08 giugno, 2014

Il Nuovo Imaie, per la tutela e la promozione degli artisti. Intervista di Stefano Duranti Poccetti al presidente Andrea Miccichè


Cos'è il Nuovo Imaie?

Il Nuovo Imaie è l’Istituto che per legge rappresenta in Italia gli artisti interpreti o esecutori. Compito principale dell’istituto è di incassare e ripartire tra gli aventi diritto i compensi che maturano gli artisti per la pubblica divulgazione delle opere da loro interpretate nel campo musicale ed in quello audiovisivo.
L’Istituto è vigilato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal  Ministero del Lavoro e da quello dei Beni Culturali. L’Istituto inoltre è assistito dalle organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti collettivi di lavoro.
E’ importante sottolineare che tutti gli organi dell’istituto sono esclusivamente coperti da artisti : sono gli artisti che gestiscono direttamente i loro compensi ed eleggono, tra gli esperti di diritto dello spettacolo, il Presidente.

Quali diritti tutela il Nuovo Imaie?

Il Nuovo Imaie incassa e ripartisce tra gli aventi diritto i compensi maturati a seguito della divulgazione delle opere audiovisive o musicali da loro  interpretati.
Per legge, ogni qualvolta viene pubblicamente divulgata un’opera cinematografica o una fiction, ovvero una registrazione musicale, matura in capo all’artista il diritto di percepire un compenso. Proprio tale compenso è incassato e ripartito tra gli aventi diritto dal Nuovo Imaie.

Se sono un artista perchè mi dovrei iscrivere a una collecting e perchè proprio Nuovo Imaie?

Come noto, il Governo Monti ha liberalizzato il settore della intermediazione dei diritti connessi: cioè dei diritti spettanti agli artisti. Adesso è possibile che si possano costituire società in competizione con il Nuovo Imaie, che svolgano dunque analoga attività. Tuttavia il Nuovo Imaie è il soggetto più rappresentativo della categoria (oltre 6.000 iscritti e oltre 400.000 mandati di artisti da tutto il mondo). Inoltre, dalla data di costituzione, il Nuovo Imaie ha dato prova di operare in modo addirittura straordinario rispetto al precedente istituto (Imaie, estinto nel 2009). In pochi anni si sono decuplicati i contratti sottoscritti con gli utilizzatori e, in un periodo pur di crisi generale, abbiamo di gran lunga aumentato il fatturato e il totale dei compensi corrisposti durante l’anno. Siamo una collecting in grado di porre in pagamento i compensi ogni trimestre : un record, mi creda!

In che anno nasce il Nuovo Imaie?

Il Nuovo Imaie nasce nel 2010, con legge 100/10.
All’epoca, un gruppo di noti artisti, vista la legge istitutiva, hanno deciso di costituire l’istituto, con la assistenza delle organizzazioni sindacali e delle principali associazioni di categoria.


Che cosa ne pensa della SIAE? Quali sono i legami tra SIAE e Nuovo Imaie?

La SIAE è la società che gestisce i diritti degli autori e degli editori nel nostro paese.
Verso la Siae va tutto il mio rispetto. E’ un momento difficile, in cui il vento di una liberalizzazione superficiale e, si potrebbe dire, alla «amatriciana» soffia anche in viale della Letteratura.
Nulla di peggio e dunque è proprio ciò che non mi auguro accada.
Tutti i sistemi legislativi vanno bene (e dunque anche la liberalizzazione) ma ad una condizione: che siano ben studiati, che siano ben ponderati e che non vengano impiantati, all’impronta, sulla base delle istanze provenienti da una parte non rappresentativa degli aventi diritto.
Questo è ciò che è accaduto al Nuovo Imaie ed è ciò che non mi auguro avvenga con i diritti spettanti agli autori.

Quando parliamo di artista, parliamo di tutti i generi di artisti o di un campo specifico?

Gli artisti che sono interessati all’attività del Nuovo Imaie sono esclusivamente quelli che abbiano preso parte ad un’opera cinematografica o ad una fiction, ovvero che abbiano interpretato un brano musicale.

A parte l’operazione di tutela ho letto che vi occupate anche della promozione degli artisti…

Il Nuovo Imaie ha tra i propri compiti istituzionali anche quello di sostenere la categoria. E’ l’art. 7 della legge 93/92 che lo prevede. Siamo in procinto di pubblicare un regolamento che attribuisce dei compensi direttamente agli artisti, per sostenere la loro attività professionale. Ma su questo preferisco mantenere il riserbo, in attesa di rendere pubblica la notizia.

Come è recepito questo organo dagli artisti ?

Spero bene.
Gli artisti sono molto contenti e soddisfatti della nostra attività e vedono concretamente la differenza tra il livello qualitativo dei nostri servizi e quello che veniva fornito dal vecchio istituto.

Come funziona nel resto d’Europa o del mondo?

A parte il caso brasiliano e in Canada, in tutto il mondo il sistema della  intermediazione dei diritti connessi funziona in modo analogo a come funzionava in Italia prima che il Governo Monti liberalizzasse il settore. E cioè, una sola collecting che ripartisce i diritti degli artisti ovvero, con presenza di più collecting in un medesimo Paese, ma con gestione distinta in relazione al tipo di diritto intermediato.
Mi spiego meglio: in Germania, ad esempio, opera una sola collecting (GVL) che intermedia i diritti di tutti gli artisti, sia del campo musicale che di quello audiovisivo. In Spagna, diversamente, le collecting sono due, ma una opera nel campo audiovisivo e l’altra nel campo musicale. Un sistema ben diverso – ed aggiungo, molto più ordinato rispetto al nostro – dove tutti possono competere su tutto: praticamente una giungla, che porterà, anzi che sta già portando, ad una sostanziale paralisi.

Cosa significa essere artisti oggi rispetto a 15/20 anni fa ? Che cosa significa tutelare e promuovere un artista oggi, rispetto a 15/20 anni fa?

L’artista oggi riesce con molta più difficoltà a lavorare, poichè minori sono le porduzioni che vengono allestite ; e le poche produzioni che vengono avviate sono realizzate con costi contenuti, con l’ovvia conseguenza che anche l’artista si trova costretto a dimezzare il proprio cachet.
Naturalmente, come tutti, confido che le nuove tecnologie consentiranno di allargare il mercato e quindi, anche attraverso l’uso di linguaggi oggi solo parzialmente utilizzati, di aumentare le occasioni di lavoro.


Curata da Stefano Duranti Poccetti

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