Con
la serie di interventi che verranno pubblicati su Il Corriere dello Spettacolo
cercherò di offrire una panoramica sull’attuale situazione del cinema Veneto,
da un triplice punto di vista, quello dei registi, quello dei produttori e
quello delle istituzioni. Provvederò a realizzare questo intento attraverso
interviste, recensioni ed approfondimenti.
Questo
primo articolo tratta di un’evoluzione
avvenuta nel mondo della produzione cinematografica, a cui la regione veneta si
è adattata con particolare tempestività e pervasività.
Negli
ultimi anni, infatti, l’universo suddetto ha subito una profonda trasformazione
– per non parlare di vero e proprio ridimensionamento –, soprattutto nel campo
dei finanziamenti. Con la progressiva diminuzione dei fondi tradizionali, come
quelli statali, hanno preso piede anche in Italia le Film Commissions.
Si
tratta di enti che hanno la finalità di promuovere l’immagine di una dato
territorio, che solitamente va dalla città alla regione, garantendo ai produttori
diverse agevolazioni. Queste vanno dai veri e propri finanziamenti, alle
facilitazioni per l’ottenimento di permessi, come ad esempio l’occupazione
gratuita di suolo pubblico, fino alle convenzioni per il noleggio
dell’attrezzatura ed i pernottamenti della troupe.
Il
Veneto ha adottato una propria Film
Commission nel 1999, ma col passare degli anni i riferimenti per produttori
e registi si sono moltiplicati, con il risultato che, ad oggi, nel territorio
regionale, sono presenti per ben sei enti, rispettivamente per promuovere
Venezia, Vicenza, Padova, Verona, la Marca trevigiana ed il Polesine, l’area
del rodigino compresa tra Adige e Po.
Passando
in rassegna i film che hanno ricevuto il supporto delle Commissions venete, si scoprono opere di un certo valore, segno di
un ruolo sempre più importante nel mondo della produzione cinematografica.
Solo
per citare qualche esempio, Padova non poteva esimersi dal dare ospitalità ad
uno dei suoi massimi rappresentanti, ovvero Carlo Mazzacurati con il suo La giusta distanza (2007), pellicola
ambientata principalmente nel Polesine, ma che non manca di mostrare location
patavine come il celebre Caffè Pedrocchi, l’ospedale, il tribunale e degli
studi televisivi. La città del Santo è stata teatro anche di Io sono Li (2011) – film di cui si
parlerà in uno dei prossimi interventi – di Andrea Segre, nello specifico per
quanto riguarda le riprese nel Centro all’ingrosso sito in zona industriale.
La
commissione regionale ha invece finanziato – in collaborazione con i
corrispettivi enti di Friuli Venezia Giulia, Trentino ed Alto Adige – il primo
film di finzione del documentarista padovano Alessandro Rossetto, autore di Piccola Patria (2013), mentre quella di
Verona ha ospitato Diaz (2011) di
Daniele Vicari per alcune scene carcerarie. Per terminare questa breve
carrellata non si può mancare di ricordare la Commission di Vicenza in relazione all’atteso film di Ermanno Olmi
sulla prima guerra mondiale, Torneranno i
prati (2014), girato sull’altopiano di Asiago.
Sull’ente
vicentino è doveroso spendere qualche parola in più, essendo il rappresentante
veneto nell’Italian Film Commissions,
una piattaforma che riunisce sedici tra le più importanti Commissions del paese. Negli ultimi anni Vicenza ha intensificato i
contatti con i nuovi e più grandi mercati cinematografici mondiali, come la
Cina e l’India, che ormai periodicamente si appostano all’ombra della Basilica
Palladiana per girare i loro film ed i loro servizi televisivi. Ma Vicenza ha
fornito supporto anche per la realizzazione di uno spot popolare come quello
del gestore telefonico 3, che ha
voluto associare il suo marchio alla città murata di Marostica, lontana appena
mezz’ora dal capoluogo.
Come
appena visto il cinema è solo la punta dell’iceberg del lavoro svolto dalle Film Commissions, che si occupano anche
di pubblicità, documentari, servizi fotografici, fiction o film per la tv, come
accaduto a Treviso per La Tempesta
(2014), andato in onda su Rai 1 proprio pochi giorni fa. Inoltre esse
dispongono di numerosi archivi per la ricerca dei luoghi più adatti per girare
– suddivisi per categoria – e di database con i nomi di coloro che operano nel
settore, dal personale tecnico agli attori.
Nel
prossimo intervento avrò modo di farvi scoprire un’altra strada che è stata
percorsa per rendere possibile la nascita di un film. Lo farò attraverso
un’intervista ad un giovane regista vicentino, Pietro Parolin, autore di Leoni.
Giovanni Rubin
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