Teatro Musco, Catania. Dal
20 al 25 maggio 2014
Foto Antonio Parrinello |
Sempre più spesso la
drammaturgia contemporanea attinge al vasto mondo del romanzo e dei suoi autori
per raccontare spaccati ben precisi di
società. Il Teatro Stabile di Catania non è affatto nuovo a questo tipo di cooperazione,
che si è consolidata negli anni, e che si rinnova anche nell’ultimo spettacolo
che conclude la ricca stagione 2013/2014. Lo fa con il fortunato best seller “Vento di tramontana” ( Mondadori 2010)
del giornalista agrigentino Carmelo Sardo, adattato per il teatro da Gaetano
Savatteri. Lo spettacolo con la regia di Federico Magnano San Lio è emozionante
e ricco di spunti sul significato della vita, con interpreti, oltre
all’eccellente cast di professionisti, alcuni attori speciali. Gianluca Belfiore, Erminio Caruso, Davide Intravaia, Giuseppe
Manuli, Guglielmo Quattrocchi e Salvatore Rapisarda sono detenuti e non soltanto
sul palcoscenico; l’Istituto Penitenziario
di Giarre, dove stanno scontando la loro pena per reati minori, promuove da
tempo una serie di progetti di “teatro in carcere” a scopo terapeutico e
pedagogico. Nonostante i sei giovani, al loro debutto teatrale, fossero
visibilmente commossi hanno apportato un grande contributo umano alla
messinscena.
Federico ( Luca
Iacono) è un giovane ventenne come ce ne sono tanti, ama uscire, ha una
ragazza, ha degli amici, finchè per svolgere il servizio militare viene inviato
sull’isola di Favonia, nel supercarcere. Strappato via dalla sua vita, si trova
catapultato in una realtà a sé stante, popolata da capi mafia, gregari e killer
spietati. Non è facile fare i conti ogni giorno con punizioni, suicidi,
perquisizioni e vendette ma pian piano imparerà a conoscere le storie dei
detenuti e soprattutto le regole del carcere. Così, rimasto consegnato a causa del suicidio
di un detenuto, il ragazzo viene istruito sui riti carcerari dai suoi compagni
d’avventura: il burbero ma paterno Maresciallo Mastropietro (Mimmo Mignemi), il
detenuto bibliotecario Infurna ( Mario Incudine) e il boss Sferlazza (David
Coco). L’amicizia con quest’ultimo si
consoliderà a tal punto che il giovane sarà complice nel concedergli il quarto d’ora d’amore, che ogni domenica spetta ad un detenuto, con sua
moglie Angela (Marina La Placa). Sferlazza ha un unico desiderio, un uomo come
lui che si è macchiato dei crimini più atroci e delle peggiori nefandezze,
vuole avere un figlio. Ma la tragedia
sarà in agguato.
Foto Antonio Parrinello |
La scenografia
firmate dall’artista Angela Gallaro, che ha realizzato anche gli i costumi, è
semplice ma allo tempo grandiosa. Composta da tre quadri sospesi sul
palcoscenico, due dei quali hanno come soggetto le grate del carcere, sottolinea
, grazie ad un ottimo disegno luci, le svariate sfumature di colore ed il
bellissimo effetto di tela stropicciata. Come in un magia, i dipinti mostrano
ancora un altro volto quando vengono usati a mo’ di schermo per proiettare
immagini e parole.
Il regista trova
molte soluzioni gradevoli per la scena, apprezzabilissimo il canone finale tra il protagonista e il
boss o il gioco creato con i detenuti, spesso nascosti dietro le grandi cornici
a simboleggiare, probabilmente, queste vite spezzate a metà. Il pregio migliore
è stato certamente la capacità di tratteggiare
alla perfezioni i caratteri dei personaggi. Luca Iacono nel vestire i panni di
Federico sciorina grande naturalezza, sottolineando con le parole e i gesti la
crescita del personaggio, che nell’arco di nove mesi, da ragazzo diventa uomo, “
Stare qui dentro è stato come rinascere un’altra volta” affermerà sul finale. Degna
di nota la prova di David Coco, che fosse un attore di notevole spessore ce n’
eravamo accorti da tempo ma nell’interpretare il “cattivo con un cuore”, dove
usa una recitazione curata ed espressiva, risulta perfetto. Marina La Placa ha un
grande carisma, nonostante la giovane età, l’attrice fa sfoggio di grandi doti
non soltanto recitative ma anche canore, ed è perfettamente a suo agio sulle
tavole del palcoscenico . A coronare la straordinarietà dello spettacolo le
musiche di Mario Incudine, nella triplice veste di compositore, cantante e
attore. I brani sono ricercati nella musica e densi di significati nei testi. Lo
spettacolo che evidenzia il dramma del carcere lo fa tenendo conto dei tanti
punti di vista e delle varie parti in causa .
Gradita questa
attenzione al sociale da parte del teatro, la quale lancia un messaggio forte
come il vento di tramontana che fischiando ti entra nella ossa.
Laura
Cavallaro
Vento
di tramontana
riduzione e adattamento
Gaetano Savatteri
regia Federico Magnano di
San Lio
scene e costumi Angela
Gallaro
musiche originali e canzoni
Mario Incudine
luci Franco Buzzanca
con Mimmo Mignemi,
David Coco, Mario Incudine
Luca Iacono, Marina La Placa Gianluca Belfiore, Erminio Caruso, Davide Intravaia,Giuseppe
Manuli, Guglielmo Quattrocchi, Salvatore Rapisarda
Si ringrazia per la gentile
collaborazione l'Istituto Penitenziario di Giarre
Produzione Teatro Stabile di
Catania
Teatro Musco dal 20 al
25 maggio 2014
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