Foto Chiara Pedretti |
Il 2 Luglio 2014 arriva in Italia per la prima volta il
Crazy Horse, l’autentico ed esclusivo cabaret di Parigi, con lo spettacolo
Forever Crazy, in scena a Milano, al Teatro Nuovo, per un paio di settimane. Un
omaggio ad Alain Bernardin, fondatore del Crazy Horse, raccoglie il meglio del
leggendario repertorio, tra cui anche il classico God Save Our Bereskin, il
numero che dal 1989 apre tutte le serate del locale parigino. Fondato nel 1951
da, appunto, Alain Bernardin con l’intenzione di creare uno spettacolo di
cabaret in cui la donna ne fosse il centro, concepisce ogni numero come un
quadro moderno ed impertinente, progettato intorno al linguaggio coreografico,
scenografico e delle proiezioni.
In occasione del prossimo tour, abbiamo incontrato Gloria
Di Parma, l’unica ballerina italiana del cast. Deve il “cognome” alla sua città
natale, di cui conserva il piacevole accento. Altissima, magra, di gran classe
con un fisico da urlo, si rivela una persona simpaticissima, alla mano e per
niente snob: fisicamente impressionante, praticamente perfetta, ed umanamente
semplice e cordiale.
Gloria, raccontaci della tua esperienza al Crazy Horse:
come hai iniziato?
Avevo
studiato danza per anni, in quel periodo insegnavo e la mia insegnante mi ha
suggerito di provare a mandare il curriculum al Crazy Horse: inizialmente ero
molto titubante, non era il genere di spettacolo a cui ero abituata, avevo
visto degli spettacoli, ma mandai lo stesso CV e foto. Non mi sentivo per
niente all’altezza, invece mi hanno chiamato dopo un mese per presentarmi ad
un’audizione. Non ci potevo credere!
Com’è un’audizione al Crazy? Diversa dalla classiche,
immagino.
Sì,
innanzi tutto ci si deve presentare con capelli sciolti, tacchi alti e string.
Per prima cosa ci hanno prenso le misure e controllato l’elasticità, chiedendo
di inarcare la schiena o di fare movimenti simili. Per chi, come me, aveva
sempre studiato danza accademica, voleva dire tutto l’opposto: niente schiena
dritta o glutei tenuti. Immagina danzare o fare passi di danza classica con i
tacchi! E’ completamente un’altra cosa, un’impostazione di postura opposta a
quella a cui si è abituati. Questa è una prima selezione: ci hanno poi
rimandato in camerino e successivamente hanno chiamato i numeri delle ragazze
che avevano passato la selezione. Io, con il mio francese approssimativo
allora, avevo capito esattamente il contrario, ossia che i numeri chiamati si
riferivano a chi avevano scartato! Per fortuna una delle mie compagne mi ha
spiegato bene che se avevano chiamato il mio numero dovevo restare!
Successivamente chiedono alcuni minuti di improvvisazione, tutto sui tacchi;
dopodiché rimandano in camerino e fanno la scelta finale. In realtà, al di là
del fisico in sé e delle doti fisiche, guardano molto la personalità, il
talento: vogliono personalità forti.
Quindi ti hanno preso alla prima audizione!
Sì,
mi hanno offerto inizialmente un contratto a Las Vegas che però ho rifiutato
per motivi familiari. Poi per un anno non ho più sentito nessuno, iniziavo
infatti a pensare di non avere più possibilità! Invece mi hanno chiamato e dopo
settimane di prove incessanti ho debuttato, il 5 aprile del 2012. Un’emozione
indescrivibile!
Foto Riccardo Tinelli |
Com’è il resto del corpo di ballo?
Siamo
quindici ballerine in tutto, e tutte intercambiabili: ognuna di noi impara
tutti i ruoli di tutti gli spettacoli, di modo da poterci alternare senza
problemi, dato anche che c’è chi parte per le tournées all’estero e chi resta a
Parigi. Inoltre, capitano spesso infortuni con l’uso così massiccio del corpo.
La maggior parte delle ragazze sono francesi, io sono l’unica italiana, ma sono
un po’ da tutto il mondo. Certo, fisicamente siamo simili, tanto che in certi
numeri sembriamo tutte uguali! Non ci sono invece danzatori uomini, come per
esempio al Moulin Rouge: solo ragazze. Gli unici uomini sono i tecnici ed i
camerieri in sala… C’è rispetto ma distacco, non certo interazione. Ai tempi di
Bernardin addirittura era vietato a chiunque dello staff rivolgere la parola
alle ballerine: ora siamo nel 2014, per fortuna…
Cosa
vuol dire Crazy Horse per te?
Per
me è un sogno, ormai sono fissa là, è la mia casa. Non tornerei mai indietro,
assolutamente!
Curata da Chiara
Pedretti
Si ringrazia: Marco Guerini Comunicazione – Bianca Villa –
Silvia Reissner
Teatro Nuovo
Piazza San Babila
dal 2 luglio 2014, ore 2045
www.lecrazyhorseparis.com
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