NOTIZIE
DEGLI SCAVI ITALIA
2010 87’ COLORE
REGIA:
EMIDIO GRECO
INTERPRETI:
GIUSEPPE BATTISTON, AMBRA ANGIOLINI, ANNA PAOLA VELLACCIO, IAIA FORTE
EDIZIONE
DVD: SI’, distribuito da CECCHI GORI
Il Professore (Battiston), un omone di circa
quarant’anni timidissimo e un po’ tardo, vive e lavora come factotum in un piccolo bordello di Roma.
Una sera riceve la telefonata di Lea, ex-dipendente della casa, che gli chiede
(pagandolo) di andare in sua vece a trovare in ospedale la Marchesa (Angiolini),
altra ex del postribolo, che si è sparata in seguito alla fine della relazione
con la stessa Lea. Inaspettatamente, tra il Professore e la Marchesa -due persone
diversissime ma accomunate dalla solitudine- nasce una tenera quanto
improbabile amicizia, che lentamente si trasforma in complicità; dopo la
guarigione, la Marchesa
torna a lavorare nella casa mentre il Professore, durante una trasferta a
Tivoli, visita la meravigliosa Villa Adriana, rimanendone affascinato…
Presentato fuori concorso a Venezia 67,
l’ultimo film del regista/sceneggiatore Emidio Greco -che trae il suo racconto
dall’omonima opera dello scrittore Franco Lucentini- è una commedia intimista
trasparente e lieve, una piccola storia narrata in punta di piedi e a bassa
voce, improntata ad un’essenzialità e ad una semplicità quasi neorealiste che
lasciano intravedere tenui squarci di poesia, nel segno di un pudore e di una
discrezione sempre più rari nel cinema (come nella società) odierno. Greco
lavora di sottrazione in un film che parla poco e spiega ancora meno, dove dialoghi e situazioni sono spesso soltanto
accennati per essere poi lasciati a metà, in un’indeterminazione che dà
comunque modo allo spettatore di intuire e capire, malgrado tutto venga
soltanto suggerito e mai approfondito. Si trascorre un’oretta e mezzo scarsa in
una piacevole sospensione dove, di fatto, non accade praticamente nulla, eppure
la storia scorre fluida come l’acqua e quasi non ci si accorge del tempo che
passa: qui non contano i fatti, ma le persone e i loro sentimenti. Ciò che
rimane è il fascino dell’imprevedibile contatto empatico che si stabilisce tra
due mondi opposti e apparentemente inconciliabili tra loro, uniti in realtà dal
dolore della solitudine e dalla paura di restare soli: il Professore è
terrorizzato dall’eventualità che la padrona di casa, la Signora , lo butti fuori,
così come la Marchesa ,
che ha appena perso il proprio amore, si attacca con tutta la forza al suo
goffo nuovo amico pur di poter avere un po’ di compagnia e calore umano.
Nonostante i propri limiti e una timidezza enorme, anzi, forse proprio grazie
ad essi, il Professore riesce a far breccia nel cuore di una donna
presumibilmente “vissuta”, che viene messa al tappeto dalla disarmante
ingenuità e dal candore, che non possono non suscitare tenerezza, di un uomo
che sembra davvero provenire da un altro mondo e nella cui innocenza, forse, la Marchesa intravede una
possibilità di redenzione. L’emozione rimane di fatto trattenuta, congelata,
fino al liberatorio pianto del pre-finale, in cui i due protagonisti crollano
abbracciandosi per strada e liberando così tutto il carico di dolore (che noi
possiamo soltanto immaginare) che si portano dietro; questa scena conta forse
più del finale vero e proprio, in cui, finalmente, il Professore riesce a
regalare un sorriso alla Marchesa, anche se è lei a chiederglielo, al termine
di un dialogo che è veramente sintomatico dello stile minimalista del regista:
(Professore):“SCUSA, ERA CHE…” (Marchesa):“ PERCHE’ IO…CHE DEVO FARE?” (P): “SI’,
LO SO. IO… MICA DICEVO. ERA PERCHE’…”(M): “LO SO, LO SO!”…Ovviamente, avendo
seguito la storia, si può capire che non c’è bisogno di capire e tanto basta:
stiamo semplicemente osservando due persone impacciate che riescono comunque a
dirsi quel che conta e quindi a comprendersi, riferendosi forse (ma non ha
importanza) a ciò che potrebbe essere successo e che il regista ha scelto di
non mostrarci.
Grande merito alle interpretazioni, tanto a
quella del “veterano” Battiston quanto a quella di una credibilissima Ambra
Angiolini, che sarebbe finalmente ora di valutare per ciò che fa e non per i
propri trascorsi televisivi.
Pienamente riuscito, alla maniera del
Rossellini del capolavoro Stromboli Terra
di Dio, l’inserimento nella storia di sequenze documentaristiche, come la
straniante escursione nella Roma notturna “da bere”, in cui il Professore
appare più che mai come un corpo estraneo smarrito in mezzo al popolo della
notte, o le visite a Villa Adriana, durante le quali il protagonista scopre la
bellezza del passato, ripensando alla quale non può che restare perplesso di
fronte al mare di cemento che gli si srotola davanti agli occhi, senza
soluzione di continuità, dai finestrini della corriera…
Molto belle le musiche del maestro Luis
Bacalov –abituale collaboratore del regista- che richiamano alla memoria le
atmosfere del tango di Astor Piazzolla. Ornella Vanoni canta Insieme, il brano che accompagna i
titoli di coda, scritto dallo stesso Bacalov insieme al regista.
Francesco
Vignaroli
PER
RECUPERARE LE RECENSIONI DELLA RUBRICA GIA’ PUBBLICATE, CLICCATE SULL’ICONA A
FORMA DI CIAK NELLA HOMEPAGE DEL SITO
Nessun commento:
Posta un commento