Manfredi, divertente come caratterista nel ruolo nel capo commissario riesce ad alleggerire la situazione, ma non rende ugualmente come Fausto rischiando di essere poco credibile. Andrea Bettaglio è bravissimo nei panni di Salvo e dimostra una fisicità ed una voce perfette per il suo ruolo. Lo stesso non si può dire di Massimiliano Donato, la cui recitazione a tratti sembra una cantilena ripetitiva. Alice Redini, al contrario, riesce a calarsi nei diversi personaggi femminili con naturalezza, riuscendo a commuovere nell'interpretazione di Angela, la mamma di Iaio. Lo spettacolo, costruito soprattutto su monologhi, torna indietro nel tempo, si ferma e va avanti come se fosse un lungo flashback visto da occhi diversi: le vittime, il suo assassino, le madri, il giornalista e il poliziotto che hanno condotto indagini indipendenti... L'allestimento scenico è semplice ma efficace. Molto suggestivo il momento in cui Salvo fa un incidente in macchina e per evocare la sua morte Andrea Bettaglio si arrotola e si dimena dentro un grande telo di plastica.
Sara Bonci
Viva l'Italia. Le morti di Fausto e Iaio
di Roberto Scarpetti
regia di César Brie
con
Andrea Bettaglio
Federico Manfredi
Massimiliano Donato
Alice Redini
Umberto Terruso
produzione Teatro
dell'Elfo
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