Chiesa
Monumentale di San Nicolò L'Arena, Catania. Sabato 17 Maggio 2014
“Massacra di botte una
passante: "Era stato lasciato dalla fidanzata"; “Killer dopo il
"no" su Facebook: preso”; “Uccide due ex, scappa, poi si spara”; “Dà
fuoco alla sua compagna e impedisce che la soccorrano”; “Uccide la madre in casa e si consegna ai
carabinieri”; “Denuncia molestatore. Il pm chiede di sentirla ma
lui l’ha già uccisa”; “Moglie di 26 anni uccisa dal marito geloso a colpi
di forbice”. Le pagine dei quotidiani si riempiono sempre
più spesso di titoli come questi, a testimonianza del fatto che, quello che
prende il nome di femminicidio e che
da tempo ormai costituisce una piaga sociale,
gode di molta attenzione non solo per una questione di diritto di
cronaca ma anche per placare la diffusione del problema, o almeno provarci. Tanto
è stato fatto (vedi Legge n. 119 del 15 ottobre 2013 sulla “violenza di genere)
e tanto ancora si sta cercando di fare per non lasciare da sole le donne.
Molte volte infatti l’omicidio è solo l’ultima fase a cui si approda dopo una lunga serie di violenze fisiche, sessuali e psichiche a cui le vittime vengono sottoposte. E’ necessario sottolineare che il tema è spesso oggetto di luoghi comuni secondo cui la violenza, che magari si perpetra fra le mura domestiche, ha come carnefici uomini di bassa estrazione sociale, con scarsa istruzione, affetti da dipendenze, in realtà il problema è trasversale e non può essere ridotto a questa semplice stigmatizzazione.
Molte volte infatti l’omicidio è solo l’ultima fase a cui si approda dopo una lunga serie di violenze fisiche, sessuali e psichiche a cui le vittime vengono sottoposte. E’ necessario sottolineare che il tema è spesso oggetto di luoghi comuni secondo cui la violenza, che magari si perpetra fra le mura domestiche, ha come carnefici uomini di bassa estrazione sociale, con scarsa istruzione, affetti da dipendenze, in realtà il problema è trasversale e non può essere ridotto a questa semplice stigmatizzazione.
Anche il mondo dell’arte si
mobilità per fare sentire la sua voce in una questione così delicata, sabato 17
maggio 2014, presso la Chiesa Monumentale
di San Nicolò L'Arena di Catania, il Coro Lirico Siciliano istruito dal
Maestro Francesco Costa e l’Haffner Orchestra diretta dal Maestro Antonella
Fiorino, in collaborazione con Liliana Nigro e l’Accademia di Belle Arti, hanno
dato vita alla cantata scenica “Ecce
mater tua”. Lo spettacolo ha sviscerato il tema del femminicidio attraverso
la fotografia e la danza, anche se punto focale è rimasto l’esecuzione del Requiem
KV 626 di W. A. Mozart.
Mozart
venne incaricato di scrivere il Requiem
da un anonimo committente che voleva una messa funebre per ricordare la moglie
prematuramente scomparsa, pur consapevole del fatto che l’uomo volesse
impossessarsi della paternità dell’opera, il compositore austriaco fu costretto
ad accettare il compromesso stretto nella morsa dei debiti. Secondo alcuni
studiosi scrisse per intero solo la partitura dell’ Introitus, e
parte del Kyrie e del Dies irae, l’opera fu conclusa, visto la sua prematura scomparsa, da
alcuni allievi: Franz Xaver Süssmayr, Franz Jacob Freystadtler e Joseph Eyblea, su appunti scritti e verbali del
compositore austriaco. Si dice che dietro questa operazione ci fosse la moglie di
Mozart, Constanze, la quale non era disposta a rinunciare all’alta commissione
offerta al Maestro. Nonostante tutto, l’opera risente in molti punti del genio
paterno, ergendosi a capolavoro preromantico.
Il Coro
Lirico Siciliano, solida realtà del panorama musicale, teatrale, sinfonico e
lirico siciliano che si è da tempo affermata
all’interno delle maggiori stagioni liriche: Taormina Festival, Luglio
Musicale Trapanese e la Settimana Internazionale di Musica Sacra di
Monreale, si dimostra ancora una volta all’altezza del compito
prefisso. Si poteva rintracciare sin dalle prime battute la grandiosità del
Coro, ma in particolare nella parte conclusiva del Requiem, dove la fusione con
l’orchestra creava un effetto maestoso e di sacralità, anche se a causa di un
ambiente eccessivamente dispersivo l’acustica ne ha risentito. Superba la
bacchetta del maestro Fiorino che ha diretto con precisione impeccabile l’intero
organico e i solisti: la limpida voce del soprano Rita Fabiano, l’alto Daniela
Calcamo, il tenore Fabio Distefano e il basso Salvo Di Salvo. Suggestione
pura si è raggiunta con l’esecuzione del Lacrimosa, dove spicca
l’elemento operistico della composizione, va ricordato che nell’opera si
rintracciano aspetti di musica sacra e alcune figure musicali tipicamente barocche,
come momento in cui il raccoglimento dell’anima protende verso l’Altissimo. L’apoteosi
musicale è stata sottolineata dagli eleganti passi di danza della ballerina Aureliana
Spina. Colore predominante della scena è il rosso indossato anche dalle giovani,
le quali ad apertura della rappresentazione, intingono le mani nella tempera
scarlatta, a simulare una sorta di rito di violenza, imprimendo i loro palmi
sulle vesti dell’attrice Annalisa Zappulla, protagonista anche della mostra
fotografica, all’ingresso della Chiesa, firmata da Giuseppe Lo Presti.
Con grande piacere, conserviamo non solo il ricordo
di una perfetta esecuzione mozartiana ma anche la funzione sociale della musica,
che mai dovrebbe essere dimenticata.
Laura
Cavallaro
ECCE MATER TUA
Femminicidio, strage silenziosa
Requiem KV 626 di W. A. Mozart
Femminicidio, strage silenziosa
Requiem KV 626 di W. A. Mozart
Coro Lirico Siciliano
Haffner Orchestra
Antonella Fiorino, Direttore
Francesco Costa, Maestro del Coro
Rita Fabiano, soprano
Daniela Calcamo, alto
Fabio Distefano, tenore
Salvo Di Salvo, basse - baritone
Regia di Liliana Nigro
In collaborazione con:
Accademia di Belle Arti di Catania
Associazione Città Teatro Musica
Teatro Brancati
Assessorato alla Bellezza e ai Saperi condivisi
bellissima iniziativa!
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