Teatro OUT OFF, Milano. Dal 3 all'8 giugno 2014
Le parole di
J.G.Ballard del romanzo “The Atrocity Exhibition, La mostra delle atrocità”, il
grande scrittore inglese lo definiva “condensed novels”, risuonano sulla scena
provocatorie, originali, folli, esagerate, proprio come nel lontano 1970, anno
di pubblicazione, anticipando questa nostra epoca fatta di sesso, divismo,
perversioni, guerre, chirurgie plastiche, tecnologia, media.
Ballard, con la sua
filosofia postmodernista, è stato lo scrittore che più è andato oltre gli anni
in cui viveva e scriveva e di cui percepiva già le atrocità, e con i suoi
romanzi fantascientifici, immaginifici, a volte assurdi, aveva predetto la
“dittatura” della tecnologia sulle nostre esistenze scatenando reazioni a
catena di depressioni, psicopatologie, frustrazioni, perversioni,
allucinazioni. Per questo, i protagonisti dei suoi romanzi sono quasi sempre
psichiatri, pazienti, star del cinema, piloti, sesso dipendenti. Uomini e donne
che vivono in simbiosi con lamiere accartocciate, grattacieli di vetro,
autostrade notturne, protesi e cicatrici, incidenti stradali e sedute
psichiatriche, erotismo e droghe, e la stupefacente bellezza… della morte.
Il regista è stato, a
ragione, attirato dall'opera di Ballard, di cui ha percepito le accuse verso
un’umanità disumanizzata, instupidita dalle droghe psichiche, dai messaggi
pubblicitari, dal fanatismo isterico per qualsiasi notorietà che sia JFK o
Elizabeth Taylor o il Papa, dall’uso del sesso come linguaggio negoziabile e ne
ha fatta una rilettura drammatica “sgradevole” in senso ballardiano, usando la
duttilità ed espressività corporea e vocale di Francesca Frigoli e Andrea
Barettoni che recitano, bene, con i corpi seminudi avvolti dalle rosse luci di
un palcoscenico spogliato anche lui.
Difficile prendere un testo che, per chi non
ha mai letto Ballard, può sembrare opera di un folle che scrive dell’incedere
di una donna come fosse un’equazione geometrica o dell’atto sessuale come uno
psicodramma, di poligoni di tiro abbandonati o di Marylin Monroe ustionata
dalle radiazioni, o che associa l’uccisione di JFK con un atto sessuale e farne
uno spettacolo. Uno spettacolo che sia
altrettanto lucidamente folle come l’opera del grande Ballard, perfino il
famoso e osannato film “Crash” di Cronenberg dall’omonimo geniale romanzo, era
banale e dozzinale, non vi era la minima follia, solo un po’ di sesso facile e
senza conseguenze straordinarie.
Ma Isgrò ha avuto il
coraggio di provarci, a fare uno spettacolo non facile ma interessante,
originale, che, spero, spinga la gente a leggere questo testo forte come una
“terza guerra mondiale”.
Daria
D.
NOTE PER UN COLLASSO MENTALE
regia, drammaturgia, luci, scena di Giuseppe Isgrò
Uno spettacolo di Phoebe
Zeitgest
Una partitura per voci,
corpi, chitarra, live electronics e altro,
liberamente ispirata
all’opera di James G. Ballard
con
Andrea Barettoni voce,
corpo, organetto
Francesca Frigoli voce,
corpo, flauto traverso
Alessandra Novaga chitarra
Giovanni Isgrò live
electronics, suono
Nicola Stravalaci voce
registrata
Musica Giovanni Isgrò,
Alessandra Novaga
Visuals Francesca Cianniello
Maschere, immagine e grafica
Giovanni De Francesco
Stile costumi Sabrina Querci
– Q.Connections
Dramaturg Antonio Caronia,
Francesca Marianna Consonni
Videoriprese Barbara
Cicchinè
Consulenza tecnica Giuseppe
Marzoli
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