Teatro Greco,
Siracusa – dall’11 al 22 giugno 2014
Si
ride con leggerezza assistendo a Le Vespe, la commedia scritta da Aristofane e
andata in scena per la prima volta nel 422 a.C. in occasione delle Lenee, feste
dedicate a Dioniso che si svolgevano nei primi mesi dell’anno. Vi assistevano
soprattutto cittadini ateniesi, da cui il frequente uso di approfittarne per
mettere alla berlina i personaggi pubblici della città.
Lo
spettacolo, allestito quest’anno a Siracusa in occasione del centenario
dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, si avvale della traduzione scenica
di Alessandro Grilli, al quale il regista Mauro Avogadro ha voluto affiancarsi
per riuscire assieme a rendere al meglio la fruizione da parte del pubblico
odierno di un testo che, come spesso accade nella commedia greca classica, deve
riuscire a stare in equilibrio nel mantenimento della vis comica pur in assenza
dei riferimenti legati alla contemporaneità di quell’epoca.
Così,
tra i due elementi portanti la vicenda, la critica alla proliferazione dei
processi appoggiata da chi allora deteneva il potere politico da una parte e la
vicenda umana del protagonista Vivacleone dall’altra (impersonato da Antonello
Fassari, perfettamente a suo agio nel ruolo), che tenta con tutte le forze di
continuare a nutrire la propria passione dominante di essere giudice popolare
pur contro la volontà del figlio, il regista e il traduttore hanno deciso di
dare maggior spazio alla seconda, con intelligenza e misura, grazie ad una
comicità che arriva al pubblico senza essere mai sopra le righe, senza eccedere
troppo, pur concedendosi alle battute o alle situazioni anche pesanti, tipiche
in Aristofane.
Emerge
allora quanto, anche in età avanzata sia necessario poter “vivere” continuando
a fare ciò che piace, anche se forse è inutile, o anche se si viene usati da
altri per secondi fini non sempre encomiabili. Sempre attuale la preoccupazione
sincera mostrata dal figlio Abbassocleone (il bravo Martino D’Amico, cui è
stato dato l’arduo compito di impersonare la spalla “seria”), legata a
ragionamenti razionali che non gli permettono però di comprendere veramente le
necessità del padre, in un gioco perverso in cui si convince che sia bene per
il genitore quello che ritiene essere bene per se stesso.
In
questo scontro generazionale, vengono coinvolti i due servi Sosia (Sergio
Mancinelli) e Santia (Enzo Curcurù), che dialogano con tutti e fanno, in modo
brillante, da mediatori tra i personaggi, interpellando in diversi momenti
anche il pubblico presente e il coro delle Vespe, (Francesco Biscione, Giuseppe
Bisogno, Massimo Cimaglia, Carlo Di Maio, Lorenzo Falletti, Adriano Giammanco,
Francesco Migliaccio, Andrea Romero, Marco Toloni, Carlo Vitiello), costituito
dai vecchi giudici popolari colleghi di Vivacleone, dai loro figli (Giovanni
Luca Ariemma, Corrado Drago, Dario Fini, Matteo Francomano) e dalla Banda
Osiris (Alessandro Berti, Gian luigi Carlone, Roberto Carlone, Giancarlo Macrì,
Raffaele Kohler) che uniscono l’esecuzione delle musiche in scena, assieme al
cantante Adonai Mamo, con la partecipazione attiva alle gag che spesso
contribuiscono ad innescare, favorite anche dalle divertenti scene e dagli
azzeccati costumi di Arnaldo Pomodoro.
Le
scene si susseguono, facendo intervenire nuovi personaggi: il cane di Cidatene
(Francesco Scaringi), accusato dall’asino di Vivacleone (Sebastiano Fazzino) e
protagonisti di un processo farsa allestito in casa per riuscire a convincere
il padre ad abbandonare le aule per una vita più tranquilla che vede per
testimoni Ladrete (Antonio Bandiera), un piatto (Laura Ingiulla), una grattugia
(Cristina Coniglio), una pentola (Alessia Ancona) e una graticola (Rossella
Zagami), oltre ai figli dell’accusato, i cuccioli (Carmelo Alù, Nicasio
Catanese Ruggero, Vincenzo Paterna) , delle convitate (Alice Bronzi, Elisa
Golino) ed alcuni servi (Salvatore Agli, Valerio Aulicino, Andrea Cannata,
Riccardo Masi).
Vivacleone
si convince e accetta a cambiar vita, partecipando a simposi e facendo “la
bella vita”, ma non finirà come vorrebbe Abbassocleone: una serie di disastri a
catena causati dalle intemperanze del protagonista in cui vengono coinvolti
Mirtia (Doriana La Fauci), una flautista troiana (Giulia Diomede), altri
convitati (Salvatore Agli, Valerio Aulicino, Alessia Ancona, Andrea Cannata,
Cristina Coniglio, Laura Ingiulla, Emanuele Lopes, Giuseppe Calvo, Vladimir
Randazzo, Rossella Zagami), Cherefonte (Domenico Macrì), un accusatore
(Sabastiano Fazzina) con il suo testimone (Gianni Giuga) dimostra quanto sia
pericoloso portare qualcuno a fare quel che non vorrebbe.
Finirà
con un diretto riferimento alla tragedia, nel quale vengono canzonati certi
atteggiamenti supponenti da parte dei ballerini (Dario Battaglia, Gianni Giuga,
Domenico Macrì) che le rappresentano, in modo a volte troppo fuori dalla realtà
e spesso riscontrabili ancora oggi in certi ambienti dello star system.
È un
cast che convince e diverte, in un equilibrio costantemente instabile che
favorisce il ritmo fino alla fine.
Sono
sorrisi e risate che fanno pensare, lasciando quel po’ di amaro che sempre si
accompagna alla fine di una commedia ben riuscita, perché ci mostra in modo
implacabile le debolezze umane senza darci la possibilità di nasconderci,
perché in fondo si riferiscono ad ognuno di noi.
Paola Pini
Le Vespe di
Aristofane
Traduzione e adattamento Alessandro Grilli
Regia Mauro Avogadro
Scene e costumi
Arnaldo Pomodoro
Musiche Banda Osiris:
Alessandro Berti, Gian luigi Carlone, Roberto Carlone, Giancarlo Macrì,
Raffaele Kohler(musicista)
Movimenti Ivan Bicego
Varengo
Regista assistente
Lorenzo Fontana
Assistente scene e
costumi Dialmo Ferrari
Progetto audio
Vincenzo Quadarella
Progetto luci Elvio
Amaniera
Costumista assistente
e responsabile sartoria Marcella Salvo
Direttore di Scena
Alessandro Sindona
Assistente alla regia
Sebastiano Fazzina
Assistente volontario
Carmelo Alù
Personaggi e
interpreti
Sosia Sergio
Mancinelli
Santia Enzo Curcurù
Vivacleone Antonello Fassari
Abbassocleone Martino
D’Amico
Coro Francesco
Biscione, Giuseppe Bisogno, Massimo Cimaglia, Carlo Di Maio, Lorenzo Falletti, Adriano
Giammanco, Francesco Migliaccio, Andrea Romero, Marco Toloni, Carlo Vitiello
Figlio Alessandro
Romano
Servo Cantante Adonai Mamo
Cane di Cidatene
Francesco Scaringi
Mirtia Doriana La
Fauci
Accusatore – Asino di
Vivacleone Sebastiano Fazzina
Troiana Giulia
Diomede
Convitate Alice Bronzi, Elisa Golino
Accademia d’Arte del
Dramma Antico Sezione Scuola di Teatro “Giusto Monaco”:
Figli dei Coreuti
Giovanni Luca Ariemma, Corrado Drago, Dario Fini, Matteo Francomano
Servi Salvatore Agli, Valerio Aulicino, Andrea
Cannata, Riccardo Masi
Ladrete Antonio Bandiera
Piatto Laura Ingiulla
Grattugia Cristina
Coniglio
Pentola Alessia Ancona
Graticola Rossella
Zagami
Cuccioli Carmelo Alù,
Nicasio Catanese Ruggero, Vincenzo Paterna
Convitati Salvatore
Agli, Valerio Aulicino, Alessia Ancona, Andrea Cannata, Cristina Coniglio,
Laura Ingiulla, Emanuele Lopes(sezione senior), Giuseppe Calvo (sez. senior),
Vladimir Randazzo, Rossella Zagami
Cherefonte Domenico
Macrì
Testimone
dell’accusatore Gianni Giuga
Figli di Canchero
Dario Battaglia, Gianni Giuga, Domenico Macrì
Costumi Laboratorio
di sartoria FONDAZIONE INDA ONLUS Siracusa
Scenografie
Laboratorio di scenografia FONDAZIONE INDA ONLUS Siracusa
Area comunicazione:
www.indafondazione.org
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